Riapre a Milano la Fondazione Adolfo Pini. Nuovo allestimento degli spazi e apertura al contemporaneo

Dopo il commissariamento, un lungo processo di consolidamento gestionale e un restauro durato due anni, la palazzina storica che ospita la Fondazione nata negli Anni Novanta riapre al pubblico con un nuovo percorso permanente a ingresso gratuito. Presto riprenderanno anche le attività a sostegno del contemporaneo

Esattamente un anno fa – era il primo febbraio del 2024 – si insediava il nuovo Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Adolfo Pini, sotto la presidenza di Marina Messina, forte di una lunga esperienza alla direzione dei Musei Civici di Milano. Un anno dopo, riaprono le porte dello stabile ottocentesco di Corso Garibaldi 2, che fu casa del pittore Renzo Bongiovanni Radice e dall’inizio degli Anni Novanta ospita la Fondazione nata per iniziativa di Adolfo Pini, di cui Radice, scomparso nel 1970, fu zio per parte materna. Pini si prefiggeva allora di promuovere e divulgare l’opera del pittore, sostenendo al contempo i giovani artisti e l’arte contemporanea. 

La ripartenza della Fondazione Adolfo Pini a Milano. Dal commissariamento alla rinascita

Commissariata all’inizio del 2022, la Fondazione ha dovuto intraprendere un profondo processo di ripristino degli spazi e dei contenuti, dapprima mediato dal Commissario straordinario Marco Caregnani e negli ultimi dodici mesi affidato alla nuova governance. Così al primo evento organizzato per celebrare l’imminente ripartenza nel dicembre 2023 (con l’allestimento della mostra Reframe), fa ora seguito il disvelamento di un percorso espositivo completamente rinnovato, fruibile con ingresso gratuito – ma previa prenotazione online della visita guidata obbligatoria – a partire da giovedì 30 gennaio 2025. 

Marina Messina, Presidente della Fondazione Adolfo Pini
Marina Messina, Presidente della Fondazione Adolfo Pini

Il restauro della casa-studio di Renzo Bongiovanni Radice e il nuovo allestimento 

Per arrivare a questo risultato si è reso necessario un restauro degli ambienti storici prolungatosi per due anni, che ha interessato anche il soffitto ligneo policromo della Sala grande e l’affresco con le decorazioni della scala padronale, e previsto un nuovo impianto illuminotecnico, interventi su serramenti e infissi, un generale ammodernamento degli spazi e di predisposizione di apposita segnaletica nel segno della massima accessibilità.
Oltre ai quaranta dipinti realizzati nell’arco di cinquant’anni da Bongiovanni che ora animano il percorso di visita della nuova esposizione permanente, a cura di Silvia Bolamperti, le stanze del primo piano sono tornate a ospitare stampe, porcellane, candelabri, maioliche, orologi, tappeti e arredi – tutti restaurati – per evocare l’atmosfera autentica di una dimora borghese di inizio Novecento.L’allestimento si apre con i primi lavori dell’artista, esplorando i suoi esordi agli inizi del Novecento, per proseguire nella sala dedicata ai paesaggi, e poi scoprire il focus sul ritratto femminile. Al centro, il grande salone celebra Parigi, punto di svolta nella carriera dell’artista; poi si passa allo studio e alla sala dedicata ai rami. Al termine, una selezione delle acquisizioni più recenti.
Ma la rinascita dell’istituzione privata non profit meneghina non passa solo dalla riapertura della casa-studio che custodisce la storia di due famiglie colte e illuminate. 

Gli spazi storici della Fondazione Adolfo Pini di Milano dopo il restauro
Gli spazi storici della Fondazione Adolfo Pini di Milano dopo il restauro

Una Fondazione in dialogo con la città

L’obiettivo della Fondazione Adolfo Pini è infatti quello di aprirsi alla città proponendosi come punto di riferimento per la scena culturale e artistica. “Questa ripartenza ci emoziona e per noi significa molto” spiega la presidente Marina Messina “Ci siamo posti l’obiettivo di restituire un’immagine consona a quello che ha rappresentato la Fondazione Pini per l’arte e per Milano, e al contempo abbiamo lavorato per permettere ai cittadini di avere accesso alla palazzina, perché tenere chiuso questo piccolo gioiello è un sacrilegio. Il nostro compito è quello di rinsaldare il rapporto con Milano e con la comunità di Brera, nel quartiere in cui ci troviamo”.
E infatti presto – per la fine di febbraio 2025 è previsto l’annuncio della programmazione biennale della attività, da parte del nuovo comitato scientifico – saranno svelati i progetti futuri della Fondazione in materia di interazione con le arti contemporanee e per quel che riguarda la didattica per le scuole. 

La Fondazione Adolfo Pini e l’arte contemporanea

Accanto all’esposizione permanente del primo piano, al piano terra presto entreranno in funzione i nuovi spazi espositivi dedicati agli artisti contemporanei, ad alimentare la vocazione di un luogo in cui arte e creatività possono dialogare con storia e società: “Il fatto che la famiglia Pini abbia donato alla città un tesoro del genere e abbia voluto costituire una fondazione la dice lunga sul contributo portato alla cultura milanese. Noi vogliamo spingerci oltre, consolidando il legame tra passato e presente”, sottolinea Messina.
Dunque ripartirà il Pini Art Prize, premio dedicato agli under 35 che riflette il mecenatismo che accomunava Pini e Bongiovanni Radice, “che dovrà diventare un supporto alla giovane creatività contemporanea, dunque non solo alle arti visive ma anche alla poesia, e agli studi di storia dell’arte”. E le opere degli artisti selezionati potranno in futuro dialogare anche con gli ambienti storici, nelle sale dell’esposizione permanente, a confronto con i dipinti di Bongiovanni Radice. Il prossimo autunno, inoltre, sarà avviata l’attività didattica per la scuole: “Non abbiamo grandi spazi, ma stiamo studiando la formula più efficace per strutturare un’offerta che avvicini i più piccoli all’arte contemporanea”. C’è poi l’intenzione di consolidare i rapporti con le altre istituzioni culturali della città, “non a livello di collaborazioni sporadiche, ma come attività costante, perché questa Fondazione ha bisogno di trovare una sua continuità”. 

Gli spazi storici della Fondazione Adolfo Pini di Milano dopo il restauro
Gli spazi storici della Fondazione Adolfo Pini di Milano dopo il restauro

La nuova governance della Fondazione Adolfo Pini

Dunque si lavora anche per costruire un’ossatura infrastrutturale solida. Il CdA resterà in carica per tre anni (ne restano due), come pure il comitato scientifico che curerà la programmazione delle attività. Intanto, il primo febbraio scadono le candidature per il bando di selezione di un direttore esecutivo, figura che per la prima volta si affaccia nella storia della Fondazione: “Attualmente abbiamo un organigramma molto ridotto, ma nell’ottica di ampliare l’attività culturale dovremo crescere. Ecco perché è necessario dotarsi di un direttore esecutivo che si occuperà della parte più squisitamente gestionale e amministrativa. Per una fondazione totalmente privata come la nostra è fondamentale gestire tutto al meglio e autogovernarsi”. Insomma, come ribadisce la Presidente, “c’è tanto da fare, con tanto entusiasmo”.

Livia Montagnoli

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