Ungaretti sul Carso: la mostra-evento sul grande poeta italiano a Gorizia

Poesia, pittura contemporanea e storia si incontrano al Museo di Santa Chiara, nella mostra multisensoriale che esplora l’esperienza dello scrittore sul fronte carsico, con una curatela d’eccezione

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie“. Questi versi di Giuseppe Ungaretti, tratti dalla poesia Soldati, risuonano per i quattro piani del Museo di Santa Chiara di Gorizia, dove si snoda la mostra Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia, la cui continuazione è alla Galleria comunale d’arte contemporanea di Monfalcone. Sviluppata da Marco Goldin – storico curatore italiano – l’esposizione offre un’immersione totale nell’esperienza di Ungaretti durante la Prima Guerra Mondiale, esplorando il suo duplice ruolo di poeta e soldato.  

L’arte contemporanea in dialogo con la storia di Ungaretti nella mostra a Gorizia

Su tutte le pareti si stagliano le poesie del poeta; nella sala multimediale viene proiettato il documentariocurato sempre da Goldin, che intreccia il racconto storico con le immagini dell’epoca.
Il cuore pulsante della mostra è rappresentato dalle opere di dodici artisti italiani contemporanei che hanno creato circa novanta quadri ispirati ai luoghi ungarettiani sul Carso. Artisti come Giovanni Frangi, Alessandro Papetti e Andrea Martinelli offrono interpretazioni visive che oscillano tra figurativo e astratto, catturando l’essenza del paesaggio carsico e la sua risonanza con la poesia di Ungaretti. Queste opere, distribuite su tutti i piani del museo, fungono da filo conduttore visivo, intrecciandosi con documenti storici, oggetti d’epoca e installazioni multimediali. La discriminante che divide i lavori in mostra è “con o senza Ungaretti”. C’è chi sceglie i paesaggi, con o senza l’effige del poeta, come Andrea Martinelli con La Giostra o con La notte belladi Franco Polizzi, e chi fa proprio un messaggio più concettuale, come Francesco Stefanini che in Trincea di Cima 4 scompone l’orrore in macchie di colore tra l’arancio e il bruno. Un messaggio simile è trasmesso da Cesare Mirabella, che attraverso un uso sapiente del rosso contrasta le tracce scure in Nei luoghi di Ungaretti. Franco Dugo, infine, sceglie di ritrarre un soldato con un teschio che lo accompagna mentre cadono le foglie (Si sta come d’autunno sugli alberi).

L’apparato bellico nella mostra su Ungaretti al Museo di Santa Chiara di Gorizia

La mostra non si limita a celebrare Ungaretti, ma offre una riflessione più ampia sulla relazione tra arte, guerra e memoria collettiva. La scelta di includere le uniformi – non più appariscenti come quelle del secolo antecedente – e gli oggetti militari, in collaborazione con il Museo della Grande Guerra di Gorizia, crea un contrasto potente con le opere, ricordando al visitatore la cruda realtà del conflitto che ha plasmato la poesia di Ungaretti. È stata una guerra primitiva, e nello stesso tempo modernissima. La tecnologia bellica aveva perfezionato armi sempre più sofisticate e letali, come le mitragliatrici, in combinazione, ad esempio, con le più primordiali mazze ferrate. Per questo molte delle opere riflettono la primordialità attraverso gli “incastri fangosi dei sassi” e gli anfratti che ricordano i soldati che si rintanavano nelle caverne, dove vivevano come moderni cavernicoli.

L’apparato poetico nella mostra su Ungaretti al Museo di Santa Chiara di Gorizia

In mostra anche un’edizione de Il Porto Sepolto restaurata, originariamente vidimata dalla Procura del Re il 24 dicembre 1916. Una delle ottanta copie stampate a Udine. Lo stesso anno in cui a Versa Ungaretti aveva sperimentato un legame profondo tra la vita di soldato e quella di poeta. Qui aveva incontrato il tenente Ettore Serra, un letterato che conosceva già le sue poesie su “Lacerba” e che diventò il suo editore per l’opera. Serra si recava al fronte per incontrarlo e condividere le bozze del libro che raccoglieva ‘’quei foglietti che non erano destinati a nessun pubblico’’ e che invece sarebbe diventato uno dei pilastri della poesia italiana del Novecento.

Lucia Antista

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Lucia Antista

Lucia Antista

Laureata in Filologia moderna, vive a Milano, occupandosi di arte, fotografia e teatro per Libreriamo. Giornalista pubblicista, al limite della grafomania, collabora con varie testate e quando può scrive sul suo blog Luce fu.

Scopri di più