Cambiare prospettiva. Ecco il focus del progetto in 3D di Cyprien Gaillard a Torino
Alle OGR di Torino con l'ambizioso progetto “Retinal Rivalry”, il famoso artista francese invita gli spettatori a immergersi nella sua singolare visione della realtà. L'intervista al curatore Samuele Piazza
Con il termine “rivalità retinica” si fa riferimento a un particolare fenomeno per il quale il cervello compie una sorta di selezione automatica nel momento in cui due immagini diverse vengono mostrate a ciascun occhio contemporaneamente. Invece che fondere insieme i due elementi, la percezione di uno degli input visivi soccombe per creare un’alternanza spontanea tra un’immagine e l’altra. Ed è proprio da questo evento affascinante che prende il titolo l’ultima opera filmica dell’artista francese Cyprien Gaillard (Parigi, 1980). Stiamo parlando di Retinal Rivalry, un ambizioso progetto commissionato dalle OGR Torinoe co-prodotto con Fondation Beyeler, Haus der Kunst München, Ministero della Cultura francese, Medienboard Berlin-Brandenburg, Sprüth Magers e Gladstone Gallery.
Un’installazione per immergersi nella visione dell’artista Cyprien Gaillard
Approdato al Binario1 dello spazio torinese durante i giorni dell’Art Week, il video invita lo spettatore a immergersi nella singolare visione di Gaillard attraverso l’utilizzo di appositi occhialini i 3D. Girato in stereoscopia, il film si avvale infatti di imponenti videoproiettori per restituire una resa qualitativa in grado di trasformare il tutto come se fosse una scultura da osservare girandoci intorno. Fra ironia e spettacolarità ci viene così data la possibilità di guardare le cose con lo sguardo dell’artista trovando anche gli spunti necessari per riflettere tanto su concetti quali l’identità, la commemorazione, il modo di vivere i centri urbani e – non per ultimo – quel senso di illusione che permea ogni cosa.
Visitabile alle Officine Grandi Riparazioni fino al 2 febbraio, Retinal Rivalry viene qui raccontata attraverso le parole del suo curatore, Samuele Piazza.
L’intervista al curatore Samuele Piazza
Com’è nata la collaborazione tra OGR e Cyprien Gaillard?
La collaborazione con Cyprien è nata oltre due anni fa con un mio invito a visitare lo spazio delle OGR Torino. Come curatore delle OGR, da diversi anni mi interrogo spesso su quali artisti e pratiche possano portare una visione critica su questo importante esempio di archeologia industriale. Il lavoro di Gaillard è stato da sempre una mia ossessione, soprattutto per l’approccio personalissimo ed estremamente tagliente al concetto di “rovina”, di rovina contemporanea, o per citare Robert Smithson di “rovine a rovescio”. Un concetto esplorato con la ricerca sull’architettura, sul rapporto col desiderio, e sulla ridefinizione di concetti come entropia e degrado.
Com’è stato lavorare con lui?
Lavorare con Cyprien è stato molto stimolante, un incontro fortunato con un artista entusiasta di buttarsi su nuovi progetti. È stato interessante percepire una continuità così stretta tra la sua pratica e la sua vita fuori dallo studio, sempre on the road, con un’incredibile curiosità e un intelletto mobile che spazia in ambiti molto diversi, dalla musica all’architettura.
Retinal Rivalry è un lavoro sottile e stratificato allo stesso tempo, cosa ti ha maggiormente colpito di quest’opera?
Quando Cyprien ci ha proposto di lavorare a un nuovo video 3D ho accettato con entusiasmo conoscendo il suo primo lavoro in 3D, Nightlife. All’inizio ero scettico, ma mi sono ricreduto rapidamente. Ricordo perfettamente di essere uscito dalla sala pensando che quel film fosse stato ideato da uno scultore capace di sfruttare il potenziale estetico del 3D. Credo che la stessa cosa emerga con forza in Retinal Rivalry.
Per me il connubio tra un’estetica rigorosa e deliberata e l’apertura a una complessità con zone di indeterminazione e conflitto crea la fascinazione dei suoi lavori.
Osservando l’atteggiamento degli spettatori durante la proiezione del film, ho notato che in molti l’hanno trattato come se fosse un video normale e non, invece, come una sorta di scultura da guardare girandoci intorno. Secondo te a cosa è dovuto? Come portare il pubblico a un certo tipo di fruizione dell’arte?
Non è facile abbandonare le convenzioni di visione a cui siamo abituati. Molti, entrando in uno spazio buio con una grande proiezione, si sono sentiti “al cinema”; senza rendersi pienamente conto di come la presenza del proprio corpo nello spazio e il cambiamento di punti di vista potessero modificare e arricchire la fruizione dell’installazione. Alcuni dei visitatori più liberi, non sorprendentemente, si sono rivelati i bambini.
Fra i vari argomenti toccati dall’opera di Gaillard emergono soprattutto i concetti di identità e di visione dell’altro. A tal proposito: cosa pensi dell’identità delle OGR? Non credi che l’offerta di una programmazione così variegata (spesso dettata anche dalle tendenze musicali del momento) abbia in qualche modo reso difficile la costruzione di una personalità forte per lo spazio?
L’identità delle OGR Torino è complessa e multiforme. Questa stratificazione può apparentemente sembrare un limite ma è una ricchezza straordinaria, il suo grande valore. La sfida delle OGR è unire mondi diversi, come il tech e l’arte contemporanea, intrecciando conoscenze ed expertise differenti che riflettano la stratificazione della contemporaneità. Ogni approccio arroccato nei confini di un’unica disciplina è necessariamente incompleto e preclude l’apertura e il coinvolgimento di un pubblico ampio ed eterogeneo. La varietà della programmazione risponde a uno degli obiettivi delle OGR, creare una cittadinanza culturale attiva grazie a numerose e diverse occasioni di scoperta e conoscenza per tutti.
Nuovi progetti per il 2025? Puoi anticiparci qualcosa?
Anche se non posso ancora svelare nulla, posso dire che il 2025 sarà un anno in cui continueremo ad esplorare il rapporto tra arte e innovazione tecnologica. I progetti si concentreranno sulle ricerche più avanzate della contemporaneità, ma non mancherà uno sguardo più storico, cercando sempre di favorire il dialogo tra passato e futuro.
Valerio Veneruso
Libri consigliati:
Robert Smithson: The Collected Writings. Di Robert Smithson e Jack D. Flam
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