A Bologna si può di nuovo ammirare un capolavoro segreto di Guercino

A Palazzo Sampieri Talon riprendono le visite guidate per scoprire “Ercole e Anteo” di Guercino, pittura murale dalla straordinaria potenza che stupisce per la modernità del messaggio e l’audacia della composizione

La lotta è scatenata, il momento culminante. Ercole, vestito come il suo avversario, della sola pelle di leone, solleva Anteo afferrandolo per la vita e, cingendolo con la massima potenza, inarcandosi per lo sforzo, lo strangola. Il pathos è altissimo e la tensione, oltre a riflettersi nei muscoli pulsanti e contratti dei due contendenti, si respira nello scorcio vertiginoso da cui è ripresa la scena. Ercole ha un’espressione contrita e accigliata; mentre Anteo, amaramente conscio di non aver più via di scampo, geme invocando – stavolta invano – l’aiuto dei ben noti genitori.

Guercino e il mito di Ercole e Anteo

Così Guercino, al secolo Francesco Barbieri (Cento, 1591-1666), ormai all’apice della fama, nel 1631 rappresenta un episodio della leggendaria vita di Ercole, in cui l’eroe sconfigge, grazie a un’intuizione geniale, il gigante libico, figlio di Poseidone e della Madre Terra; reso da questa imbattibile, per il suo acquistare nuove forze ad ogni contatto con il suolo. Ercole, semidio dalla forza sovraumana e di profonda intelligenza, vedendo il gigante rinvigorirsi dopo la messa a terra, capisce che l’unico modo per sconfiggerlo è proprio impedirgli il contatto con il suolo, ovvero con la madre. Quindi, chiamando a raccolta tutte le forze, in un impeto dinamico di sorprendente vitalità, il figlio di Zeus sconfigge Anteo sollevandolo e stringendolo talmente forte da soffocarlo in un ultimo drammatico spasimo.

Guercino, Ercole e Anteo, 1631, Palazzo Sampieri Talon, dettaglio
Guercino, Ercole e Anteo, 1631, Palazzo Sampieri Talon, dettaglio

La scena mozzafiato di Guercino

La scena dipinta da Guercino è mozzafiato e si può considerare uno degli esempi della maniera giovanile del pittore, in cui gli insegnamenti veneziani e bolognesi si fondono con quelli romani, per dare adito ad una scena di grande modernità. La possanza dei corpi, resa vibrante dal fremito vitalistico che li percorre, si scioglie nella naturalezza del colore che, irrorato dal calore della luce, pervade tutta la scena.

Il capolavoro di Guercino a Palazzo Sampieri Talon

Un capolavoro documentato il 6 ottobre 1631 come segue nel Libro dei conti dell’artista, custodito nella biblioteca dell’Archiginnasio: “Dal Sig.re Abbate Sampieri da Bologna si è ricevuto per l’Ercole e Anteo fatti a fresco in casa di detto Sig.re Sampieri. Scudi 100”, ma rimasto segreto per quattro secoli nel salone che l’artista, con il suo gesto dirompente, ha aperto direttamente sul cielo. L’opera, che sebbene sia a parete non è ad affresco ma realizzata con tecnica a secco, fu l’ultima occasione per Guercino di confrontarsi, dopo i dipinti romani, con la pittura murale. Quindi, anche se è possibile che l’artista fosse già a Bologna per una precedente commissione: Il ritratto di Bernardino Spada, cardinal legato della città, non è da escludere che per un lavoro del genere, di cui poté persino scegliere tema, impostazione e tecnica, vi si sarebbe recato appositamente; prima di stabilirvisi definitivamente nel 1642, dopo la scomparsa del suo eterno rivale Guido Reni.

Guercino, Ercole e Anteo, 1631, Palazzo Sampieri Talon, Visione del Salone
Guercino, Ercole e Anteo, 1631, Palazzo Sampieri Talon, Visione del Salone

Guercino: un artista libero ma con i piedi per terra

Il valore della strabiliante pittura è ulteriormente amplificato dal suo esser giunta fino a noi praticamente intatta, ovvero senza aver mai subito ritocchi o restauri e per l’essere stata eseguita a mano libera. Infatti, pur impostando l’ardita scena nei disegni preparatori (custoditi in prestigiose collezioni), pare che nella realizzazione l’artista non se ne servì affatto. Perché, come scrisse Carlo Cesare Malvasia, Guercino all’epoca aveva raggiunto una padronanza tecnica tale da poter costruire l’audace impianto prospettico, basato esclusivamente sulla tensione del vigore muscolare dei corpi “senza cartone, tanto era pratico nell’eccellenza del disegno”. Un’abilità tecnica bilanciata da un’altrettanta elevata caratura morale come testimonia la scelta di rappresentare, all’apice del successo, il mito di Ercole e Anteo; monito contro il peccato di superbia che ricorda l’importanza di stare con i piedi per terra. Un messaggio quantomai attuale oggi, in cui si assiste ad un progressivo scollamento dalla realtà in favore di una “fuga” in dimensioni virtuali e parallele, in cui difficoltà e problematiche evaporano di fronte alla creazione di identità fittizie.

“Ercole e Anteo”: oggi finalmente visitabile

Grazie alla collaborazione tra il marchese René Talon Sampieri, manutentore dello storico palazzo in Strada Maggiore, nel cuore di Bologna, e le associazioni Amici del Guercino e Bologna Welcome, l’Ercole e Anteo, è aperto al pubblico, visitabile in un tour guidato, concepito per un massimo di venti persone e prenotabile online. Un percorso della durata di circa 45 minuti che, oltre a svelare la potenza di Guercino, come artista e come uomo, racconta anche la storia della dimora quattrocentesca, abitata dalla famiglia Sampieri dal 1542.

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Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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