Su Instagram l’inusuale appello del Museo del Prado per ritrovare un dipinto di Mengs

Dopo la scoperta fortuita di un Caravaggio perduto, Madrid torna alla ribalta delle cronache artistiche per un’insolita richiesta di aiuto per ritrovare un quadro scomparso 

Per la prima volta, la direzione del Museo del Prado di Madrid ha deciso di sfruttare il potere mediatico delle reti social per lanciare un appello internazionale per localizzare un’opera del pittore Anton Raphael Mengs (Aussing, 1728 – Roma,1779). Si tratta di una tela raffigurante Santa Cecilia, proprietà privata di un collezionista italiano (il cui nome non è stato rivelato) e di cui si sono perse le tracce dal 2001. 

In autunno è in arrivo una grande mostra su Mengs a Madrid

Il museo spagnolo ha annunciato per il prossimo novembre una mostra dedicata al padre fondatore del Classicismo pittorico, che si prospetta già un evento imperdibile. Mengs è fra gli artisti del Settecento europeo più affascinanti, ma senza dubbio è anche fra i meno noti. Non è un caso, infatti, che con tale mostra il Prado voglia riportare l’attenzione del grande pubblico sul ritrattista e intellettuale che in Spagna veste i panni di pittore di corte all’epoca di Carlo III di Borbone (tra il 1761 e il 1776), dedicandosi anche alla formazione artistica, alle scuole artigianali e rivaleggiando in parte con Giambattista Tiepolo.

La retrospettiva su Mengs è praticamente pronta”, spiega Andrés Ubeda de los Cobos, che dopo otto anni alla direzione scientifica del Prado, torna in veste di conservatore capo della pittura del XVIII Secolo e di Goya ed è co-curatore dell’esposizione insieme a Javier Jordán de Urríes. “Manca solo il dipinto di Santa Cecilia che con quest’iniziativa insolita, di comunicazione digitale, ci auguriamo di ritrovare presto”.

L’appello del Museo del Prado su Instagram

Nella story del Prado lanciata venerdì 31 gennaio – che in poche ore ha raggiunto più di 40mila visualizzazioni e suscitato l’interesse della stampa locale e internazionale – Ubeda stesso mostra una foto del quadro e lancia l’SOS del museo. Si tratta di un’operazione di “marketing culturale” senz’altro inedita e forse poco ortodossa, che tuttavia conferma l’apertura del museo alle strategie di comunicazioni più attuali, nelle quali il Prado è pioniere e per le quali ha ricevuto premi internazionali, grazie anche alle seguitissime dirette mattutine su Instagram. 

Ho voluto ripetere parte del messaggio in italiano”, spiega lo storico dell’arte, “perché l’ultima volta che il quadro è stato visto, nel 2001 in una mostra tenutasi a Dresda e a Palazzo Zabarella a Padova, l’opera apparteneva a un collezionista privato italiano. L’estate scorsa sono stato personalmente a Roma per contattarlo, ma purtroppo al domicilio che mi è stato indicato non vive più nessun membro della famiglia. Dopo lunghe ricerche presso colleghi romani, istituzioni museali e specialisti d’arte del XVIII Secolo, preso dalla disperazione, ho pensato che non restasse altro che chiedere aiuto attraverso le reti sociali”. 

Santa Cecilia di Anton Raphael Mengs
Santa Cecilia di Anton Raphael Mengs

Un’opera che emula i Maestri italiani della pittura

Mengs oggi non è un pittore popolare e nella storia dell’arte non occupa il posto che meriterebbe: ha subíto l’oblio del Romanticismo ed è lontano dalla sensibilità artistica contemporanea. Eppure, rappresenta per la pittura del XVIII Secolo quello che fu Winkelmann per l’archeologia. “È un artista che trascende il puro atto della pittura, rinnovatore dell’estetica che propugna il ritorno alla classicità della statuaria greca come ideale di bellezza”,spiega Ubeda. “Il quadro di Santa Cecilia non solo è un’opera bellissima, ma permette di comprendere l’idea di Mengs di emulazione dei maestri del passato, non come pura imitazione, ma come misura comparativa e fonte di ispirazione. In quest’opera Mengs emula Domenichino e ci parla dell’arte immortale dei grandi maestri della pittura italiana, da Raffaello ai Carracci”.

Una Santa Cecilia scomparsa nel nulla

La tela di Santa Cecilia, dipinta da Mengs intorno al 1760, sembra dunque scomparsa nel nulla. Non appare nelle liste delle opere notificate dalla Soprintendenza italiana, né risulta fra i quadri battuti all’asta dal 2001 a oggi. Potrebbe dunque soltanto essere passata di mano in mano fra gli eredi del collezionista romano; oppure, essere stata venduta direttamente dal proprietario attraverso un atto privato (perfettamente legittimo).

Nel frattempo, però, più di 40mila usuari della rete – molti dei quali probabilmente non avevano mai sentito nominare prima d’ora il nome di Anton Raphael Mengs – ha saputo che in autunno a Madrid ci sarà una grande mostra dedicata a quest’artista tedesco. E che il Prado, per la prima volta forse nella storia dei musei, è alla ricerca di detectiveanonimi, disposti per amore dell’arte a compiere indagini personali per riportare alla luce un capolavoro scomparso. 

Federica Lonati

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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