Keil Space a Firenze: un progetto per l’arte del futuro

Mohamed Ogbi, CEO di Keil Space, racconta l'evoluzione di un'esperienza che unisce arte, inclusività e terapia per il benessere globale. Keil Space a Firenze è un’opera-museo dell’artista Sam Keil che rappresenta una modalità intima e inedita di intendere lo spazio artistico

Con i suoi oltre 500 metri quadrati, Keil Space è un nuovo “territorio” di arti avanzate nel cuore della città rinascimentale di Firenze. Questo luogo futuristico, nato dalla mente dell’artista Sam Keil (Londra, 1965), accoglie i visitatori in un vero viaggio estetico che unisce il potere dell’arte alla dimensione della vista, del suono, dell’olfatto, del gusto e del tatto. Un’esperienza di riflessione e decompressione capace di risvegliare la nostra “capacità di vedere”, intesa come capacità di sentire e percepire il mondo intorno a noi. Ne parliamo con Mohamed Ogbi, CEO di Keil Space.

Intervista a Mohamed Ogbi di Keil SPace

Da dove nasce la storia di Keil Space?
Il viaggio della famiglia Keil nel regno dell’arte e dell’artigianato comincia all’inizio del XX Secolo con Henry William Keil, un illustre antiquario che dapprima lavora al fianco di Sir. Sydney Gordon Russell, e poi fonda nel 1932 la sua H.W. Keil Ltd e, contestualmente, la Keil Foundation. Operando dalla pittoresca Tudor House di Broadway, nel Worcestershire, l’esperienza di Henry Keil gli fa guadagnare rapidamente fama internazionale. La reputazione del business attira il patrocinio di luminari, tra cui membri della famiglia reale britannica, come la regina Mary di Teck e sua madre, la principessa Mary Adelaide di Cambridge, che visitano spesso i Keil, acquistando pezzi che oggi abbelliscono le sale di Buckingham Palace.  I figli di Henry, Peter e John Keil, portano avanti questa eredità, fondando le proprie attività di antiquariato ed espandendo l’influenza della famiglia. Keil Foundation, avviata da Henry e proseguita da John e Sam Keil, diventa poi la pietra miliare delle iniziative future della famiglia, tra cui la creazione di Keil Space.

Keil Space By Sam Keil
Keil Space By Sam Keil

Visitando Keil Space ho avuto la sensazione di essere protagonista di un viaggio in cui non ero spettatore passivo ma protagonista attivo. Ho avuto la sensazione di essere accompagnato con affetto attraverso gli ambienti che presentano il percorso e le fasi del lavoro di Samantha Keil. Ci puoi dire perché nasce Keil Space e quali sono i suoi obiettivi?
Keil Space offre ai visitatori un viaggio individuale e multisensoriale, che introduce alle collezioni di Prima, Seconda e Nuova Generazione di Sam Keil, rendendo l’osservatore co-creatore della mostra e dei suoi significati. In altre parole, Keil Space è una piattaforma comunicativa dedita ad ampliare l’accessibilità del dialogo artistico, creando un luogo sicuro dove le persone possono riflettere e condividere apertamente le proprie emozioni, esplorare diverse prospettive e ampliare la propria comprensione del mondo. L’arte diventa uno strumento per la riflessione personale, per accedere a un livello di comprensione più profonda, per incoraggiare l’empatia verso gli altri, il senso di vicinanza alla natura e la sensazione di essere un tutt’uno con l’universo. Un’esperienza dove la modalità, il “come”, diventano parte integrante del “cosa”.

La visita a Keil Space mi è sembrata quasi rivoluzionaria rispetto alla fruizione di mostre, musei e biennali che sono caratterizzate da tante opere da vedere in poco spazio e poco tempo. Mi hanno subito colpito la penombra, il silenzio, la scelta degli ambienti e dei colori tenui. Da questa penombra emergono le opere della Prima e della Seconda Generazione, con la loro energia atavica, e le opere della Nuova Generazione che convergono in una dimensione solitaria dell’osservatore.
L’iniziativa ha accolto individualmente più di 500 persone di età compresa tra i 17 e gli 85 anni, provenienti da tutti i segmenti della società, nonché esperti di vari settori, tra cui scienziati, storici, critici d’arte e psicoterapeuti. Indipendentemente dall’età, dalla cultura o dallo status sociale, i visitatori hanno condiviso una serie di effetti ed opinioni comuni. Questa risonanza emotiva collettiva dimostra il potere universale dell’arte e la sua capacità di trascendere le differenze, incoraggiare l’empatia verso gli altri e promuovere le comunità, partendo da ciò che ci unisce come esseri umani.

Mi ha colpito come l’esperienza sia in grado di aprire una dimensione psicologica di comprensione di se stessi e degli altri. Esiste anche una dimensione terapeutica di Keil Space?
È interessante parlare degli effetti benefici dell’esperienza di Keil Space, supportati da numerosi studi, tra cui la ricerca condotta da QDAS, società inglese leader nel campo della ricerca qualitativa sui dati, che ha evidenziato l’impatto terapeutico sullo stato psicofisico degli osservatori. Partendo dalle 500+ testimonianze dell’Archivio Audiovisivo di Keil Space, la ricerca ha dimostrato che l’esperienza ha un forte carattere benefico per gli osservatori, evocando emozioni e ricordi, introspezione e connessione con la natura, con l’universo e con sé stessi, fornendo un ambiente di rilassamento e riflessione, aumentando il senso di presenza e il livello di concentrazione, stimolando i sensi e l’immaginazione.


Qual è il percorso formativo che ha permesso a Samantha Keil di arrivare alla creazione di Keil Space?
Samantha Keil è nata nel 1965 nel Regno Unito, dove cresce tra l’arte e un ambiente ricco di storia, e in seguito frequenta la Stowe School e la Royal Academy of Arts, dove Dame Elizabeth Frink diventa la sua influente mentore. Sotto la guida di Frink, Keil affina le sue tecniche scultoree e la sua attenzione tematica, ottenendo borse di studio e premi prestigiosi. Poco dopo, l’esplorazione dei sistemi dinamici si estende alla musica e alla danza, incorporando la metodologia violinistica di Yehudi Menuhin e ispirandosi a Nijinsky, Nureyev e ai Balletti Russi. La sua passione per l’integrazione del movimento e della musica nell’arte la porta a New York, dove collabora con istituzioni prestigiose come Adventure in Motion Pictures, creando sculture di ballerini per Il lago dei cigni.

Quali sono le maggiori influenze dell’artista?
Al di là della formazione formale, il lavoro di Keil è plasmato da una profonda curiosità intellettuale che spazia dalla filosofia alla matematica e alla meccanica quantistica. Queste discipline influenzano le sue opere, dove i principi dinamici e l’innovazione strutturale riflettono il suo impegno a comprendere e ricreare la complessità del mondo. L’approccio multidisciplinare di Keil l’ha portata a sperimentare in diverse direzioni e a utilizzare vari linguaggi. Il coronamento della sua ricerca artistica di una vita è sicuramente Keil Space, dove le sculture in bronzo e i lavori di “Nuova Generazione” sono presentati in un contesto dove le opere e lo spazio stesso non sono semplici oggetti, ma segni e coordinate di una vera e propria esperienza che invita gli osservatori a esplorare le dimensioni metafisiche dell’esistenza.

Qual è il rapporto di Keil Space con il mondo dell’arte e quale prospettiva avete per il futuro?
La famiglia Keil ha avuto legami con enti come Sotheby’s e Christie’s, così come per le collaborazioni con istituzioni come l’Ashmolean Museum. Dai tesori antichi curati da Henry Keil alle topografie esperienziali d’avanguardia di Sam Keil, il viaggio della famiglia Keil evidenzia il potere dell’arte di trasformare, connettere e ispirare il futuro. Come tedoforo dell’eredità Keil, Sam immagina un futuro in cui l’arte trascende le forme tradizionali per diventare uno strumento di trasformazione personale e di unione sociale. Keil Space testimonia l’incrollabile fiducia della famiglia nella capacità dell’arte di plasmare la nostra comprensione del mondo e di noi stessi. Un futuro in cui l’arte rimane una forza vitale di connessione e ispirazione.

Luca Rossi

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