La Pagode: il tempio giapponese del cinema d’essai riapre i battenti a Parigi
La storica sala cinematografica La Pagode si prepara a riaprire nel 2025 grazie all’ambizioso progetto dello studio Loci Anima. Ecco cosa sappiamo
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Chiusa dal 2015, La Pagode, una delle sale cinematografiche più iconiche di Parigi, si prepara a riabbracciare gli spettatori nel 2025. Dopo anni di incertezze e lavori di ristrutturazione, questo luogo storico, situato in rue de Babylone nel VII Arrondissement, tornerà a vivere grazie ad un progetto che mira a preservarne l’anima culturale e storica, mantenendo intatta la sua unicità nel panorama del cinema d’essai parigino.
La storia dell’edificio La Pagode
La costruzione del cinema La Pagode risale al 1896, quando l’architetto Alexandre Marcel fu incaricato da François-Émile Morin, direttore del grande magazzino Le Bon Marché, di progettare un edificio ispirato alla cultura giapponese, come gesto d’amore per sua moglie. Ispirato al Santuario Nikkō Tōshō-gū in Giappone, la struttura venne adornata con arazzi e affreschi importati direttamente dal Giappone. Inaugurata nel 1896, La Pagode divenne rapidamente un simbolo della Parigi di fine secolo, unendo l’orientalismo alla modernità parigina. Tuttavia, pochi mesi dopo l’apertura, la moglie di Morin lo lasciò per un altro uomo, incontrato proprio durante un evento organizzato a La Pagode, segnando l’inizio del declino dell’edificio. Nel 1931, l’edificio riaprì come cinema, diventando presto un punto di riferimento per il cinema d’avanguardia, ospitando i primi film di registi come Luis Buñuel, Jean Renoir e Jean Cocteau. Negli Anni Sessanta, divenne invece un cinema di tendenza, proiettando i film capolavori della Nouvelle Vague, tra cui quelli di François Truffaut.
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La Pagode negli Anni Ottanta
Nel 1972, La Pagode subì una significativa trasformazione grazie alla ristrutturazione voluta dal regista Louis Malle, all’epoca gestore dell’edificio e realizzata dagli architetti Luce Eekman e François Debulois; i lavori si conclusero nel 1973, con l’aggiunta di una sala da tè che conferì un tocco di autenticità orientale. Negli anni successivi, sotto la gestione della casa di produzione cinematografica Gaumont, La Pagode divenne un luogo di dibattito e confronto culturale. Nel gennaio 1978, ospitò un evento sul cinema omosessuale organizzato dal Groupe de libération homosexuelle, che attirò l’attenzione mediatica e suscitò non poche polemiche: alcuni film furono addirittura vietati dal governo e un attacco da parte di un gruppo di estrema destra durante una proiezione fece crescere ulteriormente la visibilità del cinema.
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Gli anni recenti di La Pagode
Nel 1983, il giardino fu classificato come monumento storico, seguito dalla facciata e dalla sala principale nel 1990. La gestione passò a Élisabeth Dauchy nel 1985, che rifiutò le proposte di trasformare l’edificio in un parcheggio o in fast food.
Dopo la chiusura nel 1997, La Pagode riaprì nel 2000 con la proiezione del film In the Mood for Love di Wong Kar-wai, continuando a essere un punto di riferimento per il cinema parigino. Tuttavia, la gestione divenne conflittuale a partire dal 2010 e il cinema chiuse definitivamente nel novembre 2015.
Charles S. Cohen e la nuova facciata del cinema parigino
Il progetto di ristrutturazione dell’edificio è stato concepito dall’appassionato di cinema Charles S. Cohen, che, dopo aver acquistato l’edificio nel 2017, ha affidato il restauro agli architetti Françoise Raynaud, fondatrice di Loci Anima e Pierre-Antoine Gatier, capo architetto dei monumenti storici della città di Parigi. La visione dello studio Loci Anima, come sottolineato nell’incipit del progetto, si basa sulla creazione di “un luogo d’incontro per le emozioni, aperto al quartiere”, ponendo particolare attenzione all’integrazione del cinema con gli abitanti della zona.
Dopo oltre sette anni di lavori che hanno suscitato numerose polemiche, i lavori sono quasi giunti al termine. Una delle criticità principali del progetto è stata l’abbattimento degli alberi del giardino giapponese, tra cui un ginkgo biloba, un castagno e un faggio piangente e la demolizione di un muro classificato come monumento storico. Nonostante le critiche, i due architetti difendono le scelte fatte, sostenendo che il calcestruzzo impiegato fosse necessario per creare nuovi spazi sotterranei per il cinema. Françoise Raynaud assicura che sia il giardino giapponese che il padiglione saranno ricostruiti fedelmente, come erano stati progettati originariamente da Alexandre Marcel, mantenendo l’estetica storica della struttura.
Un nuovo cinema per Parigi: La Pagode tra passato e futuro
Il restauro prevede anche la creazione di un nuovo giardino giapponese progettato dall’architetta paesaggista Ursula Wieser. Il giardino, come il padiglione, sarà ricreato con la stessa precisione e attenzione ai dettagli dell’epoca. L’idea è quella di dar nuova vita a La Pagode, preservandone l’identità storica, ma al contempo adattandola alle esigenze del cinema moderno.
La nuova struttura disporrà di quattro schermi, di cui due ricavati nel seminterrato, mentre l’edificio principale sarà ampliato e arricchito da un ingresso in vetro che si collegherà al giardino. Questo nuovo spazio, progettato con materiali che richiamano quelli originali, diventerà anche un’area per eventi e scambi, contribuendo a rafforzare il legame tra tradizione e modernità.
Con 400 posti a sedere e una moderna offerta cinematografica, La Pagode si prepara a diventare un punto di riferimento culturale a Parigi, un simbolo che unisce il passato e il futuro del cinema, che dimostra come sia possibile valorizzare un patrimonio storico senza compromettere il comfort.
Gaia Rotili
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