Arte, comunicazione e storytelling. L’importanza di una formazione interdisciplinare
Partecipando alla conversazione lanciata su Artribune da Antonio Spadaro e proseguita da Paolo Cuccia sullo storytelling nella trasmissione culturale, Hans Ulrich Obrist interviene a riaccendere il dibattito, raccontando i casi del Black Mountain College e della scuola di Pontus Hulten tra gli altri

Storicamente, le scuole d’arte sperimentali, offrendo nuove vie di apprendimento, insegnamento, pensiero e pratica, hanno avuto un ruolo cruciale nell’espansione delle nostre idee sull’arte e nell’abbattimento di una educazione a compartimenti stagni.
È da questi modelli e metodi che possiamo apprendere e creare un nuovo e coinvolgente modo di insegnare l’arte. Guardare indietro alla storia o a elementi che hanno funzionato, può aiutare a comprendere meglio di cosa avrebbe bisogno una nuova scuola d’arte interdisciplinare per fornire spazi urgentemente necessari per lo sviluppo di nuove idee e la creazione di connessioni.
La lezione del Bauhaus di Gropius
All’inizio del XX Secolo, il Bauhaus, fondato nel 1919 da Walter Gropius, divenne l’istituzione che avrebbe proposto idee radicalmente nuove e riunito insieme l’insegnamento dell’arte, dell’architettura e del design. Le lezioni si conclusero nel 1933 a causa dell’aumentare della discriminazione e della repressione da parte dei nazisti. Nello stesso anno, John Andrew Rice, Theodore Dreier, Frederick Georgia e Ralph Lounsbury fondarono il college di arti liberali Black Mountain College nella Carolina del Nord, negli Stati Uniti. Lo scambio interdisciplinare e un’esperienza di apprendimento olistica erano alla base del College, che ha dato vita ad alcune delle personalità e teorie artistiche più importanti del XX Secolo e ospitato nomi noti come membri della facoltà, incluso lo stesso Gropius.
Insegnare l’arte: dal Bauhaus al Black Mountain College
Josef Albers, che era sia studente che membro della facoltà del Bauhaus, fu nominato capo del programma di pittura al Black Mountain College. Le uniche due materie che richiedeva ai suoi studenti di seguire erano l’insegnamento su forma e materiali e un monografico su Platone. L’importanza del Black Mountain College per studenti e insegnanti oltrepassava l’orario di lezione. Susan Weil, ad esempio, mi ha raccontato degli scambi e delle connessioni che avvenivano in mensa: “alla fine della giornata scolastica, vai in mensa […] e condividi pensieri con poeti e musicisti”, sottolineando il ruolo cruciale degli spazi di incontro nel favorire discussioni tra diversi ambiti creativi.
In un’intervista, la pittrice Dorothea Rockburne mi ha raccontato dell’importanza nella sua vita dell’esperienza al Black Mountain College, anche per l’approccio che ha avuto con l’insegnamento in seguito: “[…] al Black Mountain, tutti erano così intelligenti. E potevi seguire qualsiasi numero di corsi. Tutti gli insegnanti erano brillanti, tutti erano brillanti, e io ero semplicemente in paradiso quando ero lì. E ho ricevuto un’istruzione che ho usato ogni giorno della mia vita. Ma ti dirò, quasi tutte le scuole in cui ho insegnato o nelle quali sono stata hanno subito l’influenza del Black Mountain College”.

L’esperienza di Obrist alla Städelschule di Francoforte
Io stesso sono stato influenzato dall’importanza di una formazione interdisciplinare, che supera la paura di unire conoscenze e riunisce arte, scienza e tecnologia insieme, mentre lavoravo a stretto contatto con Kasper König alla Städelschule di Francoforte. In quella occasione ho visto come una scuola può funzionare come un centro a potenza interdisciplinare. Il modello della Städelschule era fantastico: König invitava ogni settimana artisti, architetti e pensatori incredibili per conferenze.
Adiacente alla scuola c’è il Portikus, lo spazio espositivo che esiste ancora oggi – il che è un aspetto molto importante poiché gli studenti della scuola possono partecipare lavorando nello spazio espositivo come guardiani o aiutando nella preparazione delle mostre, il che offre loro l’opportunità di apprendere da vicino come si realizza una mostra -. Sono lì mentre qualcosa viene prodotto.
L’Accademia di Pontus Hulten
Allo stesso tempo, artisti importanti della mia generazione contribuivano alla piccola accademia post-laurea a Parigi fondata da Pontus Hulten con Daniel Buren, Saekis e Serge Faucherau, sotto il nome di Institut des Hautes Études en Arts Plastiques. Molti di loro non hanno nemmeno visitato la scuola; sentivano però che le idee e l’ispirazione che provenivano da essa fuoriuscivano dalle mura dell’Istituto, influenzando ed educando i contemporanei.
Phillipe Parreno, che invece ci è andato, mi ha spiegato l’importanza che gli studenti venissero pagati nel periodo di formazione, che il programma fosse completamente finanziato e della serietà dell’approccio sia da parte degli insegnanti che degli studenti. Hulten e i suoi colleghi invitavano ogni settimana ospiti per tavole rotonde con gli studenti, inclusi alcuni dei pensatori più importanti del secolo precedente.
Hans Ulrich Obrist
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