Nei depositi del MUDEC ogni ultimo sabato del mese. Il Museo delle Culture di Milano si svela al pubblico

Il Museo delle Culture progettato da David Chipperfield prevede sin dalle origini depositi accessibili al pubblico, sul modello di molti altri musei etnografici del mondo. Ora l’appuntamento diventa fisso, una volta al mese, grazie alla collaborazione del Touring Club Italiano

Nel 2015, il MUDEC, Museo delle Culture di Milano ospitato nell’edificio progettato da David Chipperfield in Via Tortona, nasceva con l’obiettivo di accogliere e rendere accessibili le nutrite collezioni raccolte nel corso del Novecento nei depositi del Castello Sforzesco. Modulato sul modello dell’open storage, il museo dispone sin dalle origini di un deposito progettato appositamente affinché il pubblico possa visitarlo, collocato al piano terra dell’edificio, organizzato con diversi dispositivi – contenitori, armadi, cassettiere e griglie – e ordinato secondo i criteri geografico-culturali e tipologico-stilistici. Un approccio essenziale per garantire la fruibilità di una collezione vasta ed eterogenea, di circa 9000 pezzi (nell’arco temporale compreso tra il 1200 a. C. e il ‘900), di cui solo una minima parte – circa 500 – allestiti nelle sale espositive. E in linea con l’orientamento di molti musei etnografici del mondo, che in virtù della varietà del patrimonio che custodiscono hanno fatto dello storage una risorsa complementare al percorso espositivo.

Niki de Saint Phalle, installation view at MUDEC, Milano, 2024. Photo Carlotta Coppo
Niki de Saint Phalle, installation view at MUDEC, Milano, 2024. Photo Carlotta Coppo

I depositi del MUDEC aprono ogni ultimo sabato del mese

Per condividere il dietro le quinte del museo, dunque, il MUDEC ha sempre condotto visite guidate del deposito con tagli e racconti specifici (ad esempio improntate sulle questioni conservative), generalmente accessibili tramite appuntamento. Ma dal 22 febbraio, ogni ultimo sabato del mese, la visita ai depositi diventerà iniziativa fissa per il pubblico del museo grazie alla coprogettazione con il Comune di Milano del Touring Club Italiano, nell’ambito del progetto nazionale di cittadinanza attiva Aperti per Voi, che ha l’obiettivo di valorizzare il volontariato civico e l’impegno dei cittadini nel prendersi cura della città come bene comune. Si potrà accedere ai depositi divisi in piccoli gruppi di massimo nove persone, in turni di 30 minuti, a partire dalle 15.30. Restano valide le visite su appuntamento per motivi di studio.

Picasso. La metamorfosi della figura. Installation view at Mudec, Milano, 2024. Photo Carlotta Coppo
Picasso. La metamorfosi della figura. Installation view at Mudec, Milano, 2024. Photo Carlotta Coppo

Il patrimonio custodito nei depositi del MUDEC

Negli spazi del museo riservati alla conservazione e allo studio, le opere del patrimonio sono organizzate per contesti di provenienza geografica: dall’Africa – dove ha inizio il percorso nei depositi, per scoprire parte delle collezioni etnografiche riunite durante il periodo di espansione coloniale italiana in Africa orientale, raccolti sul campo dai viaggiatori ottocenteschi, e un nucleo di maschere e sculture della zona sub sahariana – all’Asia, dalle Americhe all’Oceania. Si segnalano, in particolar modo una collezione di terrecotte e porcellane cinesi, dal periodo Tang al periodo Ming, oltre 1.500 manufatti giapponesi – tra porcellane, tessuti e bronzi, corredi di armi, lacche, avori – e una cospicua raccolta preispanica e amerindiana. Ma anche diversi oggetti provenienti dalle aree di diffusione dell’Islam, con una rilevante collezione di tappeti, e una curiosa raccolta di cappelli e ventagli, costituita da 124 opere ascrivibili ai Secoli XIX e XX, provenienti da tutto il mondo. Un’altra area tematica è dedicata agli strumenti musicali.

Livia Montagnoli

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