Compie 30 anni il MAU Museo d’Arte Urbana di Torino in un quartiere operaio di fine ‘800

Tra i vicoli stretti e le case basse, il quartiere conserva inalterato il suo fascino originale. Anche grazie ai quasi 200 murales degli artisti che lo rendono un museo a cielo aperto

È il 1995 quando sul muro di una casa del Borgo Campidoglio a Torino, un quartiere operaio di fine ‘800, compare un murale. L’opera, intitolata Canto Metropolitano e realizzata dal pittore Mercurio, diventerà il simbolo del nascente MAU Museo d’Arte Urbana che oggi compie 30 anni con numeri da capogiro: 190 opere, 4mila mq, 100 artisti, giovani emergenti e artisti consolidati.

Edoardo di Mauro e il MAU

A dispetto del nome, il MAU nasce da un’intuizione del compianto storico e critico d’arte Edoardo Di Mauro soprattutto per ospitare le opere di pittori che con l’arte urbana e il muralismo avevano poco o nulla a che spartire. Per molto tempo dalla sua apertura, nel 1995, ha rappresentato un punto di riferimento per l’ottocentesco Borgo Campidoglio e per gli artisti, artigiani, commercianti e residenti del quartiere, come il corniciaio Pasquale Filannino, lui stesso artista che ha realizzato un murale proprio di fronte alla sua galleria Arte Fiano.

MAU Museo d’Arte Urbana di Torino, Angelo Barile
MAU Museo d’Arte Urbana di Torino, Angelo Barile

L’ingresso della street art al MAU – Museo d’Arte Urbana

Solo negli ultimi anni si è sviluppata un’attenzione sempre più marcata nei confronti della street art. Nei primi anni del 2000 hanno fatto il loro ingresso nel percorso del MAU i lavori degli street artist Chekos’Art  e Opiemme – quest’ultimo abituato a lavorare con le immagini e le parole in forma di poesia -, entrambi con un’opera in memoria di un falegname del quartiere, Gianni Garino.

MAU Museo d’Arte Urbana di Torino, Wasp crew Via Fabrizi. Ph Silvia Carbotti
MAU Museo d’Arte Urbana di Torino, Wasp crew Via Fabrizi. Ph Silvia Carbotti

MAU: un esempio di rigenerazione urbana

Oggi, 30 anni dopo la sua apertura, i palazzi, le botteghe, i negozi e le saracinesche, le panchine del quartiere – che tra i suoi vicoli stretti e le case basse conserva inalterato il fascino originale di metà Ottocento -, si sono trasformati in un insediamento artistico permanente all’aperto, riqualificato e dalla tranquilla atmosfera paesana dentro il caos di una città.

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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