La poesia esce dalle pagine dei libri e invade lo spazio. Succede in una mostra a Milano

Cultura come collaborazione. Alla Triennale la mostra “John Giorno: a labour of LOVE” offre una panoramica sulla ricerca dell’artista e, mettendo al centro le sue amicizie, dimostra come la condivisione e il supporto reciproco siano elementi essenziali per rafforzare l’offerta e la coesione dei sistemi culturali

Ispirata ad Among Friends, tema scelto per Miart 2025, John Giorno: a labour of LOVE alla Triennale Milano è curata da Nicola Ricciardi, con Eleonora Molignani, con il supporto di Giorno Poetry Systems e l’allestimento di EX. L’esposizione esplora la pratica artistica interdisciplinare di Giorno, le sue amicizie e collaborazioni con grandi intellettuali, poeti, pittori e musicisti. “Questa mostra nasce come una sorta di estensione del tema curatoriale di miart 2025”, spiega il curatore Nicola Ricciardi, “abbiamo cercato di trasformarlo in un progetto espositivo focalizzandoci su John Giorno, che ha fatto dell’amicizia e della collaborazione il proprio stile di vita e in qualche modo stile di lavoro”. Poeta, pittore e imprenditore artistico a tutto tondo, John Giorno (1936-2019) è stato un intellettuale protagonista della vita culturale americana. Indubbiamente forte il suo legame con William Burroughs, lo scrittore cardine della Beat Generation con il romanzo Pasto nudo, che abitava nello stesso edificio a Manhattan. Giorno ha fatto parte di un gruppo di amici e artisti – tra cui Robert Rauschenberg, Andy Warhol, William S. Burroughs, John Cage, Allen Ginsberg, Jasper Johns e Patti Smith – che ha rivoluzionato la scena culturale di New York.

La mostra di John Giorno nel “Cuore” della Triennale

La mostra si sviluppa in un luogo già fortemente connotato: Cuore – Centro studi, archivi e ricerca – per dialogarvi, anche grazie al materiale d’archivio qui presente. “Una serie di hackeraggi”, commenta Damiano Gulli, “come il gatto che domina la scala elicoidale, a dimostrazione del fatto che questo spazio può essere plasmato e trasformato in modo elastico e non invasivo, per quanto importante”. Il progetto di allestimento è curato da EX. di Andrea Cassi e Michele Versaci, è riuscito a creare gli elementi per “fare esplodere un archivio in modo sobrio ed elegante”; un percorso caratterizzato dal colore rosa, pensato per esplorare la duratura rilevanza di Giorno nel panorama contemporaneo.



L’esposizione racconta la vita e le opere di John Giorno, grazie a Giorno Poetry Systems, una realtà no profit creata dall’artista per sostenere colleghi, musicisti e scrittori, che ora ne gestisce l’ampio archivio. Sono presenti oltre cento tra poster, documenti, filmati d’archivio, una selezione di libri e volantini, che proiettano il visitatore nell’universo di John Giorno, un mondo in cui le parole ‘esplodono’ oltre la carta, invadendo lo spazio con una forza travolgente e rendendo la poesia accessibile a tutti.

Non volevamo limitarci a far vedere i documenti, ma abbiamo fatto un po’ esplodere la mostra”, commentaRicciardi, “hackerato pian piano tutti gli spazi per raccontare l’uscita di Giorno dalla pagina scritta, con le performance proiettate sugli schermi e tappezzando i muri con delle enormi gigantografie di questi documenti, per far capire quanto John Giorno fosse qualcuno che era molto difficile da contenere nella pagina di un libro”.

John Giorno, uno spirito collaborativo

Tra gli Anni ’60 e ’70, John Giorno ha preso parte a numerosi eventi sperimentali e mostre collettive, con il coinvolgimento di poeti, performer, musicisti e artisti visivi. Una fusione di diversi linguaggi artistici per offrire esperienze multisensoriali, amplificate dall’utilizzo pionieristico di dispositivi elettronici, che modulavano l’esperienza, rendendola immersiva. I manifesti di questi eventi mostrano chiaramente le tracce dell’amicizia di Giorno con alcune delle figure più significative dell’arte, della letteratura e della musica del Novecento.

Poems (1967) – la cui copertina fu realizzata da Robert Rauschenberg – rappresenta uno dei momenti più significativi della sua carriera, perché rompe le convenzioni poetiche tradizionali e porta la poesia a un livello di cruda realtà, utilizzando la parola come strumento per scuotere e al contempo avvicinare il pubblico, riducendo la distanza tra poesia e vita quotidiana. Del 1967 anche il manoscritto Johnny Guitar, con le fonti da cui questa poesia è tratta: articoli di giornale, riviste e romanzi, su ispirazione di Warhol e Duchamp.

La poesia di John Giorno accessibile in mostra a Milano

La selezione di opere include l’iconica Dial-A-Poem, con cui l’artista ha reso per la prima volta disponibili, attraverso la linea telefonica, le voci di artisti e musicisti per leggere le sue poesie. In questo modo la poesia diventava accessibile a chiunque avesse un telefono, sfidando le tradizionali modalità di fruizione della scrittura, ma mantenendo intatta la dimensione intima e privata dell’esperienza poetica. L’opera, originariamente prodotta nel 1968 e oggi nella collezione permanente del MoMA a New York, si è evoluta nel tempo, includendo centinaia di registrazioni che i visitatori possono ascoltare sollevando la cornetta.

Installation view della mostra John Giorno: a labour of LOVE Foto: Gianluca Di Ioia © Triennale Milano
Installation view della mostra John Giorno: a labour of LOVE Foto: Gianluca Di Ioia © Triennale Milano

Nel 1969 John Giorno partecipò a due edizioni degli Streetworks, durante i quali l’artista, indossando pattini a rotelle, distribuiva le sue poesie ai passanti. La strada diventava così il contesto ideale per una riflessione sulla poesia come fenomeno collettivo e partecipativo. Permangono diverse testimonianze scritte sulle reazioni del pubblico, che a volte appare confuso, altre irritato o sorpreso.

Il valore sociale della ricerca artistica di John Giorno

La collaborazione anima molti dei suoi progetti, come l’AIDS Treatment Project, 1984, esempio di amicizia virtuosa e reale fonte di sostegno. Erano previste varie iniziative creative di raccolta fondi, per uno dei primi interventi in cui l’arte è stata utilizzata come strumento di attivismo e sensibilizzazione sull’argomento.

Trova infine spazio nello Scalone d’Onore un’installazione delle opere pittoriche della serie Perfect Flowers, la quale sottolinea ulteriormente come l’artista abbia saputo liberare la poesia dalle restrizioni della pagina. Questa selezione di colorati Perfect Flowers emerge da un murale recante alcune delle frasi poetiche maggiormente note di Giorno. Il 5 aprile, durante la Milano Art Week verrà realizzata una performance nei luoghi della mostra, con la possibilità per i visitatori di farsi tatuare le sue frasi più celebri.

Giulia Bianco

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Giulia Bianco

Giulia Bianco

Ha frequentato a Milano il Master Economia e Management per l'Arte e la Cultura della 24Ore Business School. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania con tesi dal titolo “I contratti nel mondo dell’arte”, è specializzata in diritto…

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