Il Museo Egizio di Torino avrà una filiale a Catania. Siglato l’accordo: ecco dove aprirà
La sezione distacca dell’istituzione torinese nella città etnea sarà ospitata presso il Convento dei Crociferi. Entro il 2017 esposti reperti egizi attualmente custoditi nei depositi del museo piemontese
Continua la storia d’amore tra Torino e la Sicilia. Dopo la collaborazione tra la Fondazione Merz e il Comune di Palermo in vista di Manifesta 2018, giunge notizia dal capoluogo piemontese dell’appena nata sinergia tra il Museo Egizio e la città di Catania. Se ne era già parlato giusto un anno fa, ma sembrava un progetto appena accennato, lontano da concrete tempistiche di realizzazione: e invece pochi giorni fa è avvenuto l’incontro di Evelina Christillin e Christian Greco, rispettivamente presidente e direttore del Museo Egizio di Torino, con la soprintendente Luisa Papotti, il sindaco di Catania Enzo Bianco e l’assessore alla Cultura Orazio Licandro, per discutere dell’apertura di una sezione distacca dell’istituzione torinese nella città etnea, presso il Convento dei Crociferi. Il progetto prevede il trasferimento di una parte dei reperti egizi attualmente custoditi nei depositi del museo piemontese a Catania, rendendola così fruibile al pubblico – si parla di aprile 2017, previsione forse un po’ ottimistica, ma comunque entro l’anno – e mettendola in dialogo con alcune collezioni ellenistiche presenti in Sicilia.
DIPLOMAZIA CULTURALE
Il museo piemontese prosegue dunque nella sua mission orientata allo studio e alla valorizzazione del patrimonio posseduto, con questo ulteriore step che ne conferma, ancora una volta, la visione innovativa e poliedrica. “Il Ministero sostiene fortemente l’iniziativa della città di Catania”, ha dichiarato Luisa Papotti, “poiché offre l’opportunità di veicolare un modello culturale e gestionale di successo”. “Siamo molto soddisfatti”, commenta Evelina Christillin, “perché questo accordo ci consente di proseguire un percorso di diplomazia culturale iniziato a Torino con progetti di inclusione sociale che a Catania e in tutta la Sicilia potranno coinvolgere nuovi pubblici e diffondere i legami tra i popoli e le culture del Mediterraneo”.
– Desirée Maida
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