Un altro tesoro dalle viscere di Roma. Foto e video degli scavi nella Metro C

Rinvenuti durante gli scavi della metro C due ambienti di Età Traianea con reperti architettonici eccezionalmente conservati. Foto e video li raccontano.

Sempre più Roma si conferma uno scrigno di tesori dell’antichità. È recente la notizia del ritrovamento, all’altezza di Largo Amba Aradam di due ambienti della media età imperiale che, a causa di un incendio, contengono ancora ampie e ben conservate parti del solaio ligneo e del mobilio. Una scoperta sensazionale per la qualità dei reperti e del loro stato di conservazione, avvenuta nel corso dei lavori di realizzazione della Metro C, in costruzione dal 2007. Con un costo di 3 miliardi e 800 milioni di euro, verrà inaugurata il 29 ottobre del 2017. Da aprile è stata sottoposta a collaudo la tratta Lodi – San Giovanni. Mentre proseguono i lavori, la scoperta di una “mini Pompei” ha acceso gli animi: in particolare, il rinvenimento del solaio ligneo carbonizzato rappresenta un fatto sin qui unico per la città di Roma. La struttura è stata ritrovata all’interno del Pozzo Q15, la cui realizzazione è funzionale alla sicurezza delle Mura Aureliane in prossimità della costituenda Metro C.

IL POZZO DELLE MERAVIGLIE

Situato alle pendici meridionali del Colle Celio, che in Età Imperiale ospitava ricche ville e caserme, dal dicembre 2016 il Pozzo Q15 ha già svelato il comparto militare di via Ipponio, al quale si aggiunge una straordinaria scoperta: ampie porzioni di un mosaico pavimentale in un “moderno” bianco e nero sono state scoperte negli strati più alti del pozzo assieme a frammenti di intonaco dipinto delle pareti e del soffitto di un edificio crollato a seguito di un incendio verificatosi ella prima metà del III Secolo d.C.. Nello specifico, si tratta di due ambienti in opera mista, riferibili all’Età Traianea (inizi del II Secolo d. C.) con rimaneggiamenti di Età Adrianea e successivi. Si tratta di una scoperta eccezionale, che permette di approfondire le conoscenze in materia di tecniche architettoniche romane, in quanto sono emersi travetti di legno rettangolari utilizzati per il fissaggio degli intonaci, oltre a parti della struttura portante del solaio, la cosiddetta contignatio descritta da Vitruvio: in particolare, una grossa trave, che conserva sia gli incassi per l’inserzione dei travicelli trasversali sia una grossa chiodatura in ferro. A corredo, suppellettili decorate permettono di meglio capire le tecniche di fabbricazione del mobilio nella media Età Imperiale. A agevolare l’eccezionale ritrovamento, la circostanza dell’incendio di 1700 anni fa, che ha creato le chimico-fisiche per la conservazione degli elementi lignei che, seppur carbonizzati, sono di estrema rarità per epoche così antiche.

I resti di un cane

I resti di un cane

LE IPOTESI

I due ambienti rinvenuti potrebbero far parte della caserma di via Ipponio, che coincide sia per le quote di soglia e di rasatura sia per la datazione e la tecnica edilizia; è plausibile che si tratti di ambienti di rappresentanza a uso militare, data la presenza di un sistema di riscaldamento (forse termale) e il pregio dei rivestimenti (mosaici pavimentali, affreschi, lastre marmoree su alcune pareti, di cui restano le grappe di sostegno). Oppure, potrebbe trattarsi di sale appartenenti a una delle ville aristocratiche che sorgevano sul Celio e le cui fondamenta sono state rinvenute poco lontano. Un interrogativo cui potrà dare risposta la continuazione dello scavo. Intanto, per le strutture rinvenute è prevista ricollocazione futura in sede ancora da definire.

LE ALTRE METROPOLITANE ARCHEOLOGICHE

Non è la prima volta che una metropolitana incrocia un possibile scavo archeologico. Durante i lavori per la metropolitana di Napoli sono stati infatti rinvenuti numerosi reperti attribuibili a diverse epoche (dalla preistoria all’età aragonese), oggi conservati all’interno della Stazione Neapolis. Anche ad Atene la metropolitana interseca spesso gli scavi e a Salonicco, lo scorso marzo i lavori per la realizzazione della rete hanno portato alla scoperta di una grande piazza in marmo di epoca bizantina presso la fermata Aghia Sofia, mentre nel 2013 era stata rinvenuta un’antica corona in foglia d’oro, di quasi 2.500 anni fa, nella zona di Sintrivani. Ma ci sono anche le insospettabili, come quella di Milano: durante i lavori per la M3, la linea “gialla” sono srari rinvenuti reperti che raccontano la storia della città, avviando un processo di valorizzazione e recupero con la Sovraintendenza Archeologica della Lombardia.

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Redazione

Redazione

Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie.

Scopri di più