Ancona e la bellezza devota di Giovan Battista Salvi
Palazzo degli Scalzi e Chiesa di Santa Chiara, Sassoferrato – fino al 5 novembre 2017. Ventuno disegni di Giovan Battista Salvi, detto il Sassoferrato, provenienti dalla Collezione reale inglese in mostra nella città natale dell’artista. In un confronto con le corrispettive tele e altri dipinti, anche provenienti dalle aree colpite dal terremoto.
“Quella dipinta dal Salvi nelle sue Madonne è una bellezza che nasce dalla volontà di rendere più bella la natura, consapevole del fatto che a quella bellezza – che non ha un riscontro oggettivo con la realtà, ma è frutto di una sua rielaborazione – corrispondono pure dei sentimenti morali di alto valore, per cui è una bellezza devota ed educativa quella del Sassoferrato, in linea con quelli che sono gli orientamenti della Controriforma”. Spiega così la scelta del titolo Stefano Papetti, presidente del comitato scientifico dell’esposizione. “Giovanni Battista Salvi, che dal proprio paese natale prende il nome, è quindi un pittore più impegnativo da capire di quanto sia apparso finora. Speriamo che questa mostra contribuisca a farlo comprendere a tutti: un artista non solo bravo a maneggiare matite, biacca, pennelli e colori, ma in grado di ragionare e rielaborare delle immagini in linea con l’arte sacra del XVII secolo”.
DAL CASTELLO DI WINDSOR ALLE MARCHE
Ed è sicuramente una mostra molto articolata quella che il Comune di Sassoferrato – promotore dell’iniziativa insieme a Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, con il patrocinio del MiBACT e della Regione Marche, e con il sostegno di diverse fondazioni del territorio – è riuscito a organizzare, investendo in un progetto di grande qualità e utilità scientifica, che offre occasione di nuovi studi e ricerche sull’autore (anche grazie all’ottimo catalogo Silvana editoriale) ma altresì di valorizzazione del territorio, nel suo patrimonio artistico come per l’offerta turistica. Una mostra di grande fascino e importanza nel panorama nazionale, che vale senz’altro una visita.
Prezioso è infatti il prestito dei disegni provenienti dalla Royal Library del Castello di Windsor, mai esposti in Italia, dai tratti molto dettagliati, che danno un’idea precisa di quello che il pittore andrà a realizzare sulle tele. In dialogo con i disegni preparatori troviamo i dipinti, di soggetto religioso e devozionale, di cui in alcuni casi sono esposte più versioni autografe che evidenziano sottili differenze, soprattutto coloristiche, in cui l’osservazione dei grandi modelli (soprattutto Raffaello e Guido Reni) viene colta da Giovanni Battista Salvi (Sassoferrato, 1609 – Roma, 1685) con un atteggiamento di rielaborazione originale, proprio della sua personalità.
IL SEICENTO NON È SOLTANTO BAROCCO
La mostra monografica si completa con pale d’altare e tele in cui il Sassoferrato mostra grandi capacità di ritrattista, obiettivo e impietoso nel rappresentare il soggetto, per cui il visitatore potrà farsi un’idea articolata del pittore seicentesco la cui caratteristica principale è di estraniarsi dalle correnti più spettacolari del Barocco o del crudo realismo caravaggesco, per restituirci, attraverso un classicismo esasperato, delle immagini senza tempo.
– Annalisa Filonzi
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