Un festival, un museo in arrivo e ora anche una scoperta archeologica. La storia di Periferica
Mentre Mazara del Vallo si prepara ad accogliere a fine luglio il festival di rigenerazione urbana Periferica, di cui vi diamo qui le prime anticipazioni, i fondatori fanno una importante scoperta archeologica. Ne abbiamo parlato con loro, che ci hanno anche raccontato storia e progetti futuri
Come si fa a scavare in profondità riportando alla luce sprazzi di modernità? Una risposta viene dai fondatori di Periferica, una community con base a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, che tramite un progetto di rigenerazione urbana avviato cinque anni fa ha ridato vita ad una vecchia cava dismessa facendone un hub culturale aperto alla contemporaneità, con un festival che quest’estate arriverà alla quinta edizione.
Un processo di scavo che di metaforico ha ben poco, vista anche una recente scoperta effettuata durante i lavori preparatori in vista di “Evocava”, il futuro museo delle cave che sarà istituito in questo spazio della periferia mazarese con il via libera del Mibact. Senza alcun indizio che ne facesse minimamente sospettare l’esistenza fino a poco tempo fa, si è infatti d’improvviso aperta la visione, attraverso una stretta galleria, di un grande spazio sotterraneo. Qui si sono trovate, dietro un muro poi abbattuto e solo grazie ad una felice intuizione, tracce risalenti al lavoro di scavatori qui impegnati fin dai primi del 1800.
L’IPOGEO RITROVATO
Immaginare cosa possa provarsi al cospetto di un grande ipogeo di circa tremila metri quadri rimasto inesplorato per decenni non è facile, senza sentirsi degli odierni Indiana Jones. Soprattutto se tale rinvenimento dà un senso ulteriore all’idea su cui lavori da anni, ovvero che per valorizzare l’oggi della tua città devi andare alla ricerca di quelle tracce rimaste nel buio delle gallerie sotterranee che la percorrono. E certo Mazara nasconde una quantità indefinita di spazi ipogei, di origine naturale o antropica, ricavati nei secoli per ottenere quel tufo dorato che ne definisce le facciate dei monumenti e delle abitazioni.
“Non sapevamo se stessimo sognando nel momento in cui abbiamo aperto quel varco e quando dopo le nostre orme sono tornate a tracciare uno spazio inimmaginabile, rimanendo senza fiato”, raccontano ancora stupiti gli stessi operatori: “Era uno spazio che dormiva accanto a noi da sempre dietro ad un muro dove pensavamo, stando ai ricordi dei nostri genitori e nonni, che in passato vi fosse soltanto una mangiatoia”.
Sì, perchè l’odierna sede di Periferica è situata in un vecchio asilo adiacente alla cava in disuso, di proprietà di uno dei fondatori: “Nel 2013 abbiamo deciso di rigenerare uno spazio privato a nostra disposizione, visto che non riuscivamo a trovare sponda nelle istituzioni”, dice il project manager Carlo Roccafiorita, per cui questi massi sono familiari, come di famiglia è il mondo dei cavatori pure per Paola Galuffo, anch’essa fondatrice e ora curatrice di quest’esperienza, che sottolinea l’importanza di una scoperta ”che sentiamo il dovere di tutelare e promuovere, perché le cave sono l’impronta madre della nostra città ed è un patrimonio che vogliamo portare alla luce attraverso l’innovazione, la progettazione, la partecipazione”.
IL FESTIVAL PERIFERICA
Intanto nell’immediato sono in corso i lavori preparatori del nuovo festival di Periferica, con la partecipazione già annunciata dell’architetto tedesco Jurgen Mayer, essendo già previsti dieci giorni tra laboratori, workshop ed eventi dal 27 luglio al 5 agosto, chiamando a raccolta le migliori idee nel campo dell’architettura, del design e della comunicazione. Un appuntamento fisso ormai per Mazara, di cui il tema centrale quest’anno sarà il “museo aperto”, ovvero il ruolo della cultura all’interno dei processi di riattivazione. Un evento che nel tempo ha consolidato la partecipazione positiva ed il coinvolgimento della comunità, la cui eco si fa sentire anche oltre il territorio trapanese. Pure il quadro più limpido ha però le sue increspature, in questo caso legate ad alcuni episodi che hanno fatto scorgere l’ombra dell’intimidazione: l’ultimo avvenuto durante il festival di un anno fa, quando a causa di un fitto lancio di pietre si è dovuta sospendere una serata. E subito si fece sentire la solidarietà unanime, prima tra tutte la vicinanza del Farm Cultural Park di Favara: “Forse stiamo intervenendo in un ambito che sta diventando un problema per qualcuno”, dicono a proposito da Periferica. Ma le ombre del sottosuolo non sono destinate a rimanere tali.
– Alessandro Teri
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