500 volte Tintoretto. In attesa della megamostra di Venezia
A mezzo millennio dalla nascita dell’artista veneziano, la sua città di origine ne celebra la pittura con una mostra “diffusa”. Pronta a sbarcare oltreoceano.
È frutto di un dialogo intercontinentale il grande progetto espositivo che, a partire da settembre, accenderà i riflettori su Tintoretto, al secolo Jacopo Robusti, avviando un lungo anno di celebrazioni per il 500esimo della sua nascita. Ideata e coordinata da Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, e promossa insieme alla National Gallery of Art di Washington, in collaborazione con le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la rassegna Tintoretto 1519-1594 prenderà le mosse dalla città lagunare, con una doppia mostra a Palazzo Ducale e alle Gallerie dell’Accademia e una serie di esposizioni allestite nelle sedi veneziane custodi dei capolavori di Tintoretto. Il polo museale americano chiuderà i festeggiamenti, ospitando tra le sue sale una panoramica completa sulla carriera dell’artista.
I curatori Robert Echols e Frederick Ilchman hanno approfondito i dettagli di un evento che si preannuncia epocale.
La mostra dedicata a Tintoretto ha un respiro internazionale e innesca un dialogo fra tre importanti sedi museali. Da dove trae origine l’idea di questo dialogo?
Un diretto precedente di questa mostra è l’esposizione del 1990, organizzata dalle medesime sedi in occasione del 500esimo anniversario della nascita di Tiziano, raggiungendo un importante risultato. Dopo il successo della retrospettiva madrilena su Tintoretto nel 2007 e la mostra Titian, Tintoretto, Veronese: Rivals in Renaissance Venice allestita a Boston e Parigi nel 2009, noi, nel ruolo di studiosi di Tintoretto, abbiamo iniziato a guardare all’imminente anniversario della sua nascita pensando che fosse giunto il tempo di realizzare una rassegna interamente dedicata a Tintoretto nella cornice di Venezia, sua città natale e luogo in cui è custodita la maggior parte delle sue opere. Fummo lieti quando, nel 2015, Gabriella Belli ci invitò a collaborare con lei e Dodge Thompson, direttore della sezione mostre alla National Gallery of Art di Washington, alla pianificazione della mostra. Belli, forte di una comprovata esperienza nella realizzazione di mostre davvero interessanti, fin dall’inizio supportò con vigore il progetto dedicato a Tintoretto, un progetto internazionale, ma anche un omaggio di Venezia all’artista, cui avrebbero preso parte anche le Gallerie dell’Accademia e altri partner fondamentali. Quando Paola Marini assunse il ruolo direttivo delle Gallerie, qualche mese dopo, aderì con entusiasmo al progetto. Anche la Scuola Grande di San Rocco, dove sono conservati i lavori più famosi di Tintoretto, si è rivelata un partner entusiasta, così come la Curia Patriarcale. Pure la Scuola Grande di San Marco e Palazzo Mocenigo ospiteranno rassegne a tema, dunque il prossimo autunno Venezia stessa si trasformerà in una enorme mostra su Tintoretto.
Tintoretto è uno degli artisti più noti in Italia, ma l’ultima grande retrospettiva nella “sua” Venezia risale al 1937. È del 2007, invece, l’omaggio tributato all’artista dal Prado di Madrid. Come riprenderete il filo del discorso e che tipo di mostra offrirete al pubblico di oggi?
Per molto tempo si è ritenuto impossibile organizzare una mostra su Tintoretto, a causa delle dimensioni dei dipinti e del fatto che molti di essi si trovino ancora nelle loro sedi originarie. La poderosa retrospettiva del 1937 a Ca’ Pesaro riunì dozzine di opere provenienti da chiese e altri luoghi di Venezia e molte di esse furono tolte dai telai e arrotolate ai fini del trasporto. Oggi tutto ciò non sarebbe ammissibile. L’idea della mostra su Tintoretto al Prado fu di Miguel Falomir, allora curatore della sezione dedicata alla pittura italiana e oggi direttore del museo. Grazie alla visione ambiziosa e alla determinazione di Miguel, l’esposizione riscosse un grande successo, dimostrando che, attraverso un’accurata selezione dei dipinti di massima qualità, era possibile dar vita a uno show che illustrasse la varietà dell’opera di Tintoretto. Abbiamo appreso molto da quella mostra e lo si ritrova nell’esposizione veneziana che inaugurerà a settembre. Vogliamo presentare Tintoretto come un ritrattista con un’enfasi ancora maggiore rispetto a quella del Prado, quindi ci sarà una sezione dedicata esclusivamente ai ritratti. Anche la selezione delle opere sarà piuttosto diversa e includerà molti dei dipinti più iconici di Tintoretto ‒ dal Ritratto di uomo con una catena d’oro (custodito dal Prado) alla famosa Origine della Via Lattea (conservata presso la National Gallery di Londra) ‒ così come lavori relativamente sconosciuti, alcuni dei quali non sono mai stati esposti prima.
Come sarà suddiviso il percorso espositivo fra le sedi coinvolte nella rassegna?
Fin dall’inizio della progettazione ci siamo assicurati che le mostra veneziana fosse divisa in due sedi, con il giovane Tintoretto alle Gallerie dell’Accademia e la fase della maturità a Palazzo Ducale. La mostra all’Accademia tratterà i primi dieci anni della sua carriera, dal 1538 al 1548, l’anno dell’epocale Miracolo dello schiavo. Includerà anche opere dei maestri e dei rivali di Tintoretto, necessarie per comprendere fino in fondo i suoi esordi.
A Palazzo Ducale, invece, il focus sarà il periodo della maturità, compreso fra il 1548 e il 1594, anno della sua morte, e riunirà 45 dipinti e 20 disegni. Il criterio, in questo caso, sarà generalmente, e non strettamente, cronologico. La mostra inizierà con i primi lavori e si concluderà con gli ultimi, ma sono previste singole sezioni tematiche, come la ritrattistica. Circa a metà del percorso ci sarà una sezione che illustrerà i metodi di lavoro di Tintoretto e presenterà alcune affascinanti scoperte scientifiche. Il pubblico della mostra a Palazzo Ducale avrà l’opportunità di ammirare Susanna e i vecchioni, uno dei capolavori del Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Il cinquecentenario della nascita di Tintoretto ha innescato anche una campagna di importanti restauri dei capolavori conservati a Venezia. Di quali opere si tratta e quali soggetti ha coinvolto?
L’organizzazione americana Save Venice ha giocato un ruolo di primo piano, finanziando il restauro di diciannove dipinti. Nove di questi faranno parte della mostra e i restanti saranno visibili nelle loro sedi permanenti. Dipinti mai apprezzati completamente in passato, oggi rinascono come capolavori. Ad esempio, la pala d’altare della chiesa di San Marziale è stata per lungo tempo ricoperta di strati di vernice scura. Il restauro ha portato alla luce la superficie del dipinto, carica di bianchi luminosissimi e di colori intensi. Anche molti prestatori, inclusi musei e collezionisti privati, hanno restaurato le loro opere per l’occasione.
Qual è il grado di conoscenza, e di interesse, negli Stati Uniti rispetto a Tintoretto? E che tipo di reazione vi aspettate?
Certamente gli americani non hanno la medesima familiarità con Tintoretto posseduta dagli italiani. Per la mostra di Washington, il nostro obiettivo è presentare il genio di Tintoretto nella maniera più completa possibile fuori da Venezia. Se non possiamo portare lo spettatore nella Scuola Grande di San Rocco o a Palazzo Ducale, possiamo presentare capolavori provenienti da quei luoghi. Ma noi pensiamo che questa mostra avrà un impatto sulla percezione di Tintoretto da parte del pubblico italiano ed europeo in generale. Tintoretto può confondere. Durante gli anni della maturità, lui e la sua bottega produssero molti dipinti di media qualità e l’artista ebbe numerosi imitatori, le cui opere sono spesso confuse con le sue. Rigorosi standard di attribuzione e di qualità faranno emergere un artista ben più forte e coerente, in linea con la reputazione di cui godette durante la sua esistenza.
– Arianna Testino
dal 7 settembre 2018 al 6 gennaio 2019
Tintoretto 1519-1594
a cura di Robert Echols e Frederick Ilchman
Catalogo Marsilio
PALAZZO DUCALE
San Marco 1
http://palazzoducale.visitmuve.it
GALLERIE DELL’ACCADEMIA
Dorsoduro 1050
www.gallerieaccademia.it
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #11
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