Ingres e Napoleone. A Milano
I decenni compresi tra la fine del Settecento e l’avvio dell’Ottocento sono protagonisti della mostra allestita al Palazzo Reale di Milano. Con un occhio di riguardo agli esiti artistici di Ingres e colleghi.
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Ingres e la vita artistica al tempo di Napoleone, la mostra aperta sino al 23 giugno al Palazzo Reale di Milano, è collocata in un luogo perfetto in cui contenuto e contenitore ripropongono l’antico dialogo che l’Empereur ha avuto con il capoluogo lombardo, anche attraverso l’arte.
L’esposizione, in cui sono proposti parecchi materiali provenienti dal museo di Montauban, in Occitania, la città natale di Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban, 1780 ‒ Parigi, 1867), vuole testimoniare la particolare forza di quel momento artistico. Vuole rendere alla pittura e alla scultura degli anni 1780-1820, come spiegato dai curatori Stéphane Guégan e Florence Viguier-Dutheil nel catalogo, edito da Marsilio, la sua forza innovativa e, volendo osare, il suo Romanticismo precursore. Non si tratta, infatti, di un semplice quanto freddo ritorno all’antico, ma di un’epoca di studio, di ripresa, di comprensione delle ragioni che avevano portato a certe scelte, a certe posizioni. Sempre nello stesso testo si cita un concetto coniato da Marc Fumaroli, che riesce perfettamente a sintetizzare la grandezza e l’importanza di quel particolare momento storico: “la modernità paradossale del neoclassicismo”. Non si tratta, infatti, di mera emulazione, ma di una vera e propria rinascita.
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Jacques-Luis David, Nudo maschile detto Patroclo, 1780 © Cherbourg en Cotentin, Musée Thomas Henry
DA DAVID A INGRES
La strada è stata aperta da Jacques Louis David, che di Ingres fu maestro, del quale è in mostra il grande Patroclo.
Di notevole effetto la sala con il Napoleone I sul trono imperiale, proveniente da l’Hôtel national des Invalides di Parigi, introdotto da una folta selva di disegni, un linguaggio con il quale il pittore ha lavorato sia in maniera autonoma che progettuale, con una particolare predisposizione all’utilizzo del colore. Interessanti le opere dedicate a Milano, dove il giovane pittore francese arriva in età napoleonica, all’inizio del XIX secolo.
In mostra ci sono ritratti, nudi e anche opere di matrice storica, che forse, per uno sguardo contemporaneo, sono quelle meno accattivanti.
ÉLISABETH-LOUISE VIGÉE LE BRUN
Non dimentichiamo inoltre che proprio quel particolare momento storico aveva aperto la strada ad alcune pittrici, una fra tutte Élisabeth-Louise Vigée Le Brun, di cui alcune opere sono presenti nella rassegna. Di Napoleone molto si può dire, anche in negativo, ma certo non si può affermare che non sia stato un grande innovatore, e quel particolare momento storico, che la mostra milanese propone, riesce a testimoniarlo, attraverso quanto ci è rimasto da un punto di vista delle varie espressioni dell’arte: dalla pittura alla scultura, dalla moda all’arredamento.
‒ Angela Madesani
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