Eccezionale rinvenimento di affresco medievale a Sant’Alessio a Roma. Ma si conosceva già da anni

È stato comunicato come un eccezionale ritrovamento da parte della storica dell’arte Claudia Viggiani. Ma del dipinto si sapeva da 14 anni ed era già stato restaurato dalla Soprintendenza romana

Risale a pochi giorni fa la notizia di un ritrovamento di eccezionale rarità presso la Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio sul colle Aventino di Roma: un affresco risalente alla metà del XII secolo posto nell’intercapedine di quella che originariamente era la controfacciata della chiesa, in perfetto stato di conservazione dopo qualcosa come 900 anni. Fascino e magia! A divulgare la notizia è stata per prima l’agenzia Ansa, con un’intervista ‘esclusiva’ alla storica dell’arte Claudia Viggiani e a Susanna Sarmati, la restauratrice che si è occupata di mettere in sicurezza l’opera. Ma le cose sono sembrate subito poco chiare: secondo il Soprintendente di Roma Francesco Prosperetti l’affresco non è affatto da considerarsi una nuova scoperta, ma un’opera la cui esistenza era già nota da tempo. Ripercorriamo la vicenda.

L’AFFRESCO DI SANT’ALESSIO ALL’AVENTINO

L’affresco in questione raffigura due soggetti posti uno a fianco all’altro, riconducibili a Sant’Alessio, venerato dall’omonima chiesa, e al Cristo pellegrino. Su uno sfondo nero, si staglia la figura del santo dotato di un ampio mantello color porpora, con la mano protesa verso il Cristo benedicente, posto accanto a lui e parzialmente nascosto dal muro. L’eccezionalità della scoperta, secondo Viggiani e Sarmati, si deve allo straordinario stato di conservazione dell’affresco, in particolare per quanto riguarda la cornice pittorica che lo delinea, nella quale sia le pennellate che il disegno preparatorio sono ancora ben visibili. “Dopo mesi di studio nell’archivio della Soprintendenza ho rinvenuto dei documenti, uno nel 2005 nel quale si parla di un affresco ben conservato in un luogo non specificato. Continuando le ricerche, ho trovato un secondo documento nel quale veniva detto ‘ai piedi del campanile’. Ho poi cercato, grazie all’aiuto dell’architetto Paolo Barbato, un posto in cui si potesse trovare”, dichiara Claudia Viggiani nella videointervista rilasciata all’Ansa, “è stata una scoperta a tutti gli effetti, perché in quel vano non era più entrato nessuno dal 1965, anno di questo documento”. A seguito della notizia, non sono mancate le congratulazioni del sindaco di Roma Virginia Raggi, la quale sulla sua pagina Instagram ha commentato: “Roma non finisce mai di stupire. Complimenti per questa scoperta e ringrazio tutti quelli che tutelano il nostro patrimonio storico e artistico”. A seguito dell’Ansa sono andate praticamene tutte le testate giornalistiche, che hanno ripreso la notizia senza troppi controlli (si badi bene: l’uscita è stata di sabato e, oltretutto, il 29 giugno che a Roma è santo patrono con tutto quel che ne consegue) dando alle suggestive foto anche l’onore della copertina.

NESSUNA SCOPERTA. LE DICHIARAZIONI DELLA SOPRINTENDENZA

Nonostante il pregio dell’antico affresco conservato nella chiesa di Sant’Alessio all’Aventino, pare che l’eccezionale scoperta di cui si parla fosse in realtà già avvenuta 14 anni fa, proprio ad opera di Claudia Viggiani stessa la quale evidentemente si diverte ogni tot anni a considerare nuova e inedita il suo ritrovamento.  “L’affresco riemerso da un’intercapedine della chiesa di Sant’Alessio all’Aventino era stato scoperto diversi anni fa. La Soprintendenza Speciale di Roma ha avviato un progetto di studio e di restauro sul dipinto, con anche delle ipotesi per renderlo fruibile, al termine del quale lo presenterà alla stampa” ha affermato il Soprintendente Francesco Prosperetti, “non nascondo un certo imbarazzo a leggere di notizie esclusive, perché la dottoressa Claudia Viggiani che la ha divulgate, lavora anche per la Soprintendenza. Per questo avrebbe dovuto concordare con noi qualunque dichiarazione”. L’opera, come la stessa storica dell’arte dichiara, era già nota nel 2005, non solo nei documenti ma anche nella realtà. Era stata pulita e consolidata per mantenere intatto il suo stato di conservazione, ma per quanto riguarda la fruibilità al pubblico si era preferito attendere la messa a punto di un progetto adeguato. Ci sono anche dei video con la stessa Viggiani protagonista che datano la scoperta al 2005 la quale ha in queste ore preferito cancellare i suoi stessi tweet di qualche mese fa bloccando chi la incalzava facendoglielo notare.

L’AFFRESCO DI SANT’ALESSIO ALL’AVENTINO: GLI STUDI FATTI NEL 2005

A dimostrare come quattordici anni fa fosse stata la stessa Viggiani a scoprire l’affresco è il saggio La Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino. Nuove scoperte e ipotesi sulla rivista Arte medioevale anno V numero 200. Una ricerca aggiornata sei anni dopo, nel 2011, da Serena Romano, principale studiosa di questo ritrovamento, con l’articolo Una aggiunta al corpus della pittura medioevale a Roma: i Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino” pubblicato in Forme e storia. Scritti di arte medioevale per Francesco Gandolfo, in cui la studiosa corregge le datazioni e le interpretazioni della precedente analisi. Insomma, niente che non fosse già largamente documentato e corredato con testi e immagini. L’affresco era noto dal 1965 (ritrovato dal Genio Civile durante i lavori di consolidamento del campanile), già studiato dal restauratore Pittà e dallo storico dell’arte Luigi Salerno, riscoperto poi fisicamente nel 2005 e poi ulteriormente studiato e restaurato. Insomma la scoperta c’era da molto. I motivi per ci si sia costruita sopra questa montatura mediatica sono invece tutti ancora da scoprire.

– Giulia Ronchi

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più