500 anni con Leonardo
Sono tantissime le iniziative che celebrano Leonardo da Vinci a cinque secoli dalla morte. Ve ne segnaliamo una decina, scelte fra quelle che espongono opere autografe del genio toscano.
Come ogni centenario che si rispetti, anche quello su Leonardo da Vinci è un pullulare di iniziative di vario genere, dalle mostre ai convegni, dai tour guidati – uno su tutti, You are Leo: in giro per Milano indossando visori che ricostruiscono e animano virtualmente l’osservazione reale per ripercorrere i passi dell’artista – alle experience, dalle attività didattiche agli omaggi degli autori viventi. In questo grande calderone la selezione è d’obbligo, tenendo presente che forse soltanto il Musée du Louvre, che conserva un terzo di tutta l’opera pittorica dell’artista, riuscirà nell’impresa titanica di allestire un’autentica “grande mostra” su Leonardo (dal 24 ottobre).
L’itinerario ideale comincia a Vinci, la città d’origine, che valorizza il Museo Leonardiano con Alle origini del genio, esponendo la prima opera conosciuta del Maestro, un Paesaggio del 1473 e testimonianze sulla giovinezza dell’artista-scienziato, sui rapporti con la famiglia e la sua terra.
VENEZIA E PARMA
Le Scuderie del Quirinale di Roma, Palazzo Vecchio di Firenze, i Musei Reali di Torino e le Gallerie dell’Accademia di Venezia (rispettivamente con i sottotitoli La scienza prima della scienza, Fogli scelti del Codice Atlantico, Disegnare il futuro e L’uomo modello del mondo) hanno dedicato approfondimenti basati su disegni autografi che in questo 2019 non potevano proprio rimanere chiusi nelle cassettiere: come il Codice sul volo degli uccelli o l’iconico Uomo Vitruviano. Ancora nella Serenissima, a Palazzo Giustinian Lolin, Nicola Barbatelli ha curato Leonardo e la sua grande scuola: altri due disegni del genio vinciano e una ventina di dipinti di seguaci che operavano nella sua bottega milanese – al centro, la Maddalena discinta di Giampietrino –, riprova dell’eredità delle innovazioni pittoriche.
Occasione, durante le celebrazioni, è una parola chiave, e il direttore del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, Simone Verde, insieme a Pietro Marani, ne ha colto una succosa, dando visibilità a uno dei pochi dipinti di Leonardo conservati in Italia (La fortuna della Scapiliata). Nuovi studi sulla misteriosa tavoletta, che “chiariscono definitivamente il tema della autenticità dell’opera”, sottolinea Verde, nuova datazione all’ultimo decennio del Quattrocento, nuovi climabox e cornice acquistata sul mercato antiquario grazie a uno sponsor privato: “La cornice, coeva al dipinto, corrisponde ai nuovi orientamenti critici che emergono dalla mostra; questo tipo di personaggio, sicuramente non una Madonna e probabilmente neppure un soggetto sacro, alla fine del Quattrocento veniva in genere ‘sacralizzato’ con una cornice a tabernacolo. E che ci fosse una cornice risulta anche dagli inventari del Seicento”. La Scapiliata è patrimonio del museo fin dal 1839, quando fu acquisita dalla collezione del pittore Gaetano Callani, al quale è dedicata una sezione, e in mostra viene accostata ad antiche testimonianze sul tema dei capelli mossi dall’aria; non manca il confronto con due disegni autografi di teste “spettinate” di Leonardo e con opere successive, come una Salomè di Bernardino Luini. Ma dopo l’esposizione temporanea, quale sarà il destino della celebre fanciulla? “La tavoletta con la sua vetrina”, rivela Simone Verde, “sarà posta al centro dell’Ala Ovest della Pilotta dove, sebbene sia stata eseguita a Milano, la collocheremo vicino ai toscani”.
L’ERMITAGE IN ITALIA
Una scelta fuori dagli schemi è quella di uno dei musei più prestigiosi al mondo: l’Ermitage di San Pietroburgo. Invece di allestire un percorso dedicato, si è deciso di riportare alcuni dipinti in Italia. Il direttore Michail Piotrovskij sottolinea: “È anche la grande differenza dell’Ermitage rispetto ad altri musei che chiedono per le celebrazioni di ospitare dei Leonardo. Noi scegliamo di donare, dando la possibilità ai diversi Paesi – ma soprattutto all’Italia, con cui abbiamo forti legami – di rivedere in patria grandi capolavori”. La Madonna Benois ha già soggiornato a Fabriano e ora è esposta a Perugia, alla Galleria Nazionale dell’Umbria, dove dialoga con le opere di Perugino, mentre dall’8 novembre la Madonna Litta sarà ospite graditissima del Museo Poldi Pezzoli di Milano (qui si trovava fino al 1865) e starà accanto a un’altra opera della collezione Litta – una Madonna di Boltraffio – e ad altri dipinti realizzati dagli allievi di Leonardo.
MILANO
Milano la città che, grazie alla conservazione di numerose opere autografe dell’artista, qui vissuto dal 1482 al 1499, offre il programma più fitto di manifestazioni. Se il Cenacolo di Santa Maria delle Grazie si limita a raccontare le vicende dell’affresco attraverso testimonianze fotografiche, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana ‒ dimora sia del Codice Atlantico, la collezione più completa al mondo, con i suoi 1.119 fogli autografi, sia del Musico ‒ ha studiato un pacchetto di quattro mostre in grado di coprire tutto l’anno delle celebrazioni. Dopo le due parti intitolate I segreti del Codice Atlantico ‒ “nelle prime due mostre abbiamo voluto far vedere i disegni più importanti e graficamente più belli della raccolta”, spiega monsignor Alberto Rocca, direttore della Pinacoteca ‒, ora è la volta di Leonardo in Francia. Disegni di epoca francese dal Codice Atlantico: ventitré fogli la cui scelta “è giustificata dal fatto che la morte del da Vinci è avvenuta in Francia, quindi ci sembrava opportuno analizzare quali fossero gli ultimissimi fogli composti ad Amboise. Si tratta di schizzi sulla quadratura del cerchio e sulle lunule e altri che si riferiscono alle residenze reali francesi: questo è un Leonardo che ormai pensa alle sue cose, non si tratta più dei disegni ben finiti degli anni precedenti. Il catalogo della mostra costituisce inoltre il primo studio scientifico pubblicato sui disegni francesi: vogliamo infatti che le esposizioni dell’Ambrosiana siano soprattutto opportunità per condurre nuove ricerche”, sottolinea Rocca. La rassegna conclusiva, curata da Benedetta Spadaccini, si intitolerà Leonardo e il suo lascito: gli artisti e le tecniche.
Il Castello Sforzesco ha appena concluso una tranche del restauro della Sala delle Asse (nel 2020 sarà il turno della volta), che sulle pareti laterali ha scoperto inedite porzioni decorate da Leonardo: il pubblico può avvicinarsi al Monocromo grazie a una tribuna, mentre Sotto l’ombra del Moro – una delle varie proposte multimediali comprese nel programma Leonardo mai visto che si dislocano nelle sale del Castello – guida la lettura complessiva dell’ambiente.
Il Museo del Novecento, con Lucio Fontana. Omaggio a Leonardo (a cura di Davide Colombo), ha preso spunto da una mostra svoltasi in Triennale nel 1939, evidenziando l’interesse del fondatore dello Spazialismo per gli studi di Leonardo sui cavalli.
Tra i mille omaggi di artisti contemporanei a Leonardo, ne citiamo uno che esalta il suo essere “diverso” per eccellenza. Dotato di un talento fuori dal comune, Leonardo è il protagonista dell’opera pittorica di Vittoria Chierici, presentata a Milano lo scorso 19 giugno come evento satellite di Milano e 50 anni di movimento LGBT*. Ma non aspettatevi il solito volto barbuto e maturo, la Chierici ha dato vita a un “altro” Leonardo, trentenne, appena arrivato a Milano da Firenze, dove aveva ricevuto un’accusa anonima per sodomia. Usando come modello il ritratto di profilo conservato dalla raccolta reale di Windsor, e combinandolo alle opere per le quali l’artista aveva posato, Chierici innesca una riflessione sul tema dell’identità e sulla necessità, particolarmente attuale, di mettere in crisi gli stereotipi.
UNO SGUARDO ALL’ESTERO
La Valle della Loira concentra gli eventi dedicati al genio che in Francia trascorse i suoi ultimi anni, morendo ad Amboise nel 1519. Anche Oltralpe l’offerta è estremamente variegata, ma vale la pena segnalare La Cène de Léonard de Vinci pour Francois Ier, un chef d’œuvre en soie et en argent, che espone l’arazzo conservato ai Musei Vaticani, donato da Francesco I a Papa Clemente VII, una delle primissime copie dell’Ultima Cena di Milano (dal 7 ottobre l’opera farà tappa a Palazzo Reale). Non poteva mancare Londra, con la ricca collezione di disegni leonardeschi della Royal Collection: Leonardo da Vinci: A Life in Drawing ne espone oltre duecento fino al 13 ottobre.
– Marta Santacatterina
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #17
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