Grande Brera ancora più grande. Il Ministro Bonisoli include anche il Cenacolo di Leonardo

Grandi novità con la riforma del Ministro Bonisoli, che è adesso ufficiale. Tra i cambiamenti più visibili il nuovo disegno per il complesso museale di Brera, che vedrà inglobato a sé il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Mentre arriva il via libera alle modifiche per Palazzo Citterio.

Nei giorni scorsi aveva finalmente accolto le richieste insistenti e accorate di James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera, che a pochi mesi dalla scadenza del suo contratto (30 settembre 2019) sembrava sul punto di dimettersi: se il Ministro dei Beni Culturali non avesse approvato le modifiche al progetto di restauro, adeguamento e allestimento di Palazzo Citterio – futura sede di Breda Modern, nell’ambito del tanto atteso progetto ‘Grande Brera’ – Bradburne avrebbe mollato. Destando sicuro scandalo. Ma Alberto Bonisoli, alla fine, ha detto sì.
In contrasto con la Soprintendente Antonella Ranaldi, sicura del buon lavoro di restauro fatto, il direttore a maggio aveva presentato la sua lista di desiderata, con l’intenzione di porre rimedio a una serie di ostacoli, a suo dire decisivi: servivano un nuovo ingresso, individuato al civico 16 di Via Brera, una nuova scala in vetro, con sfondamento di un soffitto, oltre a degli impianti di climatizzazione adeguati. Altrimenti nessun nuovo museo d’arte moderna si sarebbe potuto allestire a Milano. Consegna dei lavori prevista per l’estate 2020.

NUOVA SPINTA PER LA GRANDE BRERA

E l’ok del governo è arrivato, insieme a un evidente attestato di stima consegnato a chi guida l’importante museo milanese. Immediati i ringraziamenti al Ministro “per la fiducia accordata e l’autorizzazione a procedere al progetto di Palazzo Citterio”, sottolineando tutta la “soddisfazione per la città di Milano che avrà un Museo di arte moderna all’altezza delle collezioni che ospiterà e della generosità dei collezionisti milanesi che le hanno donate a Brera”.
Ma non finisce qui l’azione, improvvisamente celere e decisa, del Ministro. Corre Bonisoli. Corre inaspettatamente, in pieno agosto, nel mezzo della crisi di governo esplosa per mano del Vicepremer Matteo Salvini, a un passo dalla prossima finanziaria e al margine dell’ormai rovente conflitto tra M5S e Lega. Corre e prova a chiudere certe questioni urgenti. A partire proprio dalla sua Milano. E da quella Grande Brera che, inevitabilmente, legherà al proprio tribolato percorso storico anche al nome di Bonisoli: colui che avrà dato il via libera ai lavori per il nuovo assetto del museo di domani, contro il volere della stessa soprintendenza statale per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio; e colui che Brera l’avrà fatta non “grande”, ma “grandissima”, come ha correttamente titolato Repubblica.
Ed ecco la nuova strategica iniziativa: Bonisoli ha deciso di accorpare il Cenacolo leonardesco a quello scrigno nazionale di tesori che è la Pinacoteca milanese, fondata sotto il governo Napoleonico nel 1809.

MILANO, MUSEO DEL CENACOLO VINCIANO Leonardo da Vinci, ULTIMA CENA

Milano, Museo del Cenacolo vinciano. Leonardo da Vinci, Ultima cena

IL COLOSSO CHE VERRÀ

Il decreto è oramai ufficiale: l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, fiore all’occhiello del sistema culturale regionale, non sarà più sotto diretta responsabilità del Polo Museale della Lombardia. Un cambiamento netto, in termini di gestione, computo degli incassi, visione generale. Due istituzioni accorpate, per un unico museo-monster e un bacino potenziale di ingressi che sfiorerebbe il milione di euro, considerando gli investimenti in corso e gli sviluppi futuri: nel 2018 Brera, con i suoi allestimenti rinnovati e l’apertura del caffè Fernanda, ha registrato un aumento del 6% rispetto al 2017, pari a 386.968 biglietti staccati (231.902 dei quali a pagamento) e a un introito netto di 1.903.943,70 euro; dal canto suo il Cenacolo – che tra il 6 maggio 2019, data della riapertura al pubblico della Sala delle Asse, e il 12 gennaio 2020, fine del programma “Milano Leonardo 500”, mette a disposizione un unico biglietto a prezzo speciale, per tutte le istituzioni milanesi legate alla figura del genio toscano – ha chiuso l’anno con 425.751 accessi (354.117 paganti) e un incasso netto di 3.150.810 euro. Due musei dunque che stanno ampliando spazi, target, servizi, palinsesti. E che cresceranno ancora. Da domani riuniti in un nuovo colosso nazionale.

Turisti di fronte al Cenacolo vinciano

Turisti di fronte al Cenacolo vinciano

LE CRITICHE DELLA REGIONE LOMBARDIA E LA CORNICE DELLA RIFORMA

La decisione non ha però riscosso molto successo in Regione: Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e alla Cultura, si chiede quale sia il senso di questa scelta, dove stia la convenienza. E a Repubblica spiega: “La partita può avere un senso se va nella direzione di una regionalizzazione delle Sovrintendenze, altrimenti la decisione lascia il tempo che trova”. E torna il tema delle autonomie locali, su cui la Lega di Salvini insiste, non trovando però sostegno negli alleati grillini: l’azione di questi ultimi, ed evidentemente del Ministro, va nel senso di una maggiore centralizzazione e di una sintesi scandita da accorpamenti vari, in ambito periferico e territoriale.
È questa la chiave di lettura della riforma Bonisoli, approvata in parlamento lo scorso 7 agosto e in vigore dal 22. Il tema è quello dei musei autonomi (status revocato al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, al Parco Archeologico dell’Appia Antica e alle Gallerie dell’Accademia di Firenze, queste ultime accorpate agli Uffizi), direttamente connesso alla riorganizzazione delle direzioni generali e della rete museale: gli uffici esportazione dalle soprintendenze diventano articolazioni della Direzione generale ‘Archeologia, belle arti e paesaggio’, con la creazione di un’apposita commissione tecnico-scientifica; sono abolite le commissioni regionali per il patrimonio culturale; viene introdotta la nuova direzione generale “Contratti e concessioni”, stazione appaltante centralizzata, che interverrà anche per gli uffici periferici del Ministero; nuovi compiti e più potere vanno al Segretario Generale del Ministero.
Infine, i poli museali regionali sono sostituiti dalle 10 Direzioni territoriali delle reti museali, uffici di livello dirigenziale non generale, con territori diversi caoticamente accorpati tra loro (vedi Piemonte e Liguria, Lombardia e Veneto, Puglia e Basilicata) e con alcuni musei autonomi a fare le veci della direzione territoriale stessa. È il caso dei Musei Nazionali Etruschi, in questa veste tornati autonomi, o dei Musei Nazionali dell’Umbria: il Museo di Perugia gestirà così anche i musei dell’ex polo regionale, mentre Villa Giulia sarà a capo di una rete di storici siti e musei archeologici del Lazio e della Toscana, seguendo una pur parziale mappa territoriale dell’Etruria.

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Ed è proprio questa la cornice entro cui prende corpo l’affidamento del Cenacolo alla Pinacoteca Nazionale di Brera. Con l’Assessore Galli, figura forte di una regione a guida leghista, che continua a puntare il dito. Già lo scorso 2 maggio scriveva in una nota: “Non è affatto ‘una follia’ rivendicare – come faccio da tempo – la regionalizzazione della gestione organizzativa di musei e siti UNESCO oggi in capo alle sovrintendenze, che sono dei catafalchi statali inaccettabili e rappresentano un vero freno per lo sviluppo. Ma ci vorrebbe la cultura per capirlo”. Tre mesi dopo il Ministro sfila il capolavoro leonardesco al polo regionale (soppresso) e lo ingloba a quella Pinacoteca, che, aggiungeva Galli, “dopo la riforma dei beni culturali varata qualche anno fa, gode di un particolare regime di autonomia e di un direttore generale di origine canadese, formatosi tra Londra e Amsterdam”. Chiara l’ironia velata di nazionalismo e ammantata di esprit federalista.

il cortile foto maurizio montanga, palazzo citterio, milano

Milano, Palazzo Citterio, il cortile foto maurizio montanga

LE DICHIARAZIONI DI STEFANO ZUFFI

A favore dell’unione tra Cenacolo e Brera si è espresso invece Stefano Zuffi, storico dell’arte e vicepresidente dell’Associazione Amici di Brera, in un’intervista pubblicata oggi, 15 agosto, da Repubblica: “Penso che si tratti di uno sviluppo fisiologico, non di un particolare aggravio di lavoro. Ci sarà un tema logistico-organizzativo, ma ci potranno essere tante belle novità: magari si potranno creare biglietti integrati o nuovi percorsi di visita alle diverse strutture”. E ancora, sottolineando l’affinità tra i due siti, minimizza la portata rischiosa della manovra ed esclude preoccupazione per il cosiddetto “scippo” al polo regionale, che un vero scippo poi non è: “Brera e il Cenacolo sono due luoghi afferenti al Mibac a Milano, sono gli unici due statali, nazionali. Per il resto i musei sono comunali, ecclesiastici o privati, non gestiti direttamente dallo Stato. La Sovrintendenza aveva sotto di sé anche il Cenacolo, infatti il restauro è stato seguito dalla direzione di Brera. Adesso si sta semplicemente ricomponendo l’unità museale”.
Ad ogni modo, polemiche e disquisizioni a parte, il disegno Bonisoli è compiuto. E all’orizzonte la Grande Brera è già grandissima. Pronta a sbancare sul piano dei successi, del prestigio, degli incassi.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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