Vitruvio e Leonardo. Insieme a Fano
Nell’anno di Leonardo, una mostra al Museo del Palazzo Malatestiano di Fano lo celebra analizzando il suo interesse per il trattato di Vitruvio. Cinque disegni dal “Codice Atlantico”, mai esposti prima nelle Marche, affiancati da riproduzioni digitali dei macchinari di Leonardo, e da antiche edizioni del “De Architectura” che a suo modo ispirò il genio di Vinci. Una mostra documentaria, ma anche immersiva e multimediale.
Che Leonardo avesse “il pallino” per Vitruvio è cosa abbastanza nota, date le tante volte in cui ricorre nei suoi appunti il nome dell’architetto romano, con riferimento alla necessità di procurarsi il celebre De Architectura. Questa sorta di “febbre” denota l’importanza attribuita da Leonardo agli studi del grande architetto, cui si sentiva probabilmente unito dalla vastità degli studi intrapresi, più che dalla complessità della materia architettonica. A catturare la sua attenzione, infatti, furono gli ultimi tre tomi del De Architectura, quelli, se vogliamo, dal respiro più enciclopedico dell’intera opera: l’ottavo, su idrologia e idraulica; il nono, dedicato alla gnomica; il decimo, per la meccanica civile, idraulica e militare
I disegni esposti spiegano come Leonardo non si sia fermato a riscoprire e riutilizzare la teoria delle proporzioni vitruviane, ma abbia voluto, in una sorta di “sfida”, andare oltre il suo maestro e “concorrente”, migliorando quanto da lui ideato; ad esempio, Leonardo fu in grado di realizzare una versione aggiornata del solcometro, più efficiente di quella di Vitruvio.
GIOCARE CON LEONARDO
Al lato scientifico il percorso affianca quello più propriamente ludico-didattico; la seconda parte della mostra, interattiva, permette di ampliare la prospettiva su Leonardo con proiezioni di sue opere pittoriche e grafiche. Dal Leonardo artista si passa al Leonardo ingegnere e progettista: una app in realtà aumentata, concepita appositamente per la mostra, permette al pubblico di esplorare nei dettagli i disegni delle macchine leopardiane, così come la grande image wall a parete rende possibile interagire con quelle medesime macchine ricostruite digitalmente; attraverso libere interazioni gestuali, si possono scomporre e ricomporre i meccanismi, penetrandone i segreti tecnici in maniera capillare. Infine, la ricostruzione virtuale della Fano romana permette di vederla come si poteva presentare ai tempi di Vitruvio.
Una mostra gradevole, immersiva, che può vantare alcuni prestigiosi disegni leonardiani e antiche edizioni vitruviane, ma che tuttavia mantiene un profilo non strettamente accademico, proponendosi a un pubblico non necessariamente specializzato.
‒ Niccolò Lucarelli
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