Manifesto d’artista al tempo di Coronavirus. A Torino il progetto Opera Viva Barriera

Ideato da Alessandro Bulgini e curato da Christian Caliandro, il progetto promosso dalla fiera Flashback vede un cartellone pubblicitario situato a Piazza Bottesini, nel quartiere “Barriera di Milano”, ospitare opere fotografiche di numerosi artisti contemporanei. Fino al 12 aprile sarà la volta dell’artista italo-senegalese Maïmouna Guerresi

“Questa volta non ci incontreremo sotto il manifesto, questa volta sarà un viaggio privato in un luogo pubblico”: con queste parole Alessandro Bulgini introduce l’edizione 2020 di Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto, progetto da lui ideato e promosso dalla fiera Flashback – l’arte è tutta contemporanea che vede protagonista lo spazio per le affissioni pubblicitarie situato nella rotatoria di Piazza Bottesini a Torino, per la precisione nel quartiere Barriera di Milano. Curata anche quest’anno da Christian Caliandro, la nuova edizione del progetto vede come sempre una serie di manifesti d’artista avvicendarsi sullo spazio pubblicitario della piazza torinese, interagendo così con il quartiere e i suoi abitanti in transito. In queste settimane, però, con l’emergenza pandemia in corso, sono cambiate le abitudini degli italiani, e soprattutto il loro modo di vivere lo spazio pubblico. In questo momento storico è possibile uscire dalle proprie abitazioni solo per casi di necessità, con la conseguente riduzione dei tempi trascorsi per le strade, nelle piazze, insieme ad altre persone. In questo contesto, ed è quello di cui abbiamo parlato con Bulgini e Caliandro, il Manifesto assume nuovi significati, attivando nello spettatore nuove riflessioni e modalità di fruizione. La prima opera della nuova serie di Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto è Rubber Tire, First Lesson, fotografia dell’artista italo-senegalese Maïmouna Guerresi.

Torino, rotatoria di piazza Bottesini - Maïmouna Guerresi, Rubber Tire, First Lesson

Torino, rotatoria di piazza Bottesini – Maïmouna Guerresi, Rubber Tire, First Lesson

IL PROGETTO OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO

“I progetti su strada implicano un adattamento continuo, al clima, agli eventi, qualsiasi cosa”, ci spiega Alessandro Bulgini“In tutti questi anni, la progettazione di ‘Manifesto’ si è avvalsa del preesistente, è nata con l’idea di utilizzare la cartellonistica per collocare un’opera d’arte”. In questo momento storico, che tipo di significato assume il progetto nei confronti dello spazio pubblico e della comunità? “Stiamo vivendo un momento storico particolare”, risponde Bulgini, “e la quarantena cambia anche il modo in cui si fruisce del manifesto. Nonostante l’opera sia pubblica, la sua fruizione avviene in un contesto proibitivo, dato che le persone escono solo per necessità, e vedere il manifesto di Guerresi diventa quasi un miraggio. La piazza in cui è collocato il manifesto è una rotatoria, un punto nevralgico del quartiere Barriera di Milano: essa è il punto di congiunzione tra il mercato le case popolari, un luogo solitamente affollato. Ma le persone oggi escono in solitudine per andare al mercato, e in questo frangente hanno la possibilità di vedere il manifesto”.

LA FOTOGRAFIA DI MAÏMOUNA GUERRESI PER OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO

Rubber Tire, First Lesson è il titolo della fotografia realizzata da Maïmouna Guerresi (Pove del Grappa, 1951) e facente parte di M-eating, serie iniziata dall’artista nel 2012 che rappresenta uomini, donne e bambini africani fotografati in una situazione conviviale. Sul tavolo, invece del cibo, è sempre un oggetto che richiama spesso la guerra, ma nella fotografia assume un significato diverso, più intimo e domestico. in questo contesto vede svanire il suo significato originario e ne acquisisce uno del tutto nuovo, più intimo e quotidiano. In Rubber Tire, First Lesson, l’oggetto della lezione tenuta da un’insegnante alle sue alunne è uno pneumatico, enfatizzando l’effetto di “ambiguità tra lo stare insieme, la comunicazione e l’isolamento”, ci spiega Christian Caliandro“L’ambivalenza che contraddistingue l’opera oggi assume nuovi significati: abbiamo iniziato a preparare questo progetto prima che scoppiasse l’emergenza Coronavirus, ma adesso l’opera si carica di ulteriori significati dato che si trova in uno spazio pubblico. Spazio che, in questi giorni, è completamente trasformato. La fruizione dell’opera, da condivisa – avrebbe dovuto tenersi un’inaugurazione, naturalmente è stata annullata – diventa intima, un’esperienza non collettiva ma solitaria”.

– Desirée Maida

Torino // fino al 12 aprile 2020

Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto

Maïmouna Guerresi – Rubber Tire, First Lesson

Piazza Bottesini

www.flashback.to.it

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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