Caravaggio nella collezione di Roberto Longhi. A Roma

La mostra da poco inaugurata a Palazzo Caffarelli al Campidoglio celebra la raccolta dello storico dell’arte e collezionista Roberto Longhi. E la sua passione per Caravaggio.

Destino singolare quello di Michelangelo Merisi da Caravaggio (Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610) che, nella sua intensa e tragica stagione romana, trovò osteggiatori ma soprattutto seguaci e imitatori che ne diffusero la fama in ogni contrada d’Europa per la novità spiazzante della sua pittura, naturalistica fino a sfiorare lo scatto fotografico; realistica nel soggetto ma teatrale nella violenza delle sue luci radenti e nella sospensione attonita delle sue quinte notturne. E che fu in breve tempo dimenticato per essere riscoperto nel ‘900 da un critico geniale e appassionato che lo impose come il primo pittore dell’età moderna, un’età ‒come sappiamo ‒ cronicamente inquieta e costellata di tragedie ineffabili. A Roberto Longhi e ai Caravaggeschi della sua collezione è dedicata la mostra a Palazzo Caffarelli al Campidoglio, inaugurata con inevitabile copioso ritardo, a cinquant’anni dalla morte del grande critico che, con le sue originali ricerche, ha rivoluzionato la storia dell’arte e ha forgiato studiosi di gran vaglia: suoi allievi furono Federico Zeri, Giuliano Briganti e Mina Gregori (tra gli autori del catalogo).

Il tempo di Caravaggio. Installation view at Palazzo Caffarelli, Roma 2020

Il tempo di Caravaggio. Installation view at Palazzo Caffarelli, Roma 2020

CARAVAGGIO E ROBERTO LONGHI

Il cuore della mostra – curata da Maria Cristina Bandera, direttore scientifico della Fondazione Longhi ‒ è un unico dipinto del Caravaggio, intitolato Ragazzo morso da un ramarro, il pezzo più importante dell’intera collezione, acquistato da Longhi intorno al 1928 (una seconda versione è esposta alla National Gallery di Londra): un esempio di quelle invenzioni pittoriche che hanno reso celebre la maniera caravaggesca e, grazie all’esegesi longhiana, moderna. Sostiamo davanti al dipinto, isolato nella seconda sala (la prima è dedicata ai precursori, come Lorenzo Lotto e Bartolomeo Passarotti) e con sorpresa vi leggiamo, come in uno specchio, il glifo di una tribolazione senza tempo. Nelle sale successive si avvicendano Ribera, Lanfranco, Borgianni, Mattia Preti, Valentin De Boulogne… “Perché spirto si trova in tutte le cose, e non è minimo corpusculo che non contegna cotal porzione in sé che non inanimi…”. Caravaggio e Giordano Bruno furono coevi ma non sappiamo se avessero avuto contezza l’uno dell’altro. Tuttavia questo pensiero del filosofo nolano, incontrato tra le nostre spigolature, ci riporta alla mostra del Campidoglio, a quelle composizioni affioranti dall’oscura materia primigenia fecondata dalla luce, dove anche l’oggetto più recondito sembra possedere una forza che attira lo sguardo, una vita che ha desiderio di palesarsi.

‒ Luigi Capano

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Luigi Capano

Luigi Capano

Di professione ingegnere elettronico, si dedica da diversi anni all’organizzazione di eventi culturali sia presso Gallerie private che in spazi istituzionali. Suoi articoli d’arte sono apparsi su periodici informatici e cartacei: Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, Expreso…

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