Ricostruire la storia dell’arte: il Polittico Griffoni in mostra a Bologna
Palazzo Fava, a Bologna, ospita la mostra che ripercorre le vicende del Polittico Griffoni, capolavoro quattrocentesco smembrato e oggi temporaneamente ricostruito.
La mostra allestita a Bologna negli ambienti di Palazzo Fava, che ospita gli affreschi dei Carracci, presenta una storia appassionante. Una storia che racconta le vicende del Polittico Griffoni per il quale collaborano due artisti straordinari, Francesco del Cossa e il suo allievo Ercole de’ Roberti, facenti parte di quella Officina Ferrarese del Quattrocento tanto studiata da Roberto Longhi. L’opera, composta da una serie di dipinti racchiusi in una monumentale cornice realizzata dall’intagliatore cremasco Agostino de’ Marchi, originariamente decorava l’altare della Cappella di Floriano Griffoni, nella grande basilica di San Petronio a Bologna.
Mauro Natale, curatore della rassegna insieme a Cecilia Cavalca, spiega: “La mostra muove nell’ambito di quel recupero storiografico del ruolo che ebbe Bologna come centro di convergenza e di saldatura di diverse espressioni figurative nella seconda metà del Quattrocento”.
IL POLITTICO GRIFFONI IERI E OGGI
All’inizio del Settecento l’opera viene smembrata per motivi di eredità e danaro, vicende che vedono protagonisti nobili spiantati e clero. I dipinti che componevano il polittico diventano dei quadri, facilmente commerciabili. La loro sorte è segnata e nell’Ottocento l’opera viene dispersa. Oggetto di studio da parte di alcuni fra i più importanti storici dell’arte tra Ottocento e Novecento, oggi la troviamo ricostruita.
Ma la storia dell’ex polittico è segnata e le diverse opere, a fine mostra, torneranno a essere divise in nove importanti sedi museali dell’intero globo: la National Gallery di Londra, la National Gallery of Art di Washington, il Louvre, il Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, la Pinacoteca di Brera, i Musei Vaticani, la Fondazione Cini di Venezia, la Pinacoteca Nazionale di Ferrara e Villa Cagnola alla Gazzada, nei pressi di Varese.
LE TECNICHE RICOSTRUTTIVE E LA STORIA DELL’ARTE
Abbiamo oggi l’occasione di rivedere riuniti i diversi dipinti che componevano il grande dipinto. È, tuttavia, mancante la cornice lignea originaria. Ci pare incredibile che un oggetto di tale preziosità e bellezza possa essere stato smembrato. Ma noi sappiamo bene che l’arte è stata ed è spesso valutata attraverso le mode culturali del momento. E un polittico di questo genere nella Bologna settecentesca non suscitava grande interesse.
La mostra offre anche un’interessante occasione di studio delle diverse metodologie ricostruttive della storia dell’arte attraverso documenti originali, modelli architettonici, fotografie ad alta risoluzione e utili testi di sala che guidano il visitatore curioso.
‒ Angela Madesani
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati