L’altro volto di Giovanni Bellini nel catalogo ragionato

Il volume pubblicato da ZeL Edizioni, oltre a riproporre le caricature del maestro veneziano, notate per la prima volta nel 1998, che rivelano una vena quasi da burlone del Bellini, presenta diverse novità attributive destinate ad ampliare il numero delle opere accreditate al grande pittore. 123 le opere schedate, descritte e analizzate nel dettaglio.

Sono state pubblicate decine di monografie, nei secoli, su Giovanni Bellini ma mai un catalogo ragionato”, annuncia Giovanni C. F. Villa, autore, insieme a Peter Humfrey e Mauro Lucco, di Giovanni Bellini. Catalogo ragionato, “che ospita diverse novità attributive”.
Appena arrivato in libreria, il volume è composto da 656 pagine che analizzano le 123 opere del grande autore della pittura veneziana del Rinascimento. Più una coppia di tavole inedita della quale si dirà fra poco.

Giovanni Bellini. Catalogo ragionato (ZeL, Ponzano Veneto 2020)

Giovanni Bellini. Catalogo ragionato (ZeL, Ponzano Veneto 2020)

LE TRE CARICATURE DI GIOVANNI BELLINI

Di Giovanni Bellini le cronache non sono ricche di notizie. Sappiamo però che per cercare di conoscere il procedere pittorico di Antonello da Messina ha adottato un travestimento per chiedere un ritratto. Unico comportamento leggermente fuori misura di un uomo conosciuto per il suo carattere riservato e tranquillo? Non si direbbe, se si accreditano al Bellini, come sembra verosimile, le tre caricature sotto la pittura originaria della Pala di Pesaro, l’importante opera dipinta dall’artista per la chiesa di San Francesco, tra il 1472 e il 1475.
Le caricature Si trovano nei pilastrini di finto marmo a destra, nella nicchia del terzo santo a partire dall’alto. Furono notate la prima volta nel 1988, ma cosa raffigurano? Tre volti singolari, a dir poco: il profilo di un moro con le labbra enormi sovrastate da un naso imponente e da un occhio spalancato; un anziano arruffato; ancora un volto di profilo con un naso spropositato. Forse la presa in giro di qualcuno che non gli andava troppo a genio. Preziosi tasselli per mettere meglio a fuoco la personalità di Giovanni Bellini, il raffinatissimo creatore di madonne che ama lo scherzo. Con un’imprevedibile latente vena di simpatico burlone.

Giovanni Bellini, Profilo di un moro, Pala di Pesaro, 1472-75. Musei civici Pesaro

Giovanni Bellini, Profilo di un moro, Pala di Pesaro, 1472-75. Musei civici Pesaro

LA COPPIA DI TAVOLE INEDITA

Ma veniamo ora all’inedito prima accennato. Nel 2018 agli storici autori del testo giunge dalla Francia una richiesta: devono esprimere un parere su due dipinti. Hanno subito ipotizzato che le due tavole, Santo Stefano e San Lorenzo in collezione privata, riflettessero la mano del Bellini. Come ci sono arrivati? Servendosi dell’underdrawing, alla lettera sotto-disegno, cioè il disegno preparatorio alla stesura dell’opera. Gli esperti hanno cominciato a cercare gli indizi. Sotto le nuove tavole hanno letto il “tratteggio fitto, perfetto” tipico del Bellini. Si è passati quindi alla contestualizzazione dei quadri, arrivando a due lavori dell’autore, Sant’Antonio Abate e Sant’Agostino, attualmente al Louvre. Le coincidenze registrate sono molto confortanti: la prospettiva dei pavimenti, l’omogeneità stilistica, la contemporaneità dei pigmenti e dei supporti lignei. Ne hanno dedotto che in origine le opere appartenevano a un polittico, il cui fulcro, per affinità formali, è stato rintracciato nella Madonna della Milizia da Mar, oggi alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Giovanni Bellini, Pala di Pesaro, 1472-75. Musei civici Pesaro

Giovanni Bellini, Pala di Pesaro, 1472-75. Musei civici Pesaro

IL DUBBIO SUL POLITTICO VENEZIA-PARIGI

Tuttavia rimane un dubbio: l’underdrawing sembra svanito, forse per l’utilizzo di inchiostri diversi, il carbonioso per i santi che l’infrarosso rispecchia bene e il ferro gallico per la Vergine che risulta chiaro nei test.
Il verdetto conclusivo? La Madonna della Milizia da Mar rimane il candidato più attendibile per l’assegnazione centrale del polittico, ribattezzato il Polittico Venezia-Parigi, databile al 1475, più o meno. Il dibattito è appena agli inizi e la ricerca continua.
Fra le opere esaustive nella descrizione e nell’assegnazione, per importanza, all’interno del processo creativo del Bellini, ci si limita a citare la pala con i Santi Cristoforo, Girolamo e Ludovico da Tolosa del 1513. Pala d’altare che per libertà compositiva e tecnica è una delle più alte realizzazioni dell’ultimo periodo del Bellini, e uno dei punti culminanti assoluti della sua arte.

‒ Fausto Politino

AA. VV. – Giovanni Bellini. Catalogo ragionato
ZeL Edizioni, Ponzano Veneto 2020
Pagg. 656, € 120
ISBN 9788887186819
zeledizioni.it

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Fausto Politino

Fausto Politino

Laureato in Filosofia con una tesi sul pensiero di Sartre. Abilitato in Storia e Filosofia, già docente di ruolo nella secondaria di primo grado, ha superato un concorso nazionale per dirigente scolastico. Interessato alla ricerca pedagogico-didattica, ha contribuito alla diffusione…

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