Il Covid non ferma gli scavi a Pompei. Scoperti due corpi in una villa con vista Golfo di Napoli
Eccezionale ritrovamento durante gli scavi in località Civita Giuliana, vicino Pompei: i corpi di un ricco pompeiano e del suo schiavo, morti nell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., tornano alla luce intatti grazie alla tecnica dei calchi in gesso
Sembrano antiche statue emerse da un remoto fondale marino. In realtà sono corpi umani, la cui impronta è rimasta impressa per duemila anni nella cenere. Si tratta dell’eccezionale ritrovamento, nei pressi di Pompei, di due uomini che persero la vita nel corso della devastante eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che ha distrutto le città di Ercolano, Pompei, Stabia e Oplontis, e le cui rovine sono tuttoggi oggetto di scavo, nonostante la pandemia. Ora, sono tornati alla luce questi due antichi pompeiani grazie alla tecnica dei calchi in gesso, messa a punto nel 1863 da Giuseppe Fiorelli, che prevede l’introduzione di una colata di gesso liquido nelle cavità lasciate dai corpi degli abitanti dell’antica città romana all’interno del materiale vulcanico ed è capace di rivelarne non solo la forma, ma anche il dolore dello spasimo mortale e il drappeggio delle vesti che li ricoprivano.
GLI SCAVI DI CIVITA GIULIANA
“Uno scavo molto importante quello di Civita Giuliana”, dichiara il Direttore del Parco Archeologico di Pompei Massimo Osanna, da settembre 2020 alla guida anche della direzione generale dei musei pubblici, “perché condotto insieme alla Procura di Torre Annunziata per scongiurare gli scavi clandestini e che restituisce scoperte toccanti. Queste due vittime cercavano forse rifugio nel criptoportico, dove invece vengono travolte dalla corrente piroclastica alle 9 di mattina. Una morte per shock termico, come dimostrano anche gli arti, i piedi, le mani contratti. Una morte che per noi oggi è una fonte di conoscenza incredibile”. La scoperta è, infatti, avvenuta in questi giorni durante l’attività di scavo in località Civita Giuliana, a 700 metri a nord ovest di Pompei, nell’area della grande villa suburbana con vista panoramica sul Golfo di Napoli e Capri, dove già nel 2017 furono rinvenuti i resti di tre cavalli bardati.
LE INDAGINI DI SCAVO
Nel mese di novembre, nonostante la chiusura del Parco, le indagini di scavo iniziate a gennaio 2020 sono proseguite, portando alla luce i resti di due uomini, con molta probabilità un ricco pompeiano quarantenne e il suo schiavo ventenne, deceduti durante la seconda ondata di cenere lavica che nelle prime ore del mattino del 25 ottobre del 79 d.C. investì Pompei e il territorio circostante, portando alla morte dei superstiti ancora presenti in città e nelle campagne. “Questa scoperta straordinaria dimostra che Pompei è importante nel mondo non soltanto per il grandissimo numero di turisti”, conclude il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, “ma perché è un luogo incredibile di ricerca, di studio, di formazione. Sono ancora più di venti gli ettari da scavare, un grande lavoro per gli archeologici di oggi e del futuro”.
-Claudia Giraud
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