Duomo di Firenze: scoperte sulla Cupola del Brunelleschi antiche tracce di animali

Cani, gatti, volpi, galline, ma anche simboli come croci, marchi di antiche fornaci: sono le antiche impronte e segni ottocenteschi ritrovati dall’Opera di Santa Maria del Fiore durante i restauri della Cupolina absidale. Ecco la storia

Sono state appena scoperte antiche tracce di animali sulle tegole di terracotta che coprono la chiesa più famosa di Firenze: il ritrovamento è avvenuto durante la manutenzione invernale di una delle cupole absidali che circondano la grande cupola del Brunelleschi da parte di una squadra di operai specializzati dell’Opera di Santa Maria del Fiore, l’istituzione che preserva i monumenti di piazza del Duomo a Firenze.

CUPOLA DEL BRUNELLESCHI: DAL RESTAURO ALLA SCOPERTA

Sono impronte che gli animali imprimevano sulle tegole di cotto lasciate ad essiccare al sole”, ha spiegato ad Artribune l’architetto Samuele Caciagli, responsabile dell’area tecnica dell’Opera di Santa Maria del Fiore. “Questo avveniva prima della cottura dalle fornaci di Impruneta dove Filippo Brunelleschi aveva scelto il materiale per rivestire la sua cupola”. Una scoperta che va, così, a rinforzare e a suffragare conoscenze già assodate sulla costruzione della Cupola del Duomo di Firenze, su progetto di Filippo Brunelleschi, iniziata seicento anni fa – il 7 agosto del 1420 -: un anniversario che purtroppo la pandemia non ha ancora permesso di festeggiare degnamente con i tanti eventi culturali in programma ma che si spera di poter recuperare nel corso dell’anno.

Impronte animali sulle tegole della Cupola del Brunelleschi, Foto di Ambra Nepi, Opera di Santa Maria del Fiore

Impronte animali sulle tegole della Cupola del Brunelleschi, Foto di Ambra Nepi, Opera di Santa Maria del Fiore

LE IMPRONTE SULLE TEGOLE DELLA CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE

A testimonianza dell’importanza assunta dalle produzioni imprunetine nel XIV e nel XV secolo, e in particolare per Brunelleschi esiste, infatti, anche una Vita di Filippo Brunelleschi, scritta da Antonio Manetti, che ricorda come il celebre architetto fiorentino supervisionasse personalmente la produzione degli embrici delle fornaci dell’Impruneta destinati alla Cupola di Santa Maria del Fiore. “Come ha svelato uno studio di un gruppo di esperti internazionali coordinati da Margaret Haines e dall’Archivio storico dell’Opera”, ha continuato Caciagli, “Filippo Brunelleschi acquistò materiale di copertura dalle fornaci di Impruneta perché conosceva la sua qualità eccezionale”. L’usanza antica prevedeva poi che queste tegole venissero essiccate all’aperto e per questo capitava che degli animali ci camminassero sopra lasciando le loro impronte. Così, ora, sulle tegole che ricoprono la Cupola del Brunelleschi e le Cupolette ci sono tante antiche impronte (risalenti per lo più al 1800) di piccoli animali domestici: cani, gatti, faine, galline, ma anche simboli come croci, marchi di antiche fornaci, oppure date e nomi di chi le aveva fatte in successivi interventi di manutenzione della cupola nel corso dei secoli. “Questa non è la scoperta del secolo”, ha concluso Caciagli, “ma abbiamo catalogato tracce che ci permettono di ricostruire datazione e provenienza dell’intervento, ma anche di rivivere questa bellissima storia, ovvero che sulla cupola ci sono manufatti artigianali che hanno vissuto la propria vita e che continuano ancora a raccontare delle storie che vanno dal passaggio dell’animale, fino al cuore dell’innamorato o alla croce che poteva servire a dare buon auspicio o a benedire la struttura. Tanti passaggi dell’uomo che con la sua attività ha lasciato un segno diventando storia”.

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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