Pompei: concluso il restauro del grande affresco della Casa dei Ceii
La scena di caccia della parete del giardino torna al suo splendore originale grazie a laser e ritocchi a mano: a recuperarla il team guidato da Stefania Giudice, Luana Toniolo e Raffaella Guarino
Una grande scena di caccia, con paesaggi popolati di Pigmei e animali del Delta del Nilo: l’affresco del giardino della Casa dei Ceii a Pompei è tornato al suo splendore originale. L’opera di grandi dimensioni realizzata sul muro del giardino della casa rivive grazie a un intervento molto complesso, che ne ha riportato alla luce i colori brillanti e le forme immaginifiche: gli esperti del Parco Archeologico hanno infatti restaurato la pellicola pittorica sia con il laser sia con ritocchi a mano, per le parti abrase dal tempo e dall’umidità, compensando la mancanza di una adeguata manutenzione passata. Il team di restauratori, che ora ha chiuso l’ambiente per evitare infiltrazioni di acqua, è stato guidato da Stefania Giudice, responsabile unica del procedimento e direttrice dei lavori, Luana Toniolo, direttrice operativa archeologa, e Raffaella Guarino, direttrice operativa restauratrice.
POMPEI: UTILE E DILETTEVOLE
L’intervento, realizzato con i fondi ordinari del Parco Archeologico, ha riportato alla luce una decorazione botanica e paesaggistica molto vivida: questo tipo di soggetto non è nuovo per i muri perimetrali dei giardini pompeiani, dato che ampliava le dimensioni dei giardini con un trompe l’oeil ante litteram ed evocava negli spazi verdi un’atmosfera idilliaca. In questo caso, dato il paesaggio egittizzante, il tema delle pitture testimonia un legame specifico che il proprietario della domus doveva avere con il mondo egizio e il culto di Iside, particolarmente diffuso a Pompei negli ultimi anni di vita della città.
CASA DEI CEII: LA DOMUS
La Casa dei Ceii, scavata tra il 1913 e il 1914, rappresenta uno dei rari esempi di dimora antica di età tardo-sannitica (II sec. a.C.). La proprietà della domus era stata attribuita al magistrato Lucius Ceius Secundus sulla base di un’iscrizione elettorale dipinta sul prospetto esterno della casa. La facciata della domus, rivestita da riquadri in stucco bianco e un alto portale coronato da capitelli cubici, è severa: proprio l’aspetto che doveva avere una casa di livello medio del tempo. All’interno vi sono intonaci decorati e pavimenti pregiati, e al centro dell’atrio tetrastilo (cioè sorretto da quattro colonne) si trova la vasca dell’impluvio, realizzata con frammenti di anfore posti di taglio (perpendicolarmente alle superfici) secondo una tecnica greca che a Pompei trova solo un altro confronto nella casa della Caccia Antica. La domus, nell’ambito del Grande Progetto Pompei, era stata oggetto di diversi interventi di riqualificazione, tra cui la regimentazione delle acque piovane e la manutenzione delle coperture, dato che la loro perdita di funzionalità stava esponendo ad un serio rischio degrado gli ambienti sottostanti. Nella casa era stato riproposto parte dell’allestimento originario, con la ricollocazione del tavolo in marmo e della balaustra del pozzo nell’atrio, dove sono anche visibili i calchi di un armadio e della porta di ingresso, mentre nella cucina era visibile una piccola macina domestica.
–Giulia Giaume
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