Parco del Colosseo come modello partecipativo di sostenibilità. Intervista alla direttrice
In questa videointervista, la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo Alfonsina Russo ha spiegato a Artribune l’importanza di coinvolgere soggetti, aziende e enti privati nella sostenibilità del bene pubblico; ha parlato inoltre del ruolo che svolge l’ufficio dedicato al crowdfunding e al fundraising.
Il Parco Archeologico del Colosseo è un ente nato nel 2017 grazie alle riforme sulle autonomie dei grandi musei e diventato operativo all’inizio del 2018. Comprende un’area tra le più visitate e più importanti al mondo dal punto di vista archeologico. Un inestimabile un patrimonio millenario di cui fanno parte il Colosseo, il Foro Romano, il Palatino e la Domus Aurea. Fin dal suo avvio, questa istituzione autonoma ha voluto dedicare un servizio esclusivamente a fundraising e sviluppo, con l’intento di coinvolgere le imprese e i privati cittadini nelle attività. Un’iniziativa inedita che nel tempo ha generato un modello virtuoso di partecipazione, sostenibilità e consapevolezza dell’impatto di questo sito archeologico sulla collettività. Tutto questo costituisce la visione del Parco Archeologico del Colosseo: come spiega la direttrice Alfonsina Russo in questa videointervista realizzata da Artribune, investire in cultura vuol dire sviluppare valori etici e senso civico nei confronti del patrimonio culturale.
LE INIZIATIVE DI CROWDFUNDING DEL PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO
Attraverso attività e offerte culturali diversificate, il Parco Archeologico del Colosseo è riuscito a raccogliere in tre anni 3 milioni di euro di investimenti, tra sponsorizzazioni pure e tecniche: le seconde, in particolare, sono quelle che hanno permesso importanti interventi di cura, restauro e sviluppo dei diversi apparati dell’area a spese dello sponsor. Il Parco ha via via stretto forme di partenariato con i soggetti più disparati, puntando ogni volta su soluzioni tailor made. Ci sono stati accordi con grandi multinazionali come Fendi, grazie al quale è stato possibile avviare un complesso restauro che riguarda il Tempio di Venere e Roma (un cantiere straordinario che si avvia alla conclusione); oppure Q8 che, in occasione del terzo centenario della nascita di Giambattista Piranesi, ha sviluppato un percorso digitale dedicato alle sue acqueforti. E ancora, Rizzoli libri si è fatta carico del restauro e dell’allestimento di 12 statue collezione Farnese in cambio di un evento di presentazione di un libro all’interno del Colosseo, avvenuto nel 2018; infine, le collaborazioni con l’Associazione di Promozione Sociale Comitato Mura Latine o Federazione Regionale Coldiretti Lazio e UNAPROL, hanno permesso di produrre miele e olio all’interno del Parco. Il tutto grazie al team dedicato al fundraising, con la stessa Russo come responsabile e con Ines Arletti in squadra.
SOSTENERE IL PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO
Importante sottolineare come per ogni donazione il Parco Archeologico del Colosseo decida di destinarne – in accordo con il soggetto donatore – una parte ad associazioni benefiche (che si occupano, ad esempio, di sostegno ai malati affetti da patologie gravi o degenerative). Un’altra parte degli introiti, infine, viene impiegata per sostenere altri istituti facenti parte del sistema museale romano e nazionale. Grazie a questo modello di sviluppo, in definitiva, sostenere Parco Archeologico del Colosseo significa contribuire alla crescita di un tessuto economico ben più ampio, a beneficio dell’intero Paese visto che gli introiti da sbigliettazione del Parco sono così considerevoli da essere in parte utilizzati per sostenere tutto il sistema museale romano e anche nazionale. Cose che si possono fare e si faranno ancor più in futuro grazie alla fondamentale riforma che ha dato maggiore autonomia manageriale a queste straordinarie istituzioni culturali.
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