Sensazionale scoperta in Israele: dalla Grotta dell’Orrore emergono antichi manoscritti biblici
È stata definita una delle più importanti scoperte archeologiche, la prima di questa portata degli ultimi 60 anni. Decine di frammenti in pergamena di rotoli biblici sono stati rinvenuti a 80 metri di profondità. Reperti che hanno duemila anni
Un’eccezionale scoperta è avvenuta nella Grotta dell’Orrore – così chiamata a causa dei 40 scheletri umani che furono trovati qui durante gli scavi degli anni ’60 – una cavità profonda 80 metri situata nel deserto della Giudea, a sud di Gerusalemme. Un team di studiosi israeliani, calandosi con delle funi e avvalendosi dei droni per esplorarne i cunicoli, ha rinvenuto dei tesori inestimabili nascosti in quest’area da millenni, come alcuni frammenti di rotoli biblici di duemila anni fa tratti dal Libro dei profeti minori. Gli esperti hanno ricostruito parte delle iscrizioni, riconducibili al testo biblico di Zaccaria: “Queste sono le cose che dovete fare: dite la verità l’un l’altro, rendete giustizia vera e perfetta alle vostre porte”, cita il frammento. “E non inventate il male gli uni contro gli altri, e non amate lo spergiuro, perché tutte quelle sono cose che odio – dichiara il Signore”. La lingua utilizzata è il greco, a parte per la parola “Dio”, che è in paleo-ebraico,
ISRAELE, I MANOSCRITTI BIBLICI E GLI ALTRI REPERTI RINVENUTI
“Abbiamo trovato una differenza testuale che non ha paragoni con nessun altro manoscritto, né in ebraico né in greco“, ha dichiarato Oren Ableman, ricercatore sui presso la Israel Antiquities Authority. “Quando pensiamo al testo biblico, ci viene in mente qualcosa di molto statico. Non era un testo statico. Ci sono delle differenze e alcune di queste sono importanti”, ha riferito Joe Uziel, capo dell’unità per le pergamene del Mar Morto. “Tramite ogni piccola informazione aggiuntiva ci avviciniamo sempre di più alla comprensione di come il testo biblico abbia assunto la sua tradizionale forma ebraica”. Nel sito archeologico l’equipe ha scovato altri importanti reperti. Oltre al manoscritto, infatti, la grotta ospitava un tesoro di monete dell’epoca della rivolta di Bar Kochba contro Roma, lo scheletro di un bambino di 6.000 anni fa, un cesto di 10.500 anni fa che gli esperti suggeriscono essere uno tra i primi oggetti nel suo genere e decine di altri delicati materiali organici, conservati in ottimo stato grazie al clima arido delle grotte.
ISRAELE, LA CAMPAGNA CONTRO IL MERCATO NERO DEI BENI ARCHEOLOGICI
Dopo gli scavi avviati negli anni ’60 dall’archeologo israeliano Yohanan Aharoni nella Grotta dell’Orrore, che portarono alla scoperta di nove frammenti di pergamena, non sono avvenuti rinvenimenti altrettanto importanti. Si pensa che molti reperti, tuttavia, siano finiti sul mercato nero, saccheggiati dalle caverne. Anche allo scopo di combattere questo commercio illecito, quindi, negli ultimi quattro anni gli archeologi israeliani hanno lanciato un’importante campagna per setacciare le grotte situate nel del deserto della Giudea alla ricerca di pergamene e altri rari manufatti, iniziativa che ha portato a questo importante risultato. “Per la prima volta in 70 anni, siamo stati in grado di prevenire i saccheggiatori“, ha affermato Amir Ganor, capo dell’unità di prevenzione dei furti di antichità, sostenendo che i saccheggi sono stati neutralizzati a partire dall’inizio dell’operazione nel 2017.
-Giulia Ronchi
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