Il folle volo del borgo di Centuripe tra bellezza e archeologia
Centuripe ha 5mila abitanti ed è nell'entroterra siciliano, fra Enna e Catania. Ha un duomo, un sito archeologico, un mausoleo romano e tanto altro. I giovani cittadini ci sono ma non vedono l'ora di andarsene. Però c'è un sindaco illuminato che tenta in tutti i modi di opporsi alla desertificazione.
“A te piace la Sicilia perché domani te ne vai“, mi dice una ragazza di vent’anni, “io invece la odio, perché ci sto e ci debbo restare“.
Se a Centuripe, un paese di 5mila anime infossato nel cuore siculo tra Enna e Catania, attorniato solo da rocce, piante di pistacchio, fichi d’india, mandorli e agrumeti, il sindaco Salvatore La Spina ha chiamato da tutta Italia giornalisti, storici, critici d’arte per inaugurare un sito preistorico di pitture rupestri, datato dal Neolitico all’età del Bronzo, e un’esposizione di grafica da Pablo Picasso a Emilio Vedova, è proprio perché, forse, la frustrazione silenziosa di questa ragazza non può diventare, non deve diventare, la nota dominante e disillusa di tanti giovani siciliani.
CENTURIPE E IL RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE
Centuripe è un paese pieno di “vendesi” attaccati alle porte delle case, come solitamente accade in tantissimi luoghi lontani dalle grandi traiettorie commerciali, industriali e turistiche. Eppure le piazze di Centuripe la sera sono piene di giovani. Pienissime. Come fossimo nelle vie universitarie di Bologna o sui Navigli a Milano di notte d’estate. Canti, rida, corteggiamenti, strusci, bevute, video social.
E allora ecco la sfida di Centuripe, promossa dal sindaco e dalla giunta: non far andar via i giovani. Non permettere lo spopolamento, la desertificazione. Come fare? Anzitutto, provando a respingere il disincanto: fintanto nella bocca dei giovani c’è questa amara liquidazione delle loro aspettative, la partita è perduta.
SALVATORE LA SPINA, UN SINDACO ATTIVISSIMO
Salvatore La Spina, primo cittadino da quasi un anno, un passato da giornalista e ufficio stampa nei musei di Firenze, tenta l’azzardo: far risorgere un senso di comunità, del restare qui, trasformando i punti orientativi e simbolici dei cittadini, anche se non sono di proprietà comunale, affinché generino appartenenza, economie, visibilità e lavoro.
Il duomo? “La facciata la faccio cambiare nei colori. Il prete è con me. Ora convinco la Soprintendenza“. Il sito Neolitico e dell’età del Bronzo? “Sono massi di proprietà privata, ma hanno una potenzialità mitologica incredibile. Ci ho fatto costruire una gradinata per raggiungerlo meglio, ma bisogna che i cittadini centuripini lo sentano loro“. Il Museo Archeologico Regionale? “Non ho potere su di lui, però con l’assessore regionale e gli archeologi lo trasformeremo rendendo visitabili i vari piani dell’edificio“. Il Mausoleo romano? “Ecco qui il rendering per trasformare tutta l’area, valorizzando non solo la rovina archeologica ma il viale panoramico“. Attorno al Calvario vi è l’area ellenistica e romana: “La faremo scavare convenzionandosi con le Università e con il Ministero“. L’Antiquarium? “Ora ospita la mostra ‘Segni, da Cézanne a Picasso, da Kandinskij a Miró, ma in agosto faremo il Festival del cinema archeologico, con documentari, film dedicati all’archeologia, con una rassegna di film nei vari quartieri dal titolo ‘Scendi che c’è il cinema’“.
SOSTENERE CENTURIPE
E mentre parla, gli viene da piangere. Le lacrime gli gonfiano gli occhi. Così, dal nulla. Forse la stanchezza, forse la pressione. Attorno ha molte persone che lo seguono. Non sappiamo se riuscirà in questo folle volo: far rinascere Centuripe puntando quasi tutto sulla bellezza (divenne sindaco lottando contro una discarica). Ma i folli voli, specialmente se lanciati in terre avare di cambiamenti, come lo è l’entroterra siciliano, vanno sempre amati, compresi e soprattutto – soprattutto! – sostenuti.
– Luca Nannipieri
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