Museo Archeologico di Bari. Ecco i nuovi spazi espositivi

Nuova vita per una delle più antiche istituzioni archeologiche di Puglia, il Museo Provinciale di Antichità di Bari, che riapre al pubblico con spazi medievali recuperati, percorsi tematici inediti, installazioni site specific. E una finestra sul contemporaneo.

Il restauro del Monastero benedettino di Santa Scolastica, operazione complessa avviata nel 2011 e inaugurata il 30 giugno scorso, a cura dell’ex Soprintendente della città metropolitana di Bari, Luigi La Rocca, e del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Puglia, ha avuto come obiettivo finale quello di articolare in un unico spazio espositivo un percorso che raccogliesse, per sezioni tematiche, la storica collezione del Museo Provinciale di Antichità di Bari, istituzione fondata nella seconda metà dell’Ottocento dal Consiglio Provinciale di Bari, e il materiale archeologico inedito recuperato nel corso delle recenti campagne di studio locali.

LA STRUTTURA DEL NUOVO MUSEO ARCHEOLOGICO DI BARI

Dunque, dall’ingresso del museo, dove sono visitabili, insieme ai tratti delle mura elleniche e alle cisterne medievali dell’antico monastero, i resti di una “capanna” dell’età del Bronzo, si accede ai portici del XII secolo del dormitorio delle monache, da cui si diramano i vari percorsi museali: al piano terra, le sezioni dedicate alla storia archeologica della antica Peucezia, odierna Terra di Bari (VI e III secolo a.C.), in cui, in particolare, è visitabile, nell’area specifica intitolata “Iapigi e Greci nella Puglia antica”, l’importate selezione delle produzioni ceramiche indigene e greche, con elementi recuperati anche negli ultimi anni, oltre che la storica Collezione Polese, raccolta eterogenea di circa 2000 oggetti avviata dall’Amministrazione provinciale di Bari a partire dal 1925; al primo piano, le sezioni dedicate al tema della “Preistoria e protostoria in Terra di Bari”, con la presentazione di contesti di scavo del Neolitico e dell’età dei Metalli.
Dal monastero benedettino si accede all’annessa struttura del Bastione del 1500, eretto per volere della duchessa di Bari Bona Sforza, anche questo recuperato e restaurato nel corso dei lavori, dove, attraverso una installazione virtuale in videomapping, è possibile assistere alla ricostruzione dell’originaria pavimentazione a tasselli calcarei.
Parte integrante del percorso museale è anche l’Area archeologica di San Pietro, spazio aperto adiacente al Monastero di Santa Scolastica, in cui è attualmente all’opera, per un intervento site specific che a breve sarà presentato al pubblico, Edoardo Tresoldi, notissimo per la vicina installazione ricostruttiva della basilica paleocristiana di Siponto.

Museo Archeologico di Santa Scolastica, Bari. Elementi simbolici in stile “Serra d’alto” (Grotta Santa Barbara, Polignano a Mare, ricerche anni ’70)SPAZIO ANCHE ALL’ARTE CONTEMPORANEA

Il percorso museale è completato da spazi espositivi destinati agli eventi temporanei, in cui, in occasione della cerimonia di inaugurazione, è stata presentata la mostra d’arte contemporanea dal titolo Forme del desiderio. Il racconto delle collezioni, curata da Roberta Giuliani della Città Metropolitana di Bari, con opere di opere di Sol LeWitt, Robert Mapplethorpe, Robin Heidi Kennedy, Dennis Oppenheim, Andy Warhol, James Brown, Joseph Kosuth, Jenny Holzer, On Kawara, Vincent Shine, Joseph Kosuth e Pat Steir, visitabile per l’intero periodo estivo.

Luigi Rondinella

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Luigi Rondinella

Luigi Rondinella

Luigi Rondinella (Caserta, 1981) è architetto, dottore di ricerca in conservazione dei beni architettonici, critico d’arte e curatore. Nel 2018 diventa funzionario architetto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Collabora con Artribune dal 2011.

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