I dimenticati dell’arte. Hans Clemer, il pittore riscoperto a Saluzzo

Visse nel Quattrocento sotto la protezione dei marchesi di Saluzzo. Stiamo parlando di Hans Clemer, sottratto all’oblio dagli studiosi solo negli ultimi anni.

Aveva un nome tedesco, era nato nelle Fiandre, ha vissuto in Francia ma ha lasciato i suoi capolavori a Saluzzo, nel cuore del Piemonte. La storia del pittore Hans Clemer, vissuto tra il 1480 e il 1512, è quella di un artista viaggiatore, pronto ad assorbire forme e stili da un maestro a un altro, in un’epoca dove gli spostamenti da una corte europea all’altra sono all’ordine del giorno.

LA STORIA DI HANS CLEMER

Della formazione di Clemer non sappiamo nulla: la prima notizia arriva da un documento conservato ad Aix-en-Provence, che cita due artisti cugini, Josse Lieferinxe e “mestre Ans”, lo stesso che viene nominato in un libro di conti ritrovato da Marco Piccat a Saluzzo nel 1985. Grazie a queste scoperte negli ultimi anni è stata ricostruita buona parte dell’opera di Clemer, identificato con il Maestro d’Elva, autore di uno splendido ciclo di affreschi con le storie di Maria e di Cristo coronate da una drammatica crocefissione absidale nella chiesa parrocchiale di Elva, in Val Maira. Gli studiosi sono concordi nel dichiarare che Clemer abbia incontrato il marchese Ludovico II di Saluzzo intorno alla fine del XV secolo in Provenza, forse al seguito della sua seconda moglie Margherita di Foix, pronipote di un re di Francia, che arriva nel capoluogo del marchesato nel 1493, dopo aver sposato Ludovico II, allora cinquantaduenne. Marco Piccat sostiene che Clemer godeva della protezione della giovane e volitiva marchesa, che darà a Ludovico quattro figli, il primo dei quali, Michele Antonio, nasce nel 1495. In quel periodo, grazie alla protezione dei marchesi, Clemer si stabilisce in pianta stabile in città, dove sposa la saluzzese Caterina Milaneti, e comincia a realizzare le sue opere con uno stile tutto particolare, che unisce tratti fiamminghi e tedeschi con iconografie provenzali e italiane.

Hans Clemer, Madonna della Misercordia. Casa Cavassa. Courtesy Fondazione Artea

Hans Clemer, Madonna della Misercordia. Casa Cavassa. Courtesy Fondazione Artea

LE OPERE DI HANS CLEMER

Una delle sue prime opere saluzzesi è il Polittico di Colle di Macra, oggi conservato nel Palazzo Vescovile e databile al 1496: cinque tavole di pioppo dove l’artista ritrae una Vergine in trono con bambino, accompagnata da quattro santi, che poggiano i piedi su un pavimento di maioliche in prospettiva. Tre anni dopo ritroviamo Clemer nella cappella marchionale del Castello di Revello, residenza preferita di Margherita: sull’altare era collocata la Pala con la Madonna della Misericordia (1499-1500), poi trasferita a Saluzzo, nel museo di Casa Cavassa.  Considerata il capolavoro di Clemer, è dominata dalla figura di una Madonna dai morbidi tratti rinascimentali, che allarga il manto azzurro per proteggere i suoi committenti, secondo un modello forse ripreso dal pittore provenzale Enguerrand Quarton. I ritratti dei personaggi sono resi con una precisione tutta fiamminga: a sinistra troviamo il marchese Ludovico, accompagnato dai suoi dignitari, e a destra la bella Margherita accompagnata dal piccolo Michele Antonio, dall’espressione attonita. Ma Clemer non si limita a dipingere su tavola: su una parete esterna di Casa Cavassa, residenza del nobile Francesco e vicario generale del marchesato, retto da Margherita a partire dal 1504, anno della morte del marito, l’artista ha raffigurato in grisaille le Fatiche di Ercole, con un tratto deciso e fortemente espressivo. Purtroppo però i saluzzesi non perdonano a Margherita le sue simpatie filofrancesi, costringendola ad abbandonare Saluzzo per tornare nel suo paese natale nel 1531, e questo malcontento investì anche Clemer, che viene rapidamente dimenticato e riscoperto soltanto da alcuni studiosi negli ultimi trent’anni.

LA MOSTRA SU CLEMER

Oggi il pittore è protagonista dell’interessante mostra Tesori del Marchesato di Saluzzo, curata da Simone Baiocco. Aperta fino al 31 ottobre e promossa dalla fondazione Artea, coinvolge tre diverse sedi: il monastero della Stella, Casa Cavassa e la Castiglia, l’antico castello dei marchesi. All’interno di Casa Cavassa un’intera sala è dedicata alle opere di Clemer: oltre alla Pala della Misericordia ci sono i due scomparti principali del polittico conservato nella cappella del Santissimo Sacramento (1500-01) nel Duomo di Saluzzo. Qui, sul consueto fondo dorato, si stagliano i santi protettori di Saluzzo, San Costanzo e San Chiaffredo, rappresentati a figura intera mentre introducono i due donatori, Ludovico e Margherita. La mostra è un’occasione per ammirare la Madonna col bambino, detta Madonna del Coniglio (1503-05) proveniente dal Museo Bardini di Firenze e attribuita a Clemer dallo storico dell’arte Giovanni Romano. Il coniglio ai piedi della Vergine è talmente realistico da far pensare agli animali disegnati con precisione quasi fotografica da Albrecht Dürer, che lavorava tra la Germania e l’Italia negli stessi anni. Un ulteriore tassello da aggiungere alla pittura di Clemer, che attende ancora uno studio che riporti alla luce la poliedrica e misteriosa personalità di un artista europeo ante litteram, che si muoveva con pennello e tavolozza tra le Fiandre, la Provenza, la Germania e l’Italia.

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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