Opere nei depositi dei grandi musei andranno ad arricchire i piccoli musei
Un nuovo progetto del Ministero della Cultura punta a valorizzare testimonianze artistiche preziose relegate in deposito nei musei principali, affidandole alle collezioni di musei più piccoli nelle aree interne
Capolavori chiusi in deposito nei grandi musei, si sposteranno temporaneamente per arricchire i piccoli musei d’Italia. 100 opere (tra dipinti, reperti archeologici, sculture, oggetti d’arte) dai depositi di 14 tra i musei più importanti del Paese – dalle Gallerie Nazionali Barberini Corsini agli Uffizi di Firenze, dal Museo di Capodimonte al Museo di Brera, dalla Galleria Borghese al Museo Archeologico di Ferrara, dal Museo Archeologico di Napoli al Museo di Matera – verranno affidate a istituzioni di piccole realtà territoriali (musei comunali, regionali, ecclesiastici, palazzi e ville storiche), così da renderle fruibili al pubblico. Il progetto è stato concepito e portato avanti dal Ministero della Cultura, in collaborazione con Rai Documentari. Parlando di numeri, i musei coinvolti sinora nell’operazione sono 28, 13 le regioni e 21 i comuni. Lo scopo di questa operazione? La valorizzazione del patrimonio culturale in maniera diffusa su tutto il territorio nazionale, seguendo inoltre il principio della “restituzione”, riportando cioè le opere confluite nei principali musei italiani nelle chiese e nei palazzi di provenienza, e non solo: l’operazione riguarda anche opere che, inserite nelle collezioni di destinazione, danno vita ad accostamenti interessanti e favoriscono l’apertura dei musei verso nuovi pubblici. Inoltre, MiC e RAI hanno siglato un accordo per realizzare un documentario della durata di 50 minuti e 13 “instant doc”, di 20 minuti circa ciascuno, così da raccontare al grande pubblico il progetto.
PROGETTO MIC-RAI: 100 OPERE ESCONO FUORI DAI DEPOSITI MUSEALI
Il progetto prende avvio con due tele di Salvator Rosa provenienti dai depositi del Museo Nazionale di Arte Antica che dal 12 dicembre verranno esposte a Matera. Si tratta di due paesaggi del 1635 e sono stati scelti proprio per integrare la collezione del Museo, più orientata verso l’arte sacra. Una testata di trave bronzea dagli arredi delle navi di Caligola (37-41 d.C.) e 5 capolavori, depredati in epoca napoleonica e depositati a Brera, tornano inoltre alla Galleria Nazionale delle Marche: ovvero tele di Federico Barocci, una pala di Baglione, una di Simone Cantarini detto il Pesarese. Altre opere saranno destinate a Oriolo Romano. Dal Museo Nazionale Romano alcune opere andranno a Nemi, a rinforzare i motivi per visitare il Museo delle Navi Romane. A Villa Giustiniani è previsto l’arrivo di un torso marmoreo dal Parco Archeologico di Ostia Antica, Il Gladiatore che uccide un leone, mentre dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli alcune opere lasceranno i depositi per raggiungere Civita Castellana e il Museo Archeologico di Palestrina (la Cista Prenestina). Entro febbraio è prevista la consegna delle prime 36 opere. La banca dati, elaborata fin dal 2015 dalla Direzione Generale Musei, ha raccolto tuttavia ben 3.652 opere provenienti dai depositi di oltre 90 musei statali, selezionate tra quelle potenzialmente coinvolte in una futura restituzione ai territori, tra musei comunali, regionali, ecclesiastici, palazzi e ville storiche.
LA VALORIZZAZIONE DEI CAPOLAVORI DEI DEPOSITI. LE PAROLE DEL MINISTRO FRANCESCHINI
“All’inizio del mio primo mandato fu organizzata una mostra a Cerveteri con il Cratere di Eufronio, proveniente dai depositi di Villa Giulia. Questo reperto poteva diventare simbolo della Città, oggi infatti è a Cerveteri. Da quel momento, ho pensato si potesse immaginare e costruire un’operazione più vasta sul territorio”, ha dichiarato il Ministro della Cultura Dario Franceschini. “La mia città di origine, Ferrara, ha subito la più grande spoliazione della storia, ora torneranno lì due Garofalo (uno da Brera e uno dalla Galleria Borghese). La proprietà statale di queste opere è una forza perché si può ragionare su una politica di scambi e prestiti tra i musei. È un sistema museale nazionale, non c’è Louvre che tenga se si lavora tutti insieme. Allora perché non restituire, far uscire le opere dai depositi e portarle alle comunità locali? Potrebbe essere un modo per andare incontro anche a un’esigenza attuale, quella di decongestionare le grandi città dell’arte e indirizzare i flussi turistici nei borghi, immaginando nuovi percorsi attrattivi e itinerari turistici”.
– Giorgia Basili
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