Alla Pilotta di Parma la grande mostra sulla dinastia Farnese
Con 300 opere esposte, va in scena al Complesso Monumentale della Pilotta la ricostruzione socio-politica del regno dei duchi di Parma e Piacenza. E di come si distinsero anche grazie al mecenatismo artistico.
L’egemonia di un ducato attraverso l’arte e l’architettura: è questa la storia che racconta la mostra I Farnese. Architettura, Arte, Potere al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, dal 18 marzo al 31 luglio. La crescita e l’egemonia del Ducato di Parma e Piacenza – nato nel 1545 per volere di papa Paolo III, Alessandro Farnese, e assegnato al figlio prediletto Pier Luigi da un giorno all’altro, “come nasce un fungo” aveva commentato il cardinale Ercole d’Este – appaiono qui come possibili grazie a una grande oculatezza socio-politica della famiglia Farnese unita a una singolare abilità da mecenati. È sotto la loro egida che si sviluppò la grandiosa collezione Farnese, al tempo tra le più ricche d’Europa, che affiancata alla decorazione dei palazzi di Roma, Caprarola, Parma e Piacenza rese un grande prestigio ai Farnese, oltre alla costruzione dello stesso Complesso Monumentale, che nel corso del 2022 inaugurerà tutti i suoi spazi restaurati e riallestiti in un più ampio progetto di rilancio. Realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, l’Archivio di Stato di Parma, la Fondazione Arturo Toscanini, l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Parma e la Fondazione Cariparma (in partenariato con Electa per la creazione di ben tre tomi), la mostra è patrocinata dal Ministero della Cultura e dal Comune, ed è inserita nei progetti di Parma Capitale della Cultura 2020+21.
LE OPERE IN MOSTRA NE I FARNESE AL COMPLESSO DELLA PILOTTA
Curata dal direttore della Pilotta Simone Verde con Bruno Adorni, Carla Campanini, Carlo Mambriani, Maria Cristina Quagliotti e Pietro Zanlari, che ne hanno promosso un approccio vicino alla Global History, la mostra esibisce oltre 300 opere da collezioni pubbliche e private italiane ed europee. Da Capodimonte proviene la maggior parte delle opere pittoriche esposte, tra cui spiccano Raffaello, Tiziano, Annibale Carracci, El Greco e Parmigianino – e a cui si aggiunge, dal Musée des Amériques-Auch, la Messa di San Gregorio, opera realizzata dai nativi messicani con tecniche precolombiane per ringraziare il papa della bolla che condannò il loro sfruttamento, per la prima volta esposta in Italia – così come 80 oggetti preziosi. Questi si uniscono in una Wunderkammer rinascimentale alla collezione numismatica della Pilotta e a pezzi provenienti dal MANN di Napoli (come la pregiata Tazza Farnese), dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e dalla Collezione Gonzaga di Guastalla. Grande merito di questa esposizione non è solo quello di una ricostruzione minuziosa e di ampio respiro della loro committenza, ma anche quello di coinvolgere nella narrazione della casata di origine toscana le loro imprese architettoniche: grazie a modelli, elaborazioni grafiche e video, sono così posti in risalto il Teatro Farnese, la Galleria Nazionale, il Museo Archeologico, la Biblioteca Palatina, i Voltoni del Guazzatoio, tutti tasselli fondamentali per la costruzione di un potere solido e riconosciuto.
– Giulia Giaume
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