Nei giardini di Villa Giulia a Roma nasce la vigna didattica del Museo Etrusco
Parte delle molteplici iniziative aperte al coinvolgimento di cittadini e studenti, la vigna coltivata a sangiovese e malvasia bianca del Lazio avrà anche il compito di illuminare il rapporto degli Etruschi col vino
In quanto a capacità di aprirsi all’esterno, con iniziative e progetti volti a coinvolgere un pubblico eterogeneo nella costruzione di dinamiche culturali, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia è in prima linea. Lo conferma la recente pubblicazione del bando volto a incentivare la partecipazione dei cittadini alla valorizzazione del complesso museale romano diretto da Valentino Nizzo, che per il terzo anno ha scelto di cedere in concessione temporanea – e a titolo gratuito – i propri spazi per la realizzazione di eventi di alto profilo. Ma è molto più ampio e articolato il pacchetto di attività partecipative (conferenze, laboratori, degustazioni guidate, performance musicali, iniziative per i più piccoli) che l’istituzione capitolina mette in campo da tempo per favorire lo scambio di conoscenze e stimolare la curiosità verso il patrimonio archeologico che custodisce. E non solo. Ospitato nella villa rinascimentale voluta da papa Giulio III, locus amoenus a più riprese celebrato dalla letteratura artistica, il museo si impegna a far rivivere quel che resta della magnificenza del passato con operazioni filologiche, calate però nel presente.
LA VIGNA DIDATTICA DI VILLA GIULIA
È il caso della vigna didattica che sta prendendo forma nei giardini posteriori di Villa Giulia, per impulso dei Servizi Educativi del Museo coordinati da Vittoria Lecce. Catalogata come progetto PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), la messa a dimore dei filari coinvolge gli studenti dell’ultrasecolare Istituto Tecnico Agrario Giuseppe Garibaldi. Alle analisi agronomiche del terreno effettuate l’autunno scorso, è seguito l’impianto di viti a spalliera (sorrette da pali), viti maritate (sorrette dai limoni) e viti autoportanti ad alberello, seguito da 15 studenti dell’ultimo anno sotto la supervisione dei loro professori. Il lavoro di cura e gestione del terreno si prolungherà nel tempo, con il passaggio di testimone tra diverse classi. L’idea è quella di guidare i ragazzi alla conoscenza della pratica della viticoltura e dell’uso del vino nel mondo etrusco. Raffigurata anche negli affreschi allegorici (1553-55) dell’emiciclo di Villa Giulia, la vite doveva scuramente essere presente nel giardino cinquecentesco, che all’epoca si estendeva a comprendere una vasta porzione di territorio lungo la via Flaminia e le colline dei Parioli, tra boschi di lauri, aranceti, pergolati di verzure e viali ornati d’alberi da frutto. La vigna didattica – coltivata a sangiovese e malvasia del Lazio, per le origini antiche dei due vitigni – servirà invece a illuminare il rapporto degli Etruschi col vino, con l’affiancamento di visite guidate alle collezioni concentrate sui temi del vino e del banchetto.
ORTI AL MUSEO
L’idea di promuovere una gestione del verde museale finalizzata alla coltivazione non è certo nuova, e sta trovando grande impulso negli ultimi anni. Succede, sempre a Roma, all’interno del Parco Archeologico del Colosseo, ente certificato in questa veste dal 2017, ora diretto da Alfonsina Russo: l’intento di coinvolgere le imprese e i privati cittadini nelle attività per tutelare il paesaggio storico, qui ha generato veri e propri progetti di produzione agricola (ma i prodotti non sono destinati alla vendita), dall’olivicoltura (190 sono gli ulivi presenti nel parco) alla viticoltura presso la Vigna Barberini, passando per il miele, prodotto sul Palatino grazie alle arnie curate da Grabees. In Campania è invece l’iniziativa Horticultura a valorizzare il patrimonio verde di importanti beni culturali statali, dal Parco Archeologico di Pompei all’Anfiteatro Campano, al museo archeologico dell’antica Capua. Il format didattico perfezionato dalla cooperativa Terra Felix utilizza lo strumento dell’orto didattico al museo per creare opportunità di apprendimento e gioco per bambini, trasmettendo fondamenti di educazione ecologica, senso civico, principi di sana alimentazione e insegnamenti storici. Luogo cardine del progetto è anche la Reggia di Caserta, che per altri versi – ormai da tempo e grazie al fondamentale periodo di direzione di Mauro Felicori – ha avviato diversi progetti di riqualificazione del verde e coltivazione, culminati nella rinascita dell’antica vigna di San Silvestro con uva pallagrello.
–Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati