Grande Progetto Pompei: gli arredi del Larario sono l’ultima scoperta del Parco archeologico
La nuova scoperta degli arredi della domus del Larario, ambiente dedicato al culto dei numi tutelari della casa, permette di scoprire la vita della Pompei del ceto medio che lottava per il proprio status sociale
“Pompei davvero non finisce di stupire ed è una bellissima storia di riscatto, la dimostrazione che quando in Italia si lavora in squadra, si investe sui giovani, sulla ricerca e sull’innovazione si raggiungono risultati straordinari”. Con queste parole il Ministro per la Cultura, Dario Franceschini introduce l’ennesima scoperta dell’enorme scavo archeologico a cielo aperto che è Pompei. Si tratta del rinvenimento degli arredi della domus del “Larario” nella Regio V, uno dei grandi quartieri della città antica: un fatto di straordinaria importanza, non solo per l’eccezionale stato di conservazione del materiale archeologico, ma anche perché aggiunge nozioni su una parte del mondo antico che normalmente rimane all’oscuro, ovvero la Pompei del ceto medio.
LA POMPEI DEL CETO MEDIO CHE LOTTAVA PER IL PROPRIO STATUS SOCIALE
“Nell’impero romano c’era un’ampia fetta della popolazione che lottava per il proprio status sociale e per cui il ‘pane quotidiano’ era tutt’altro che scontato”, spiega il Direttore del Parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel. “Un ceto vulnerabile durante crisi politiche e carestie, ma anche ambizioso di salire sulla scala sociale. Nella casa del Larario a Pompei, si riuscì a far adornare il cortile con il larario e con la vasca per la cisterna con pitture eccezionali, ma evidentemente i mezzi non bastavano per decorare le cinque stanze della casa, una delle quali fungeva da deposito. Nelle altre stanze, due al piano superiore e raggiungibili tramite un soppalco, abbiamo trovato un misto di oggetti, alcuni di materiali preziosi come il bronzo e il vetro, altri di uso quotidiano. I mobili di legno di cui è stato possibile eseguire dei calchi sono di estrema semplicità. Non conosciamo gli abitanti della casa ma sicuramente la cultura dell’ozio a cui si ispira la meravigliosa decorazione del cortile per loro era più un futuro che sognavano che una realtà vissuta”.
GLI ARREDI DEL LARARIO: L’ULTIMA SCOPERTA DEL GRANDE PROGETTO POMPEI
La scoperta è l’ultima, nell’ordine di tempo, nell’ambito del più ampio intervento di manutenzione e messa in sicurezza dei fronti di scavo, previsto dal Grande Progetto Pompei. Qui, già nel 2018 emerse un lussuoso larario riccamente decorato: un ambiente adibito al culto dei “Lari”, numi tutelari della casa. Nel 2021 un progetto di scavo e di restauro del Parco archeologico di Pompei, ha previsto l’estensione dell’indagine archeologica degli ambienti superiori al primo livello e quelli del piano terra, posti di fronte al larario, portando alla scoperta di stanze (due sopra e due sotto) che celavano ancora diversi arredi di cui è stato possibile realizzare i calchi, e di oggetti di uso quotidiano. Tutto ciò consente di immaginare gli ultimi istanti di vita dei pompeiani, fotografati negli arredi sconquassati dall’eruzione del 79 d.C.. Piatti, vasi, anfore, oggetti in vetro e terracotta lasciati in bauli e armadi, abbandonati frettolosamente durante la catastrofe e recuperati oggi con gli strumenti dello scavo stratigrafico. Ma anche oggetti meno documentati come un prezioso bruciaprofumi decorato e il gruppo unico di sette tavolette cerate raccolte da un cordino. “Pompei è una scoperta continua”, conclude Massimo Osanna, Direttore generale dei Musei. “Ma soprattutto si conferma essere un inesauribile laboratorio di studio e ricerca, che consente di non mettere mai un punto finale alla ricerca, ma al contrario di aggiungere nuovi dati alla storia della città. Il Grande progetto Pompei, con il quale attraverso superiori esigenze di tutela si sono determinati altri scavi, ha consegnato al Parco archeologico un’esperienza e una metodologia che oggi viene perseguita in un regime ordinario, nell’ambito del quale continuano ad emergere eccezionali risultati”.
– Claudia Giraud
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