Rivedere la Madonna dei Pellegrini di Caravaggio a un palmo di naso
Per tre giorni il capolavoro seicentesco della Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio, a Roma, sarà accessibile gratuitamente a distanza molto ravvicinata grazie a un restauro
Sono poche le occasioni in cui una pala d’altare può essere osservabile a una distanza ravvicinata, per apprezzarla in tutta la sua meraviglia. Ancora meno spesso accade che questa sia di Caravaggio. Eppure per 3 giorni, da giovedì 1 settembre, sarà possibile osservare da vicinissimo la Madonna dei Pellegrini, realizzata da Caravaggio tra il 1604 e il 1606, nel mezzo della Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, a Roma. Tutto grazie ai lavori di pulizia, spolveratura e analisi condotti dallo Studio Merlini Storti di Restauro, di Valeria Merlini e Daniela Storti, in accordo con la Soprintendenza Speciale di Roma e la sua direttrice Daniela Porro: lo Studio, che monitorerà il livello di conservazione della Pala, la aveva già restaurata nel 1999, sempre con un cantiere aperto ai visitatori. Erano state proprio Merlini e Storti a inaugurare un modulo di visita inedito, ma che avrebbe avuto molto successo, basti pensare agli affreschi di Lorenzetti nella Basilica di San Francesco a Siena visibili dai ponteggi, o ancora il restauro aperto della Pietà Bandini di Michelangelo l’anno scorso.
LA MADONNA DEI PELLEGRINI DI CARAVAGGIO
Conservata all’interno della Cappella Cavalletti ma momentaneamente spostata nella navata per le operazioni di pulitura, la Madonna dei Pellegrini era stata commissionata dalla Chiesa in piena Controriforma, a dispetto della quale contiene una (nemmeno troppo celata) provocazione: la modella scelta da Caravaggio per la Vergine è infatti Maddalena, Lena, di Paolo Antognetti, cortigiana d’alto bordo nella Roma del tempo (nonché modella per diversi artisti). La datazione convenzionale del dipinto cade nello stesso periodo in cui il Papato aveva peraltro deciso di salvaguardare la propria immagine davanti alle critiche di dissolutezza e alle nuove, severe indicazioni del Concilio di Trento, bandendo la prostituzione nella città, ma non vi furono conseguenze per la committenza della pala d’altare.
Oltre alla scelta della riconoscibile modella, la protagonista della scena non è una “tradizionale Vergine”: le vesti sono quelle tipiche dei popolani di Roma, non ci sono segni di trionfo spirituale né di ricchezza e l’espressione del volto della Madonna è quasi impassibile. Straordinariamente realistici, come sempre nelle opere caravaggesche, sono i particolari, come le vesti lise dei pellegrini e i loro piedi resi sporchi e gonfi dal tanto camminare, proprio come quelli che Caravaggio avrà visto a Roma per il Giubileo del 1600.
COME VISITARE DA VICINO LA MADONNA ROMANA DI CARAVAGGIO
Tra i capolavori romani dell’artista lombardo, sarà possibile vedere gratuitamente l’opera, anche nota come “Madonna di Loreto”, da giovedì 1 settembre a sabato 3 settembre (dalle 16 alle 19.30 giovedì, mentre venerdì e sabato dalle 7.15 alle 12 e dalle 16 alle 19.30). Dopo questa data, l’opera tornerà nella sua posizione originale con una piccola aggiunta: un nuovissimo impianto di illuminazione della società tedesca Proled Group, con cui lo studio di restauro italiano aveva concordato la proposta.
– Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati