La mostra di Carlo Crivelli a Macerata. Storia di una scoperta inaspettata
I restauri hanno individuato la Madonna Buonaccorsi come unica opera su tela del pittore quattrocentesco, aprendo inediti scenari di ricerca. La mostra rappresenta anche l’occasione per rilanciare il territorio marchigiano, ricco di arte, storia e cultura
La mostra inaugurata a Palazzo Buonaccorsi di Macerata apre scenari inaspettati che uniscono la figura di un grande pittore quattrocentesco con un’accurata operazione scientifica di restauro, ma anche con la storia di un territorio da rilanciare. Carlo Crivelli e le relazioni meravigliose, a cura di Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci e visitabile fino al 12 febbraio 2023, ruota attorno alla Madonna con il Bambino di Carlo Crivelli (Venezia 1430 – 1435 circa, Ascoli Piceno? – 1495), raffigurazione mariana delicata e ieratica, preziosa e regale, parte del patrimonio maceratese. La mostra punta ad approfondire e a diffondere il lavoro di Crivelli, veneziano di origine “adottato” dalle Marche, dove si era rifugiato a causa di un esilio. Lo fa ricostruendo le tappe del suo percorso, attraverso altre sette opere presenti in mostra e provenienti da importanti istituzioni di tutta Italia: la Madonna del latte proveniente dalla Pinacoteca Parrocchiale di Corridonia, la Madonna con il Bambino dall’Accademia Carrara di Bergamo, Pietà (Cristo morto compianto dalla Vergine San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena) dai Musei Vaticani, San Francesco che raccoglie il sangue di Cristo dal Museo Poldi Pezzoli di Milano e Cristo benedicente dal Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, oltre a un San Sebastiano e devoti realizzata dal fratello Vittore Crivelli e custodita nei depositi della Soprintendenza presso Galleria Nazionale delle Marche di Urbino la quale, alla fine della mostra, sarà restituita ed esposta nella città di Montegiorgio, in provincia di Fermo, da cui proviene.
CARLO CRIVELLI E L’IMPORTANTE SCOPERTA DEL RESTAURO
L’importanza della mostra per il territorio marchigiano e non solo è stato dato da un “fuori programma” avvenuto nel corso dei restauri effettuati sulla Madonna con il Bambino e guidati da Daphne De Luca. La quale, intervenendo sul dipinto per consuete operazioni di ripulitura, ha deciso di operare la “sfoderatura” di quella che da sempre si era considerata una tavola trasportata su tela (nonostante la notizia non sia mai stata attestata da alcuna fonte, uno dei principali motivi di sospetto). Staccando, quindi, lo strato tessile dal supporto ligneo, operazione delicatissima e in un certo senso rischiosa per l’integrità del dipinto, e osservando da vicino il fronte ma soprattutto il retro, si è risaliti a un’importante scoperta: la Madonna con il Bambino è inequivocabilmente un’opera realizzata su tela, l’unica di questo tipo conosciuta di Carlo Crivelli. Ma perché questo fatto è considerato tanto rilevante?
CARLO CRIVELLI E L’USO DELLA TELA NEL QUATTROCENTO
Ci troviamo nel 1470, quando l’uso della tela era impiegato “non solo nella realizzazione di vessilli, palii, insegne per feste e cerimonie, ma anche come supporto di importanti dipinti per altari”, spiega Giuliana Pascucci. “Consuetudine che, tra il XIV e il XV secolo, trova anche nel Veneto e in particolare a Padova un centro di elaborazione e diffusione della pittura a tempera su tela, nota anche come ‘pala’ o ‘tabula’ in ‘lini pannum’, veri e propri dipinti. Padova occupa una posizione di rilievo nello sviluppo della pittura su tela e in particolare la bottega dello Squarcione, dove si forma Andrea Mantegna e collabora anche Carlo Crivelli”. La scoperta pone quindi nuove prospettive sul rapporto tra Veneto e Marche nella pittura, mettendo Crivelli in un ruolo di primo piano come precursore e sperimentatore delle tecniche. Aprendo al contempo nuovi interrogativi: l’opera è l’unico esemplare di pittura su tela dell’autore o ne possono esistere altre? E se sì, quali? Dove cercare? “Questa mostra non rappresenta un punto di arrivo, ma di partenza”, racconta la curatrice a Artribune. “Da qui cominceranno nuovi restauri e ricerche per studiare l’opera di Carlo Crivelli sotto una lente inedita. L’intento è quello di spostare il focus dell’attenzione dai metodi di indagine tradizionali a un nuovo punto di vista, che ci porta a leggerlo come un grande esperto delle tecniche pittoriche”.
PERCORSI CRIVELLIANI: 8 ITINERARI ALLA SCOPERTA DELLE MARCHE E DEL SUO PATRIMONIO
Carlo Crivelli e le relazioni meravigliose rappresenta anche il punto di partenza per un progetto di valorizzazione del territorio coordinato da Regione Marche e Comune di Macerata in collaborazione con Università degli Studi di Macerata e Fondazione Carima. Un percorso per guidare il pubblico alla scoperta del patrimonio storico, artistico e naturalistico delle Marche, facendo di Crivelli un’ideale catalizzatore. Si parte da Macerata per proseguire poi verso Corridonia, San Ginesio, Sarnano, Monte San Martino, San Severino Marche, Serrapetrona, Belforte del Chienti e Camerino, sulle tracce del pittore quattrocentesco, della sua vicenda itinerante, dei suoi epigoni e dei suoi continuatori – il fratello Vittore, l’allievo Pietro Alemanno, Antonio Solario, per dirne alcuni – di una storia intensa e non ancora abbastanza conosciuta.
Giulia Ronchi
Carlo Crivelli e le relazioni meravigliose
A cura di Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci
Fino al 12 febbraio 2023
Palazzo Buonaccorsi e Regione Marche, Macerata
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