Il quadro da sempre attribuito a Vermeer in realtà è di un suo allievo. Lo studio
Le ricerche sono state portate avanti dalla National Gallery of Art di Washington in cui è esposta l’opera “La ragazza con flauto”, ora oggetto di una mostra. Questo cambia tutto ciò che sappiamo sul pittore olandese, che si era creduto fino ad ora un “artista solitario”
Una giovane donna con un flauto in mano è ritratta seduta a un tavolo nell’atto di guardare lo spettatore con aria interrogativa. È vestita con un cappotto blu dalle maniche in pelliccia e indossa un cappello conico che le getta un’ombra sul viso, in corrispondenza degli occhi. Questo dipinto, datato tra il 1669 e il 1675 ed esposto alla National Gallery of Art di Washington, si intitola Ragazza con flauto, ed è stato finora attribuito al pittore Johannes Vermeer (Delft, Paesi Bassi, 1632 – 1675). La smentita è arrivata da un gruppo di ricercatori che, svolgendo analisi scientifiche e comparandolo con altri dipinti dell’autore, hanno scoperto che la tecnica utilizzata nella stesura del pigmento è molto più grossolana e differisce dalla pratica già nota. Ragazza con flauto, quindi, ha indotto gli esperti a pensare che la realizzazione sia avvenuta per mano di un allievo di Vermeer, o di un pittore assunto per una breve collaborazione, o addirittura un membro della sua famiglia. Una scoperta che apre a scenari inaspettati: può essere che Vermeer, da sempre creduto un “genio solitario” (questo probabilmente anche a causa della scarsità delle opere a lui attribuite) fosse in realtà affiancato da uno studio o una bottega?
LA SCOPERTA DELLA RAGAZZA CON FLAUTO DI VERMEER
L’ipotesi resta in realtà ancora intrisa di incertezza, data l’assenza di documenti che forniscano prove dell’esistenza di una bottega; Vermeer, inoltre, non è presente in nessun registro della corporazione dei pittori di Delft e non vi è cenno su assistenti nemmeno nelle testimonianze lasciate dai visitatori del suo studio. A convincere gli studiosi è stato il confronto tra Ragazza con flauto e l’opera La ragazza con il cappello rosso, svolto attraverso screening e analisi microscopiche. Nel secondo caso è emerso che Vermeer iniziava i suoi dipinti con ampi tratti di vernice stesa sul fondo, per poi proseguire con la definizione dei dettagli più accurati. Il primo dipinto, invece, ha rivelato una pennellata goffa oltre all’uso di pigmenti macinati grossolanamente, tanto da conferire alla superficie un carattere quasi granuloso, decisamente insolito per il pittore olandese.
LA MOSTRA VERMEES’S SECRETS A WASHINGTON
Le chiusure del museo imposte a causa del Covid tra il 2020 e il 2021 sono state l’occasione per esaminare i dipinti di Vermeer appartenenti alla National Gallery of Art di Washington e studiare a fondo quali fossero i caratteri fondamentali della sua pittura. Tutto questo ha dato vita a Vermeer’s Secrets, a cura di Marjorie E. Wieseman e Alexandra Libby, che include le opere finora citate oltre a La Pesatrice di perle (1664 circa), Donna che scrive una lettera (1665 circa) e due falsi del XX secolo, The Lacemaker (Merlettaia) (1925 circa) e The Smiling Girl (La ragazza sorridente) (1925 circa). “L’esistenza di altri artisti che lavorano con Johannes Vermeer è forse una delle nuove scoperte più significative sull’artista da scoprire negli ultimi decenni. Cambia radicalmente la nostra comprensione di Vermeer“, ha affermato Kaywin Feldman, direttore della National Gallery of Art. “Sono incredibilmente orgoglioso del team interdisciplinare dello staff della National Gallery che ha lavorato insieme per studiare questi dipinti, basandosi su decenni di ricerca e utilizzando tecnologie scientifiche avanzate per scoprire scoperte entusiasmanti che aggiungono nuove informazioni a ciò che sappiamo sull’enigmatico artista“.
Giulia Ronchi
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