Le barriere anti-acqua alta per proteggere la Basilica di San Marco funzionano
Perfette per quando l'acqua alta c'è ma non supera il metro e dunque il Mose non si attiva. Le paratie di vetro terranno la cattedrale al sicuro fino al rialzo dell'insula marciana
Alla fine l’autunno è arrivato e con lui torna l’acqua alta a Venezia. Come previsto dal protocollo per piene sotto il metro, il Mose non è entrato in funzione. E così, tra paratie e passerelle, Piazza San Marco si è allagata con 10 centimetri d’acqua, ma questa volta la Basilica è rimasta all’asciutto. Un momento significativo e a lungo atteso, raggiunto grazie a una serie di barriere in vetro trasparente poste in questi mesi (ma non ancora inaugurate) attorno al perimetro della cattedrale: lo scopo è proprio quello di impedire l’ingresso della marea e la conseguente erosione del nartece – il corto atrio posto fra le navate e la facciata principale della chiesa – e degli straordinari pavimenti a mosaico.
UNA BARRIERA DI VETRO PROTEGGE LA BASILICA DI SAN MARCO A VENEZIA
Le imprese Rossi Costruzioni e Kostruttiva hanno lavorato negli ultimi giorni per rendere efficace la cintura di vetro (da cui a breve sarà rimossa la pellicola protettiva). Si tratta di una soluzione temporanea prima dei lavori definitivi di protezione dell’insula marciana, che prevedono la chiusura del sistema di scolo delle acque, l’implementazione di un sistema di drenaggio, l’innalzamento delle rive con muretti e rialzi e la separazione dei sistemi fognario e di scolo. Previste per due o tre anni e fissate a terra, le barriere presentano due varchi laterali e due all’ingresso principale della basilica, dove vengono inserite alla bisogna delle paratie in metallo come quelle che proteggono le case dei veneziani. Questo permette alle zone più esposte del monumento di non finire sott’acqua, cosa che accade in media 180 volte all’anno causando gravi problemi di dissesto.
Giulia Giaume
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