Dai bronzi di San Casciano alle Terme di Aquileia. 5 scoperte archeologiche fatte a novembre 2022

La notizia delle statue bronzee di epoca etrusca rinvenute a San Casciano dei Bagni ha fatto il giro del mondo, ritenuta da tutti una delle scoperte più eclatanti fatte negli ultimi anni. Ma non è l’unica

La scoperta più eclatante del mese di novembre – in realtà degli ultimi anni – è stata senza ombra di dubbio il ritrovamento di oltre venti statue bronzee etrusche a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, notizia che nell’arco di poche ore ha fatto il giro del mondo: oltre alle statue, sono riemersi monete, ex voto e oggetti della civiltà estrusco-romana. Il mese appena trascorso però ha riservato altre sorprese, come gli studi sul Colosseo – uno anticiperebbe la sua costruzione di 100 anni, l’altro è un report su quanto emerso durante uno scavo condotto nella sua retee fognaria –, la scoperta di una villa romana con mosaico a Perugia e il rinvenimento di nuove sezioni delle grandi Terme Romane di Aquileia. Ecco le più interessanti scoperte archeologiche fatte in Italia nelle ultime settimane.

Desirée Maida

I BRONZI ETRUSCHI A SAN CASCIANO DEI BAGNI

I bronzi etruschi di San Casciano dei Bagni

I bronzi etruschi di San Casciano dei Bagni

Risale allo scorso 8 novembre la straordinaria scoperta di un tesoro nascosto a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, dove nell’ambito di una campagna di scavo coordinata dal professore e etruscologo Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena e promosso dal Ministero della Cultura e dal comune toscano, sono stati rinvenuti oltre 20 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, cinquemila monete in oro, argento e bronzo, ex voto e altri oggetti provenienti dalla civiltà etrusca-romana, in ottimo stato di conservazione. Gran parte di questi lavori risalgono al periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., fase di importanti trasformazioni nella Toscana antica, tra conflitti tra Roma e le città etrusche e lotte all’interno del tessuto sociale dell’Urbe. “La campagna di scavo che ho avuto l’onore e il piacere di dirigere sul campo per 14 settimane tra giugno e ottobre ha ottenuto risultati stupefacenti e in parte inaspettati”, ha dichiarato il direttore di scavo Emanuele Mariotti. “I ritrovamenti e la monumentalità del sito hanno superato le nostre aspettative. Bisogna notare come l’eccezionalità del contesto non derivi solo dalle stratigrafie fangose ma intatte all’interno della vasca, così ricche di tesori d’arte e numismatici, ma anche dall’architettura con cui fu concepito, in epoca primo-imperiale, il cuore del santuario, destinato a raccogliere le potenti acque calde della sorgente, oggi del Bagno Grande”.

LA DATA DI COSTRUZIONE DEL COLOSSEO

Colosseo

Colosseo

Secondo un recente studio condotto dallo storico bavarese Klaus Stefan Freyberger, il Colosseo sarebbe stato costruito 100 anni prima rispetto alla convenzionale datazione, ovvero sotto la dinastia Flavia (ovvero gli imperatori Vespasiano, Tito e Domiziano). I Flavi avrebbero solo completato l’opera, restaurando alcune parti e integrando il progetto, ma per conoscere le intuizioni e soprattutto le prove che hanno portato Freyberger a elaborare questa teoria bisognerà aspettare la pubblicazione del suo studio, sulla rivista scientifica Römische Historishe Mitteilungen dell’Istituto Austriaco di Roma. Intanto, la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo Alfonsina Russo ha palesato non poche perplessità: “se avesse ragione lui sarebbe una rivoluzione per tutta la topografia dell’area archeologica centrale e in generale per la Roma antica”, ha spiegato riferendosi all’esistenza di un lago voluto da Nerone per la sua reggia, la Domus aurea, su cui poi sarebbe stato edificato l’anfiteatro, raccontato da diverse fonti antiche come Tacito e Svetonio. “Entrambi questi importanti scrittori descrivono la Domus Aurea e il lago nel dettaglio ed è strano che non facciano mai cenno ad una preesistenza così significativa come l’anfiteatro di Statilio Tauro, notoriamente collocato nel Campo Marzio”. Inoltre, “sempre stando all’ipotesi dello studioso tedesco, i primi tre ordini di arcate del grande monumento così come oggi lo conosciamo, sarebbero state preesistenti e quindi solo restaurate dai flavi, ai quali si dovrebbe invece la costruzione dell’attico. Ma questo non può essere vero. Proprio i recenti lavori di restauro fatti al Colosseo ci hanno confermato che l’attico è di età severiana, è il frutto di un rifacimento avvenuto dopo l’incendio del 217 dopo Cristo, quindi sotto Macrino”.

LA STORIA DI ROMA E DEI ROMANI RACCONTATA DALLE FOGNE DEL COLOSSEO

Parte finale del collettore sud. Archivio del Parco Archeologico del Colosseo

Parte finale del collettore sud. Archivio del Parco Archeologico del Colosseo

Il Colosseo continua a essere oggetto di studio e inesauribile fonte di scoperte per archeologi e storici: una equipe di ricerca diretta da Martina Almonte, Federica Rinaldi e Barbara Nazzaro dal gennaio 2022 ha intrapreso uno scavo stratigrafico del collettore sud del celeberrimo anfiteatro, e ciò che è emerso – oltre alle dinamiche di funzionamento delle reti idriche del monumento – è un quadro sulle abitudini degli antichi Romani durante gli spettacoli al Colosseo. Le ricerche effettuate negli antichi condotti fognari hanno svelato una grande quantità di reperti, tutti diversi per tipologia, come semi e frutti di piante coltivate (fichi, uva, meloni, olive, pesche, ciliegie, susine, noci, nocciole e pinoli) e resti di piante spontanee come le more: questi, probabilmente erano i cibi consumati dagli spettatori sulle gradinate. Sono stati ritrovati inoltre cuticole e frammenti di foglie di bosso e di alloro, piante che venivano utilizzate per decorare l’arena durante gli spettacoli, e ossa di animali come orsi, leoni, cani, bassotti, costretti a lottare tra loro sull’arena oppure impiegati per le venationes, battute di caccia con le quali si intrattenevano gli antichi Romani. Sono riemersi inoltre dadi da gioco, oggetti d’uso personale, come uno spillone in osso lavorato, elementi di vestiario come borchie, chiodini da scarpe e frammenti di cuoio e 53 monete di età tarda, tutte in bronzo tranne un sesterzio in oricalco di Marco Aurelio emesso nel 170-171 d.C.

SCOPERTA A PERUGIA UNA VILLA ROMANA CON MOSAICO

Sant'Egidio, Perugia

Sant’Egidio, Perugia

È stata una scoperta casuale, durante i lavori di scavo per la realizzazione di un maneggio, quella effettuata nel territorio di Perugia, tra il borgo di Sant’Egidio e la frazione di Collestrada, e che vede protagonista una villa romana risalente al I secolo d.C., con mosaico caratterizzato da figure geometriche. Sono emerse strutture murarie, oltre a essere state individuate altre aree, di natura residenziale e rurale, aspetto questo che lascerebbe intendere che anticamente doveva trattarsi di una proprietà di notevoli dimensioni. “Il valore storico è notevole, si tratta di strutture rinvenute a livello di fondazione”, ha dichiarato Giorgio Postrioti, responsabile per l’archeologia della Soprintendenza di Perugia. “Restituiscono l’idea di un territorio, questo, abbastanza frequentato, durante la prima epoca cristiana”. Per quanto riguarda il mosaico, “alcune parti di questo grande pavimento sono venute alla luce, un’altra rimane conservata. È una propaggine della parte residenziale di questa villa. Il mosaico, esteso ed in buono stato di conservazione, presenta motivi geometrici che sono tipici del tipo di residenza di cui parliamo. Vicino alla villa sono state ritrovate anche sepolture di bambini, sono risalenti a qualche periodo successivo, collocabili in una fase di decadimento, probabilmente poco prima che questo sito fosse abbandonato da chi lo abitava, per poi finire distrutto dagli eventi meteorologici”.

LE GRANDI TERME ROMANE AD AQUILEIA

Scavo alle Terme Romane di Aquileia

Scavo alle Terme Romane di Aquileia

Una campagna di scavi condotta da un gruppo di ricerca del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, diretto da Matteo Cadario, coadiuvato da Marina Rubinich – su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia-Giulia e in collaborazione scientifica con Cristiano Tiussi, direttore di Fondazione Aquileia – ha portato alla luce due nuovi settori delle Grandi Terme Romane di Aquileia, la cui costruzione risale alla prima metà del IV secolo d.C. Il primo dei due ambienti ospitava vasche, mosaici e fontane, per un totale di oltre 200 metri quadrati, contraddistinguendosi inoltre nelle strutture per l’utilizzo del calcestruzzo e per la presenza di frammenti di colonne reimpiegate, in marmo cipollino. L’ambiente ha una struttura spessa oltre 1,60 metri, e su di essa poggiavano strati di mattoni intorno a una vasca circolare di otto metri di diametro. Diverse e numerose le decorazioni presenti, tra vasche, nicchie e tessere musive in vetro colorato e lastre in marmi pregiati. L’altro settore scoperto invece era anticamente adibito a calidarium, contraddistinta da un’abside di cui si conserva la preparazione del pavimento, caratterizzata da centinaia di lastrine in marmi colorati. “Le Grandi Terme con la loro imponenza rappresentavano un tratto distintivo della grandezza di Aquileia in età imperiale”, dichiara la Soprintendente del Friuli Venezia Giulia Simonetta Bonomi. “Indagarne i resti e comprenderne lo sviluppo funzionale e costruttivo, come sta da tempo facendo l’Università di Udine, costituiscono sia una meritoria e importante impresa scientifica sia il presupposto imprescindibile per una futura valorizzazione”.

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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