I legni che risalgono all’eruzione del Vesuvio protagonisti di una mostra a Ercolano
Durante l’eruzione del 79 d.C., a Ercolano accadde un fatto eccezionale: elementi architettonici e oggetti di ogni sorta realizzati in legno non andarono distrutti, ma sono arrivati a noi carbonizzati e ben conservati. Una mostra al Parco Archeologico di Ercolano racconta questa straordinaria storia
“Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante”. Con queste parole Goethe, nel suo Viaggio in Italia, descriveva le sensazioni e lo stupore sortigli alla vista di Pompei, facendo riferimento all’eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C. colpì la città campana, così come Ercolano. Una tragedia che ha cristallizzato, sotto 20 metri di strato di magma, momenti di vita di una civiltà di cui oggi conosciamo tantissimo proprio a causa dell’eruzione: usi, costumi, “frame” di quotidianità, materiali e modalità di costruzione delle abitazioni. Ed è proprio su uno di questi aspetti, o meglio su un materiale particolare, che si sofferma la mostra alla Reggia dei Portici al Parco Archeologico di Ercolano, dal titolo Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano, un’esposizione che presenta al pubblico oltre 120 oggetti in legno provenienti da Ercolano, che la lava non ha distrutto ma carbonizzato, arrivando così fino ai nostri giorni.
I LEGNI CARBONIZZATI DI ERCOLANO IN UNA MOSTRA
Utensili, elementi architettonici, porte, finestre, tramezzi, armadi, casse, tabernacoli, letti, tavolini: sono queste le tipologie di oggetti che ci giungono da Ercolano, un patrimonio che ci consente inoltre di conoscere come nell’antichità veniva lavorato il legno, ricostruendo così le tecniche di falegnameria ed ebanisteria. Curata dal direttore del Parco Archeologico di Ercolano Francesco Sirano e dall’archeologa Stefania Siano, Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano “attraverso un percorso più emozionale che descrittivo”, sottolinea Sirano, “si svolge tra le varie declinazioni dell’antica e sapiente arte del legno, ponendo lo spettatore a diretto contatto con reperti unici, accompagnati dall’intensità dei profumi della materia legnosa, trasformata dagli antichi artigiani in preziosa suppellettile. Seguendo il filo rosso del tempo, l’esposizione esplora anche il rapporto funzionale ed estetico tra il mobilio antico e quello moderno, evidenziando la connessione tra i saperi dell’ebanisteria antica e le abilità degli artigiani campani contemporanei”.
LA MOSTRA “MATERIA” AL PARCO ARCHEOLOGICO DI ERCOLANO
La mostra, fino al 13 ottobre 2023, infatti si sviluppa in una modalità che potremmo definire “esperienziale”, con un percorso che prende avvio da un’ambientazione con luci e suoni che richiama il momento dell’eruzione, per poi proseguire con un “set” che attraverso colori e profumi immerge il visitatore all’interno di un’officina di un falegname, occasione questa per scoprire le tecniche della lavorazione del legno, anche grazie all’esposizione di strumenti di lavoro dell’Ottocento provenienti dalla collezione Hebanon, società dei fratelli Basile. Strumenti e tecniche di lavoro le cui conoscenze, nel corso della storia, si sono tramandate da artigiano in artigiano, come l’uso di ammorsature e incastri e il finissaggio con chiodi e colla. Nella terza sala sono esposti manufatti provenienti da Ercolano, tra cui elementi del controsoffitto in legno del salone dei marmi della Casa del Rilievo di Telefo, da dove provengono circa 250 frammenti, quasi tutti di abete bianco. Di alcune parti del controsoffitto si sono conservate tracce di pigmenti colorati, di cui è stata ipotizzata la collocazione originaria e quindi una ipotesi di ricostruzione. Il percorso prosegue con una sezione che immergerà i visitatori nel fronte mare della città, facendo loro rivivere i momenti di chi tentava di salvarsi scappando verso il mare. In questa sala sono esposti resti di imbarcazioni e oggetti legati alla marineria e alla pesca, molti dei quali in legno, sughero, cordame e cuoio molto ben conservati. E ancora sale con oggetti e suppellettili in legno, fino a una proiezione multipla che propone immagini dei reperti che scorrono su sei monitor, con iscrizioni in italiano, latino e inglese.
Desirée Maida
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