Riscoprire Pisanello. Grande mostra a Palazzo Ducale a Mantova
C’è tempo fino all’8 gennaio 2023 per lasciarsi conquistare dall’arte di Pisanello al Palazzo Ducale di Mantova. E conoscere la storia del suo ciclo di pitture murali ritrovate
A Mantova, nelle sale di Palazzo Ducale, si apre un nuovo e definitivo capitolo che contribuisce a dare risalto a una realizzazione artistica travagliata, considerata dispersa e dimenticata per secoli, e riportata alla luce con esiti sorprendenti ed emozionanti. Si tratta del riallestimento di uno dei cicli pittorici più estesi e importanti della storia dell’arte in Italia, risalente al periodo tardo-gotico e recuperato grazie all’intuizione e alla perseveranza di quello studioso sensibile e determinato che fu il sovrintendente Giovanni Paccagnini. Il grandioso ciclo di pitture murali di soggetto cavalleresco che Antonio di Puccio, detto Pisanello, eseguì per i signori di Mantova intorno al 1430 fu uno dei ritrovamenti più clamorosi e insperati nell’ambito del nostro patrimonio artistico.
Erano gli Anni Sessanta quando affiorarono le prime tracce; lunghi interventi furono necessari per liberare questo capolavoro dalle diverse intonacature e ridipinture che si susseguirono nel corso dei secoli e per metterlo in sicurezza, staccandolo dalle pareti e stabilizzandolo su grandi pannellature poi ricollocate sul posto. Nel 1972 Paccagnini poté finalmente, con una memorabile mostra, dare pubblica visione dei risultati di questa operazione.
MANTOVA CELEBRA PISANELLO
Per celebrare il 50esimo anniversario dell’avvenimento, Mantova dedica a Pisanello una grande esposizione che, prendendo le mosse dal salone del ciclo murale e dall’attigua Sala dei Papi dove campeggiano le sinopie ritrovate sotto le parti affrescate e a loro volta riposizionate, si snoda poi nel piano sottostante. Con il significativo sottotitolo Il tumulto del mondo, la mostra può contare su un vasto apparato di disegni e di medaglie di mano dell’artista, oltre che di sculture e dipinti coevi che contribuiscono a fare nuova luce sull’ambiente e le vicende di una figura che lavorò per molti anni e in diversi soggiorni alla corte di Mantova ma che conserva ancora per noi diversi aspetti misteriosi.
Partiamo allora dalle meraviglie del salone principale, dove ci troviamo circondati da uno spettacolo che, pur tra lacune e cancellature, tra abrasioni e intaccature, appare favoloso e violento, prezioso e brutale: lance che si spezzano, cavalieri caduti che rantolano per terra con le armature infrante, belve che affiorano dalla vegetazione, dame algide e altere che si affacciano dai padiglioni… Di fronte a questa visione veramente tumultuosa, è impossibile per noi stabilire un centro della narrazione e a stento riusciamo a delinearne lo svolgimento. Sono scene da assaporare con lentezza, da cogliere passo per passo, per potersi soffermare sulla magia dei particolari. Il rapimento che accompagna la contemplazione dei singoli episodi si mescola al rimpianto per le porzioni andate perdute, per le abrasioni e intaccature, per le dorature, le lamine metalliche e i rilievi “a pastiglia” di cui restano solo labili segni.
IL TALENTO DI PISANELLO
Dopo il tumulto e lo spettacolo in piena luce, proseguendo il percorso che scende alle installazioni temporanee, ci inoltriamo in ambienti più raccolti, avvolti in una morbida penombra, dove incontriamo altre meraviglie, questa volta isolate e contenute in nicchie.
Dello stesso Pisanello, in prestito dal Museo di Castelvecchio di Verona, possiamo trovare la Madonna della quaglia (1420 ca.), un’opera giovanile, la cui ottima conservazione ci permette di gustare tutta l’abilità decorativa dell’artista nelle bulinature e dorature rilevate, nonché la sua capacità di osservazione scientifica nel ritrarre piante e uccelli. E poi un altro suo capolavoro, proveniente dalla National Gallery di Londra, la Madonna con Bambino e i santi Antonio e Giorgio (1440 ca.), ritornata per la prima volta in Italia da quando, nel 1862, venne alienata e prese la strada dell’Inghilterra.
GLI ALLESTIMENTI DELLA MOSTRA SU PISANELLO A MANTOVA
Concepito per consentire una lettura più comoda e soddisfacente delle pitture murali, il riallestimento del Salone del Pisanello a Palazzo Ducale può contare su un nuovo sistema di illuminazione e sulla presenza di una pedana sopraelevata che per la prima volta pone il visitatore a distanza ravvicinata dalle pareti (fino a oggi il pavimento si trovava a una quota più bassa di ben 110 cm rispetto a quando l’opera fu realizzata). Curioso il fatto che la pedana sia rivestita di bambù: come spiega il curatore Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale, “il bambù è tanto scelta estetica quanto funzionale, per la sua elevata termotrasmittenza”.
L’intervento permanente nella sala del Pisanello si avvale del supporto alla progettazione del Politecnico di Milano, polo territoriale di Mantova, con la supervisione di Eduardo Souto de Moura.
Alberto Mugnaini
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #31
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