Una società italiana sta vendendo senza licenza i diritti sulle opere del Vaticano?
È stata definita una “truffa high-tech” quella denunciata da un’avvocatessa di New York contro una società che, a suo dire, venderebbe i diritti delle opere dei Musei Vaticani senza averne titolo. Le cose stanno davvero così?
Un’accusa di truffa che in realtà potrebbe sottendere, stando alla controparte, a sua volta una truffa: è il plot di una querelle che in queste ore sta accendendo riflettori di media e opinione pubblica sul Vaticano, e che coinvolge un’avvocatessa di New York: stando a quanto raccontato sul sito americano Daily Wire, Sarah Rose Speno avrebbe scoperto una truffa perpetuata ai danni del Vaticano, da parte di una società italiana che avrebbe venduto i diritti di licenza sulle opere dei Musei della Santa Sede a insaputa di quest’ultima.
LA PRESUNTA VENDITA DEI DIRITTI DELLE OPERE DEI MUSEI VATICANI. LA STORIA
La vicenda prende avvio quando Speno, per conto di un cliente – ovvero la Museum Masters International, società che organizza mostre – contatta Scripta Maneant, società che detiene i diritti di licenza sulle opere dei Musei Vaticani, chiedendo all’avvocatessa 550mila euro, di sui una parte sarebbe andata al Vaticano tramite il suo vicedirettore, il monsignor Paolo Nicolini. Insospettita per la cifra, l’avvocatessa ha citato Paolini e accusato Scripta Maneant di non detenere i diritti. Da parte del Vaticano finora, a parte una udienza tra il Papa e Nicolini, non vi è stata alcuna dichiarazione o presa di posizione; a parlare invece è stata Scripta Maneant che, in una nota, sostiene che tutto ciò che è stato detto non corrisponde alla verità, sottolineando che non hanno “mai dichiarato di poter cedere a chiunque alcuna immagine o alcune licenza d’immagine”. E racconta che effettivamente un contatto con la Museum Masters International ci sia stato, per fare una mostra immersiva sul Rinascimento “della quale solo una minima parte riguarda opere conservate presso i Musei Vaticani”. Stando all’accordo, la società dovrebbe produrre video “commercializzati attraverso una licenza d’uso che prevede che l’utilizzo venga fatto secondo dettagliatissimi accordi: luoghi, città, musei” e “fornire, per la somma complessiva di euro 550.000, fino a 40 mostre riguardanti i Maestri del Rinascimento, da esporre in 40 musei compresi tra Canada, Stati Uniti e Messico”.
TRUFFA SULLA LICENZA DELLE OPERE DEL VATICANO. LA RISPOSTA DAGLI STATI UNITI
A confermare la posizione di Scripta Maneant, e quindi a prendere le distanze dalla ricostruzione dell’avvocatessa Speno, è anche la Museum Masters International, che in una nota sostiene che “qualsiasi cosa abbia detto e fatto la signora Sarah Rose Speno è solo sua iniziativa e sembra che abbia tentato di vendere i diritti che erano stati garantiti solo a noi a qualcun altro che non conosciamo, del quale non abbiamo mai ricevuto una definizione e che lei sostiene che avrebbe fatto una grossa donazione al Vaticano. Non abbiamo mai approvato alcune pubblicità negativa nei confronti di Scripta Maneant, dei Musei Vaticani o del Vaticano”. E l’avvocatessa? Sembra non abbia avuto più nulla da dire.
Desirée Maida
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