Dal Rinascimento all’Arte Povera. Le mostre del 2023 alla Galleria Borghese di Roma

Giuseppe Penone, Dosso Dossi e Peter Paul Rubens sono i protagonisti della nuova programmazione espositiva del museo romano, per un percorso all’insegna del rapporto tra arte e natura

Non solo arte antica: la programmazione espositiva del 2023 della Galleria Borghese di Roma si tinge anche di contemporaneo, con una mostra dedicata a uno degli esponenti più importanti della corrente dell’Arte Povera, Giuseppe Penone, che inaugurerà il nuovo anno – il prossimo 14 marzo – con un progetto che metterà in dialogo gli spazi interni del museo e il suo parco. La natura – e il suo rapporto con l’arte – continua così a essere al centro delle indagini che il Museo conduce a partire dal 2020, lo stesso tema che lo scorso anno ha visto protagonisti Guido Reni e Tiziano. Ad animare questo dibattito, nei prossimi mesi saranno, oltre alla mostra di Penone, le esposizioni che vedranno protagonisti Dosso Dossi – con un focus mai realizzato prima su una serie di pitture particolare, ovvero quella dedicata all’Eneide – e Peter Paul Rubens – un’indagine che esplora influenze e conseguenze del suo viaggio in Italia. “Il percorso del 2023 di Galleria Borghese ha come cardine lo sguardo da lontano”, spiega la direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti, “Roma e l’Italia viste dagli artisti stranieri: un viaggio fondamentale alla scoperta del patrimonio culturale italiano e della collezione Borghese in particolare, le opere che qui custodiamo, studiamo e valorizziamo”. Dopo avervi svelato quali sono le mostre più attese in Italia nel 2023, ecco nel dettaglio quelle in programma alla Galleria Borghese.

Desirée Maida

https://galleriaborghese.beniculturali.it/

GIUSEPPE PENONE TRA LE SALE E IL PARCO DELLA GALLERIA BORGHESE

Giuseppe Penone, Spazio di luce, Space of Lights, 2008, bronzo e oro, bronze and gold, 8 elementi, 8 elements, ph. © Archivio Penone.jpg

Giuseppe Penone, Spazio di luce, Space of Lights, 2008, bronzo e oro, bronze and gold, 8 elementi, 8 elements, ph. © Archivio Penone.jpg

Si intitola Gesti Universali la mostra, a cura di Francesco Stocchi, che vedrà protagonista Giuseppe Penone, le cui opere saranno allestite tra i Giardini segreti della Galleria e le sale espositive del piano terra, attivando così una sorta di rapporto osmotico che richiama quello al centro della ricerca dell’artista, ovvero il rapporto uomo-natura. “Le sue opere evidenziano questa simbiosi e sottolineano la fluidità che accomuna tutti gli elementi vegetali, umani e minerali”, sottolineano gli organizzatori.

Dal 14 marzo al 28 maggio 2023
Giuseppe Penone. Gesti Universali

L’ENEIDE SECONDO DOSSO DOSSI

Dosso Dossi, The Trojans in the Strophades and Chaonia, oil on canvas, Museo Nacional del Prado, Madrid

Dosso Dossi, The Trojans in the Strophades and Chaonia, oil on canvas, Museo Nacional del Prado, Madrid

Il 4 aprile sarà la volta di un focus dedicato a una particolare serie di dipinti realizzata da Dosso Dossi, ovvero il Fregio di Enea, una rilettura del poema epico di Virgilio a cui l’artista lavorò ispirandosi ad alcuni episodi della prima parte dell’Eneide. La serie consta di dieci dipinti, ed è la prima volta che una mostra viene dedicata specificamente a questo lavoro di Dossi, le cui opere di contraddistinguono per i “colori vibranti, da un’affascinante eccentricità e da composizioni molto originali”, rappresentando così in maniera brillante la “creatività di Dosso Dossi e dell’ambiente artistico ferrarese nel Cinquecento, che acquistò una nuova vitalità nella grande stagione del Barocco”. Dosso Dossi. Il fregio di Enea – a cura di Marina Minozzi – è il frutto della collaborazione di diversi musei internazionali – ovvero il Louvre Abu Dhabi, la National Gallery of Canada, la National Gallery of Art di Washington D.C., il Museo del Prado – ognuna delle quali darà in prestito le parti di Fregio da loro custodite.

Dal 4 aprile all’11 giugno 2023
Dosso Dossi. Il fregio di Enea

LA MOSTRA SU RUBENS E IL SUO VIAGGIO A ROMA

Pieter Paul Rubens, Compianto su Cristo morto, olio su tela, 1601 1602, Galleria Borghese, Roma © Galleria Borghese, ph. M. Coen

Pieter Paul Rubens, Compianto su Cristo morto, olio su tela, 1601 1602, Galleria Borghese, Roma © Galleria Borghese, ph. M. Coen

Rientra nell’ambito delle iniziative dedicate a Peter Paul Rubens con Palazzo Te e Palazzo Ducale di Mantova Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma, mostra a cura di Francesca Cappelletti e Lucia Simonato che “intende indagare come le conseguenze del viaggio in Italia di Rubens, compiuto nel primo decennio del XVII secolo, prendano un nuovo decisivo vigore negli anni successivi al suo ritorno in patria, anche grazie ai soggiorni italiani di suoi allievi fiamminghi”. L’esposizione è incentrata quindi su un capitolo particolare della vita e della carriera di Rubens, il suo viaggio a Roma che influenzò gli artisti italiani suoi coevi e posteriori, i quali grazie alla lezione del maestro fiammingo ebbero l’opportunità di confrontarsi con una nuova concezione e lettura dell’antico, di naturale e di imitazione. Le opere in mostra entrano così in dialogo con le opere della collezione della Galleria, tra cui i gruppi berniniani, la statuaria antica e moderna.

Dal 14 novembre 2023 al 18 febbraio 2024
Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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