Cupola del Battistero di Firenze: inizia il restauro dei mosaici, si potrà salire sul ponteggio
Ha richiesto un grande sforzo ingegneristico la progettazione del ponteggio che permetterà il restauro della decorazione musiva della cupola del Battistero di San Giovanni, a più di un secolo dall’ultimo intervento. Il pubblico potrà ammirare da vicino i mosaici realizzati su disegni di Cimabue
Oltre mille metri quadrati di superficie musiva rivestono l’interno della cupola del Battistero di San Giovanni a Firenze. Un ciclo decorativo imponente, realizzato a partire dal 1225 con il coinvolgimento iniziale di mosaicisti in arrivo da fuori città e di fornaci già attive per supportare l’incredibile ambizione del progetto. Ma i lavori, che si protrassero fin oltre la fine del secolo, finirono per sollecitare le maestranze locali, che seppero maturare una propria abilità tecnica e stilistica, e per generazioni si passarono il testimone sui ponteggi del Battistero, fino a completa realizzazione del programma decorativo.
I MOSAICI DELLA CUPOLA DEL BATTISTERO. LA STORIA DEI RESTAURI
I mosaici, ritenuti fonte di ispirazione per la rappresentazione dell’Inferno nella Divina Commedia, furono realizzati su disegni preparatori di artisti di rilievo dell’epoca, come Cimabue e Coppo di Marcovaldo, e narrano su quattro registri disposti attorno alla scena centrale del Giudizio Finale le Storie della Genesi, di Giuseppe ebreo, di Cristo e del Battista. Ma alla metà del XIV secolo è documentata la necessità di effettuare un primo intervento di restauro per i danni causati da infiltrazioni d’acqua. All’epoca, raccontano le cronache di Giovanni Villani, l’incarico fu affidato ad Agnolo Gaddi. Seguono, nel corso dei secoli, diversi interventi di manutenzione, incapaci di scongiurare il distacco delle Storie di Noè, irrimediabilmente perdute, nel 1819. Fu così che tra il 1820 e il 1823 si decise di affidare a Luigi Ademollo il compito (svolto in modo poco efficace) di restaurare nuovamente il tessuto musivo e completarlo con integrazioni pittoriche nei punti troppo compromessi. Bisognerà arrivare alla fine del XIX secolo per la messa a punto del primo intervento a cura dell’Opificio delle Pietre Dure. La campagna si protrasse – senza tuttavia riuscire a risolvere il persistente problema delle infiltrazioni – dal 1898 al 1907, ed è l’ultimo restauro effettuato sui mosaici della cupola. Fino a oggi.
L’AVVIO DEL RESTAURO E LE VISITE SUL PONTEGGIO
A partire dal 2014, infatti, l’Opera di Santa Maria del Fiore ha restaurato prima l’esterno del Battistero e poi le parti interne con mosaici, finanziando i lavori con 4 milioni e 600mila euro. Altrettanti li investirà per il restauro dei mosaici della cupola, che si protrarrà per i prossimi sei anni. L’operazione avrà il compito di recuperare la stabilità strutturale e l’adesione alla volta dei dieci milioni di tessere policrome di una grandezza variabile da 5 a 20 mm per lato che rivestono la cupola. Si provvederà inoltre ad arrestare i fenomeni di degrado e a riportare alla luce la lucentezza del fondo oro e i colori vividi delle tessere vitree. Per poter procedere al restauro (a opera del Centro di Conservazione Archeologica) è stato però necessario allestire un cantiere tecnologicamente innovativo (con Tecno System Appalti e Layher S.p.A.), che mentre rende accessibile ai restauratori l’intera superficie musiva consente di continuare ad apprezzare l’interno del Battistero, visitato nel 2022 da 1 milione e 215mila persone. Dunque i ponteggi si innalzano verso l’alto a forma di fungo, superando i 31 metri di altezza e offrendo una superficie calpestabile di oltre 600 metri quadri (mentre a terra lo spazio occupato supera di poco i 60 metri quadri). Terminato in soli 40 giorni l’allestimento della struttura, ora prenderanno avvio le indagini diagnostiche necessarie per perfezionare la metodologia di intervento. Ma anche per chi visita il Battistero si preannuncia l’opportunità unica di ammirare da vicino i mosaici, salendo sui ponteggi. Le visite avranno inizio a partire dal prossimo 24 febbraio per un numero massimo di dieci persone alla volta (costo 65 euro) con guida in italiano o in inglese, ma è già possibile prenotare sul sito dell’Opera del Duomo.
Livia Montagnoli
https://duomo.firenze.it/it/630/visite-esclusive
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