Un viaggio nella Spagna islamica al MAO di Torino

Gli scambi artistico-culturali fra la civiltà araba e quella occidentale tra il X e il XVI secolo sono al centro della mostra al Museo d’Arte Orientale di Torino

L’esposizione Lustro e lusso dalla Spagna islamica, allestita nella Galleria dei Paesi islamici dell’Asia, apre la programmazione 2023 del MAO Museo d’Arte Orientale di Torino.
Con questa mostra prende avvio una progettualità di ricerca composita, volta ad analizzare la tensione tra Asia e continente europeo nelle sue traiettorie artistiche e culturali”, spiega il direttore Davide Quadrio. Si tratta del primo risultato di un più ampio progetto di collaborazione con la Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica di Genova e altre collezioni pubbliche e private che si svilupperà ulteriormente per dar vita a una grande mostra, prevista per l’ottobre di quest’anno. Il tema sarà un itinerario ideale dalla Cina al Mediterraneo, partendo dal periodo Tang (VII secolo d. C.) per arrivare ai giorni nostri. L’obiettivo è quello di creare delle relazioni più strette fra i musei dell’area mediterranea per facilitare la circolazione di opere e progetti.

Piatto, Spagna, XV secolo. Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica, Torino

Piatto, Spagna, XV secolo. Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, Torino

IL DIALOGO TRA MONDO ARABO E SPAGNOLO

La mostra torinese, curata da Filiz Çakır Phillip, ricercatrice specialista in Arte islamica, già curatrice dell’Aga Khan Museum a Toronto e membro dell’Association of Art Museum Curators & AAMC Foundation di New York, porta non a caso il sottotitolo frontiere liquide e mondi in connessione. “Il Mediterraneo è il luogo dove culture diverse hanno avuto modo di integrarsi” ‒ spiega la curatrice ‒ “anche attraverso complessi scambi commerciali che dall’Estremo Oriente, tramite l’Asia Centrale, raggiungevano i Paesi europei. Gli oggetti orientali hanno da sempre incontrato l’apprezzamento del pubblico occidentale. Qui abbiamo voluto fare una selezione molto precisa, una trentina di oggetti, scelti secondo una precisa linea curatoriale e concentrandoci in particolare su tappeti, tessuti e ceramiche”.
Le opere provengono, oltre che dalla Fondazione Bruschettini, dall’Istituto Valencia de Don Juan di Madrid, da Palazzo Madama ‒ Museo Civico d’Arte antica di Torino e dalla Galleria Moshe Tabibnia di Milano ed esemplificano la permeabilità culturale e artigiana fra il mondo arabo e quello spagnolo-europeo in un periodo storico preciso, tra il X e il XVI secolo. Elisabetta Raffo, direttrice della Fondazione Bruschettini, ricorda che “l’idea di lavorare sul tema delle frontiere liquide è nata a maggio 2022, in occasione di un incontro per ricordare, a un anno dalla morte, Alessandro Bruschettini e il percorso di studio e collezionismo finalizzato ad approfondire il rapporto tra Oriente e Occidente e a trasmettere al pubblico la conoscenza di un mondo altro da noi”.

Frammento di un tappeto a motivo tessile, Spagna, secondo quarto del XV secolo. Fondazione Bruschettini per l'Arte Islamica e Asiatica, Genova

Frammento di un tappeto a motivo tessile, Spagna, secondo quarto del XV secolo. Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica, Genova

LA MOSTRA AL MAO DI TORINO

La mostra si apre con un pezzo che esula dal successivo percorso dell’esposizione incentrata su tessuti e ceramiche. Si tratta di un capitello in marmo del periodo omayyade (seconda metà del X secolo) originario dell’area di Cordoba, capitale dell’al-Andalus, la Spagna islamica. Le decorazioni mostrano la raffinata maestria raggiunta nell’arte dell’intaglio, dove le reminiscenze della tarda antichità si fondono con gli stili decorativi astratti sviluppatisi durante i primi periodi della presenza musulmana in Spagna. Uno dei tanti esempi di quel sincretismo culturale tra civiltà araba e occidentale che trova nell’area mediterranea, in particolare spagnola (ma non solo), una sua sintesi ideale.
L’esposizione è accompagnata dalla pubblicazione di un libretto dedicato ‒ distribuito gratuitamente ‒ con contributi di Filiz Çakır Phillip, Cristina Maritano, conservatrice di Palazzo Madama (sulla ceramica a lustro), e di Alberto Boralevi (sui tappeti spagnoli).
Anche questo progetto espositivo sarà arricchito nei mesi di apertura della mostra da incontri di studio, conferenze e momenti di intrattenimento (performance e musica).

Dario Bragaglia

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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