I musei che stanno restituendo i marmi alla Grecia. Il Partenone al centro del dibattito

Da Palermo ai Musei Vaticani, aspettando l’esito dei negoziati tra Atene il British Museum. Come si evolve la vicenda della restituzioni dei marmi Elgin

Il caso del Partenone è assurto negli ultimi anni a emblema delle riflessioni sulla legittimità delle richieste di restituzione di beni ai rispettivi Paesi di origine, anche dopo secoli dallo spostamento o dal trafugamento dal luogo in cui si trovavano. E mentre si moltiplicano i casi di attuazione di una riscoperta politica di decolonizzazione culturale (e museale) – in prima linea lo Smithsonian Museum di Washington e l’Humboltd Museum di Berlino con la restituzione dei bronzi del Benin alla Nigeria, ma anche l’Horniman Museum di Londra, sempre a vantaggio della Nigeria – e le iniziative di sensibilizzazione sul tema (come quelle promosse dalle case d’asta Christie’s e Sotheby’s), la vicenda del Partenone continua a tenere banco. Ecco chi (e come) si è mosso finora.

Livia Montagnoli

I TRE FRAMMENTI DEI MUSEI VATICANI

Il Partenone di Atene nel 1978. Photo Steve Swayne CC BY 2.0

Il Partenone di Atene nel 1978. Photo Steve Swayne CC BY 2.0

Si concretizza nei primi giorni di marzo la restituzione di tre frammenti del Partenone conservati ai Musei Vaticani, annunciata sul finire del 2022 da Papa Francesco. Il pontefice argentino aveva motivato la decisione “quale segno concreto del sincero desiderio di proseguire nel cammino ecumenico di testimonianza della Verità”. L’attuazione della donazione è avvenuta con la firma dell’accordo, alla presenza del cardinale Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, di Papamikroulis Emmanouil, rappresentante dell’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos II, dell’onorevole Styliani-Lina Mendoni, ministro della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, e di Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani. Ad Atene si svolgerà il 24 marzo la cerimonia di accoglienza e integrazione dei frammenti – la testa di un cavallo, parte del frontone raffigurante la disputa tra Atena e Poseidone per il dominio dell’Attica; la testa di fanciullo portatore di focacce, dal naos; una testa virile barbuta, metopa del lato meridionale del tempio, tutti parte del ciclo decorativo scolpito da Fidia – giunti in Vaticano già nel XIX secolo.
 

IL REPERTO FAGAN DEL MUSEO SALINAS DI PALERMO

Reperto Fagan al Museo Salinas di Palermo

Reperto Fagan al Museo Salinas di Palermo

All’inizio del 2022, il Museo Archeologico Salinas di Palermo si era attivato per restituire ad Atene l’unico marmo del Partenone presente sul suolo italiano, il cosiddetto “Reperto Fagan”, frammento che raffigura il piede di una dea (Peitho o Artemide). All’origine della decisione – che ha indicato la strada alla comunità internazionale nel dibattito sull’annosa restituzione dei marmi Elgin – l’accordo raggiunto tra il Ministero della Cultura greco e l’Assessorato alla Cultura e ai Beni dell’Identità Siciliana. Più uno scambio, che una restituzione pura e semplice, per dir la verità: il frammento del Partenone dal Museo Salinas, infatti, è stato trasferito – per un periodo di 4 anni e rinnovabile una sola volta – al Museo dell’Acropoli; in cambio, l’istituzione palermitana ha ricevuto in prestito una statua acefala di Atena risalente alla fine del V secolo a.C. e un’anfora geometrica della prima metà dell’VIII secolo a.C. Si lavora, però, per rendere definitivo il rientro in Grecia del frammento, giunto in Sicilia ai primi dell’Ottocento con il console inglese Robert Fagan.

E I MARMI ELGIN DEL BRITISH MUSEUM?

British Museum, fregi del Partenone. Ph Irene Fanizza

British Museum, fregi del Partenone. Ph Irene Fanizza

Più controversa è la situazione che regola i rapporti tra Grecia e Regno Unito, nella trattativa tra Atene e il British Museum, sotto pressioni crescenti della comunità internazionale. Il contenzioso si protrae dagli Anni Quaranta e anche l’Unesco ha esortato a risolvere il dilemma, ma nel Regno Unito è tutt’ora in vigore una legge del Parlamento che vieta ogni concessione di beni legittimamente acquistati da parte del British Museum. Eppure proseguono i negoziati riservati, confermati all’inizio del 2023 dall’istituzione inglese. Ancora difficile intuire che esito avranno e con quale tempistica si concretizzerà l’eventuale restituzione dei marmi (Elgin marbles) confluiti nel 1816 nelle collezioni del British Museum, che si accaparrò gran parte dei frammenti trafugati (acquistati secondo la versione inglese) da Lord Elgin, ambasciatore britannico nell’Impero Ottomano, nel 1811. Ripetuti, a partire dal 2021, sono stati gli incontri tra il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e George Osborne, ex ministro inglese dell’Economia e ora presidente del British Museum. Ma se la Grecia vorrebbe la restituzione di tutti i fregi per un lasso di tempo di almeno vent’anni (in cambio del prestito di opere che mai prima d’ora hanno lasciato Atene), la posizione di Osborne è molto più conservativa. Il British Museum potrebbe essere disposto a concedere per un breve periodo solo un terzo della collezione riconducibile al Partenone. Rischiando peraltro di incappare in controversie legali, in violazione della legge di cui sopra.

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