Quattro secoli di pittura emiliana in mostra a Modena
Lo spazio espositivo di BPER Banca di Modena presenta una selezione di dipinti dal XIV al XVII secolo. In mostra opere di Annibale e Ludovico Carracci, Francesco Zaganelli e Giacomo Cavedoni
Dopo il successo della mostra dedicata ad Antonio Ligabue, la Galleria BPER Banca di Modena volge lo sguardo a un passato strettamente territoriale. Nelle stanze dell’arte. Dipinti svelati di antichi maestri è un viaggio nella pittura emiliana rinascimentale, manierista e barocca, reso possibile dall’esperienza della curatrice Lucia Peruzzi. Le proposte espositive della Galleria BPER Banca di Modena, sempre più vicine alla città e al territorio, ne enfatizzano la progressiva apertura alla comunità e in particolare ai più piccoli, promuovendo la didattica e un’esperienza di visita a misura di bambino.
LA MOSTRA ALLA GALLERIA BPER BANCA DI MODENA
Lo spazio espositivo, a pochi passi dal duomo, si trova sopra gli uffici della filiale bancaria di via Scudari. Le ristrette dimensioni dello spazio espositivo non limitano le possibilità della mostra, che si arricchisce del confronto con le opere della collezione permanente della Galleria. Dipinti inediti dal carattere devozionale dimostrano la sensibilità dei pittori emiliani alle diverse tendenze artistiche e, soprattutto, la capacità di personale reinterpretazione dei modelli. Si delinea, infatti, un “raffaellismo padano”: nella preziosa Madonna con Bambino di Francesco Zaganelli, per esempio, la perfezione di Raffaello che dominava il Centro Italia sposa l’attenzione paesaggistica proveniente dalla Lombardia e dal Nord Europa oppure, nella Sacra Famiglia di Orazio Samacchini, la maniera del corpo michelangiolesco.
Una parete è poi dedicata agli esempi di caravaggismo nell’Emilia seicentesca, con un dipinto di Alessandro Tiarini e due opere di argomento biblico di Giacomo Cavedoni.
PITTURA EMILIANA A MODENA
Allestito in quello che solo apparentemente è un corridoio di passaggio, vi è poi il paragone fra i fratelli Annibale e Ludovico Carracci, rispettivamente con un San Girolamo e una Allegoria dell’Abbondanza.
La rassegna si conclude con un ulteriore confronto, quello fra Marcantonio Franceschini e Giuseppe Maria Crespi, che la curatrice definisce “i due poli opposti della pittura emiliana del Settecento”. Il primo, rappresentato in mostra da un delicatissimo Rachele e Lia, è un campione dell’idealizzazione, dell’eleganza classicista; il secondo, invece, promuove una pittura fortemente realista, a tratti anticipatrice di Goya, che ben viene esplicitata dalla sua opera Sacra Famiglia nella bottega del falegname. “L’esasperazione della muscolatura di San Giuseppe attraverso pennellate così dirompenti” ci spiega Lucia Peruzzi “sottolinea una dimensione umana e quotidiana, scevra da qualunque orpello e sovrastruttura”.
Alberto Villa
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